Giù le mani dal web
di Davide
Per lo sfiduciato
governo nazionale è arrivato il momento dei bilanci. E come per tutti i bilanci
si cominciano a pesare le cose fatte, quelle non fatte, quelle che si potevano
fare ma anche quelle che si stavano facendo. Per noi fruitori
di internet, affascinati dalla libertà (forse a volte eccessiva o, meglio,
spesso utilizzata male) del mezzo a tal punto da voler creare uno spazio
nostro, ci sono state un paio di “interessanti” novità di carattere normativo,
alquanto inquietanti in verità, che sono passate quasi inosservate ai più, che
solo da poco hanno cominciato a circolare sui mezzi di informazione
tradizionali e che costituirebbero, in assenza di precise modalità applicative
e/o chiarimenti e precisazioni e lasciati alla libera interpretazione di chi le
deve fare applicare, gravi danni sia a chi usufruisce del web ma anche a chi,
in qualche modo e molto modestamente, lo gestisce. Il 12 ottobre
dell’anno scorso è stato approvato un disegno di legge sulla riforma
dell’editoria presentato il 3 agosto 2007 dal Governo, in piena atmosfera
balneare e quindi poco attenzionata ai più. L’articolo 6 del disegno di legge prevede che
deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le
Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale" . Continuando si
precisa quale attività editoriale l’inventare e il distribuire un
"prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale
è tutto: è l'informazione, ma è anche (articolo 2) qualcosa che
"forma" o "intrattiene" il destinatario. E non c’è distinzione tra i mezzi
di diffusione di questo prodotto, web incluso così da investire l'intero
pianeta internet, anche i siti più piccoli e soprattutto i blog. Ma l'iscrizione al ROC non
implica solo procedure burocratiche da seguire ma potrebbe soprattutto
aumentare le responsabilità penali per chi ha un sito. Infatti se prima la
vecchia legge sull’editoria, quella del 2001, prevedeva quale diffamazione
semplice quella realizzata attraverso il sito questo nuovo disegno di legge,
invece, la classifica quale aggravata divenendo una vera e propria diffamazione
a mezzo stampa. Rientrando internet nell’ambito
delle norme penali sulla stampa ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC,
dovrebbe anche dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di
direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito,
risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori (ahi
capito caro webfissamaster!!!). Panico sul web, ben rappresentato
dalla reazione di Beppe Grillo che dal suo blog tuona, davanti ad un
provvedimento che “limita, di fatto, l'accesso alla rete”, sostenendo che
conseguenza della legge, sarebbe la chiusura del 99% dei blog e "il
fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe
in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli
articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura". L’altra polpetta avvelenata
riguarda invece un pensiero natalizio ai più poco gradito. Infatti il 21 dicembre scorso il Senato ha approvato il disegno di legge
S1861 che vieta la pubblicazione di immagini e musiche su
internet se queste non sono state abbassate di risoluzione. Nel disegno di
legge, dopo il comma 1 dell'articolo 70 della legge
22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, è inserito il seguente:
1-bis : “È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete
internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o
degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo
non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività
culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro
dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari
competenti, sono definiti i limiti all'uso didattico o scientifico di cui al
presente comma”. In buona sostanza chiunque
pubblichi immagini o musica a buona definizione, ben visibili o con buona
qualità audio, deve pagarne i diritti d’autore. Alla resa dei conti quasi tutti
i contenuti di qualità presenti sul web pubblicati su siti italiani sono
assoggettabili a questo punto all’onere SIAE.
E, quindi, addio belle immagini, o foto d’accompagnamento ad articoli ed altro
e addio filmati, soprattutto i trailers dei films ad alta definizione (vero
Attila??). Parallelamente qualche mente
geniale presso il governo egiziano sta seriamente pensando di apporre il
copyright alle piramidi cosicchè chiunque voglia utilizzarne immagini anche
solamente fotografandole dovrà pagare. Addio ricerche sul web per i nostri
figli, si ritornerà a ritagliare libri o a “lavorare” clandestinamente di
scanner e passaggi sottobanco al mercato nero. Comunque ancora non è detta
l’ultima parola, è inutile fasciarsi la testa prima di romperla o vendere la
pelle dell’orso prima di averlo catturato, forse è esagerato mettere avanti le
mani per non cadere e dire gatto se non ce l’hai nel sacco, ma mentre ci
mettiamo d’accordo su quale detto sia più consono alla vicenda si rischia, con
questi chiari di luna, di dovere quantomeno cambiare il nome del sito ed
allargare i partecipanti : non più i quattrofissa ma ifuquattrofissa ovvero
cariamici”nifuttero”.
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