Pagine d'arte - Goffredo Zoppelli e la pittura secentesca
di Claudio
Si è aperta da pochi giorni alla galleria “Lo scorfanello” la mostra antologica dedicata al noto pittore secentesco Goffredo Zoppelli. Sono tre le opere esposte, due delle quali di incerta attribuzione. La prima tela, nota come “La lavandaia” ci mostra forse una giovane donna intenta a lavare i panni presso un gorgogliante ruscello. Ma l’immagine è molto confusa. Taluni critici ritengono infatti che non si tratti di un ruscello, ma di un polveroso sentiero, e che la giovane donna sia in realtà un bambino che gioca con le biglie. E’ un’opera giovanile dello Zoppelli. Il tratto é ancora incerto, improbabili sono gli accostamenti di colore. La seconda tela, una crosta grande due metri per due, raffigura un furgoncino del latte durante il suo giro mattutino. Taluni dubbi sull’autenticità dell’opera derivano dall’abitudine secentesca di non distribuire il latte con i furgoncini. L’ultima tela, un ritratto d’ignoto, risale forse al periodo della maturità. Ma a quell’epoca la vista dello Zoppelli si era notevolmente affievolita. Così non c’é una sola parte del ritratto che sia al posto giusto. Il naso è tutto a destra, le orecchie sono fortemente asimmetriche, la bocca è sotto il mento, gli occhi sono sulle guance. Il dipinto precorre dunque, involontariamente, il periodo cubista di Picasso. La mostra raccoglie anche alcuni schizzi e disegni dello Zoppelli, tra i quali segnaliamo l’interessante ritratto della zia Pina, recentemente attribuito all’autore, dopo che per molti anni era stato scambiato per una nota della spesa. Nel visitare la mostra si può assistere anche ad un breve documentario che riassume la vita del pittore. Il filmato della durata di sei secondi sintetizza i principali avvenimenti della vita dello Zoppelli, invero assai poco interessanti. Si tratta dunque di una interessantissima esposizione, che ci fornisce un originale punto di vista attraverso il quale guardare all’evoluzione figurativa della cultura pittorica occidentale.
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