LETTERATURA DA STRADA
di Dario Cordovana
Lavoro fuori città ed almeno una volta alla settimana mi
capita di prendere l’autostrada Palermo-Catania. Al ritorno verso Palermo,
appena lasciata l’autostrada ed imboccata la circonvallazione, ci si imbatte in
una serie di cavalcavia dai quali, da un po’ di tempo a questa parte, pendono
delle lenzuola con le scritte più disparate. La maggior parte di esse sono di
argomento amoroso e non le avevo neanche notate (ce n’è una con la scritta
“Perdonami” che mi inquieta parecchio: come fa l’autore/trice a sapere che
il/la destinatario/a capirà che proprio a lui/lei è diretto il messaggio? Dalla
scrittura? A stampatello poi…)…ma quando un giorno mi sono imbattuto in un
“Auguri, orso pacchione” poco ci mancava che andassi a sbattere da qualche
parte. Ho pensato che fosse un modo molto originale per festeggiare magari
qualche compleanno di chissà quale Bud Spencer in erba, e che, passata la
festa, la scritta sarebbe stata tolta.
Con mia sorpresa invece la settimana successiva “Auguri orso
pacchione” era ancora lì, ed anzi poco più avanti un altro cavalcavia esibiva
la stupenda “Sofficino mi manchi”, e così settimana dopo settimana, passando in
quei punti cercavo quelle scritte e, trovandole, tornavo a casa di ottimo
umore.
Finchè un giorno mi è sembrato di non vederle più; era stato
in realtà un giorno di vento che aveva parzialmente (ma non del tutto) staccato
le lenzuola. Anzi a ben vedere le scritte erano ancora lì, ma dell’una era
rimasto solo “Au” e del “Sofficino” solo qualcosa di indistinto. Mi verrebbe
voglia di recarmi presso quei cavalcavia e riattaccare bene quelle lenzuola, ma
capisco che non è una cosa molto semplice.
Adesso sono comparse altre scritte, che difendono
l’università dagli attacchi dell’attuale governo, scritte benemerite, per
carità, che sollevano l’attenzione su un problema molto sentito dai giovani e
non solo. Ma ovviamente non sono queste le scritte che cerco. Sono affezionato
a quelle che mi mettevano un po’ d’allegria nell’animo prima di rientrare a
casa e per ringraziare gli anonimi autori non posso far altro che unirmi al
loro grido: “Auguri, orso pacchione!!!”
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