A SCUOLA DI ROCK 2 - KINKS
di Dario Cordovana
Il grosso pubblico italiano li conosce poco, ma i Kinks sono
stati uno dei gruppi più importanti della musica rock inglese. Contemporanei
dei Beatles, dei Rolling Stones e degli Who, a loro si attribuisce in genere il
merito di aver creato l’hard rock con “You Really Got Me”, che fu il loro primo
successo. Effettivamente nel 1964 non era facile imbattersi in qualcosa di così
ruvido e diretto. Merito della penna di Ray Davies e della chitarra abrasiva di
suo fratello Dave, un po’ più giovane di lui e del quale oggi si direbbe che
era uno scavezzacollo. Una leggenda metropolitana da smentire assolutamente è
quella che attribuisce al session man più sfruttato all’epoca, tal Jimmy Page,
di aver suonato nel pezzo.
Dopo questo exploit i Kinks replicano con “All Day And All
Of The Night”, a cui i Doors si “ispireranno” (diciamo così) per comporre la
loro “Hello, I Love You”, mentre “See My Friend”, già nel 1965 palesa influenze
indiane. Ma la svolta arriva quello
stesso anno, quando con “A Well Respected Man”, Ray Davies comincia a fare un
salto di qualità a livello di composizione dei testi, che spesso ironizzano sui
modi di vivere e le aspirazioni dell’inglese medio. La musica ovviamente deve
assecondare tutto questo, e diventa più raffinata, più “pop” come si diceva
all’epoca. Innumerevoli le perle che il quartetto (allora completato dal
bassista Pete Quaife e dal batterista Mick Avory) regalerà a un pubblico
inglese che manderà in classifica i singoli (“Dedicated Follower Of Fashion”,
“Sunny Afternoon”, “Waterloo Sunset”, “Autumn Almanac”, giusto per citarne
alcuni), un po’ meno gli album (clamorosa l’indifferenza tributata a un
classico del 1968 come “The Kinks Are The Village Green Preservation Society”),
mentre l’America, dopo i successi iniziali, per un po’ starà a guardare, anche
perché dal 1965 al 1969 ai Kinks verrà impedito di fare concerti negli USA,
pare per il loro comportamento “un po’ vivace” sul palco.
Nel frattempo anche Dave Davies riscuote un grande successo
con l’hit “Death Of A Clown”, arrivato anche in Italia grazie ai Nomadi (“Un
figlio dei fiori non pensa al domani”), ma complessivamente il fratellino
faticherà a trovare il suo spazio e i suoi contributi all’interno e al di fuori
della band saranno alquanto irregolari.
Nel 1969 i Kinks pubblicano “Arthur Or The Decline And Fall
Of The British Empire”, album concept che, seppur pensato prima di “Tommy”
degli Who, soffre il fatto di essere pubblicato dopo. Con una popolarità in
calo nel Regno Unito e tutta da riconquistare negli Stati Uniti, i Kinks hanno
bisogno di qualcosa che li rilanci, e nel 1970 arriva uno dei loro più grandi
successi, “Lola”, un pezzo che parla di un tizio che senza saperlo ha una
storia con un travestito.
I primi anni ’70 Ray Davies orienta il repertorio della band
verso un genere che lui ama definire “rock musical”; i concerti vedono una
formazione allargata a dei fiati e, dopo l’abbandono di Pete Quaife nel ’69, un nuovo bassista, John Dalton. Gli
album di questo periodo contengono anche delle perle, ma complessivamente
risultano più sfocati, e l’opera rock “Preservation” (ma non chiamatela così in
presenza di Ray Davies!), divisa in due atti, mette a dura prova la pazienza
dei fans.
Nella seconda metà dei settanta i Kinks, tornati ormai da tempo
a fare concerti negli Stati Uniti, pubblicano una serie di album largamente
ignorati in patria, ma fortunatissimi al di là dell’oceano. Il loro genere si è
spostato verso un rock da stadio più al passo con i tempi, e forse il culmine
di questo periodo fortunato sarà l’album “State Of Confusion” del 1983, che
contiene il loro ultimo grande successo, “Come Dancing”. Poi curiosamente i
Kinks si troveranno ad essere molto apprezzati dalle nuove generazioni di
musicisti, con conseguente interesse al loro vecchio repertorio degli anni
sessanta, ma faticheranno a proporre con successo i loro nuovi lavori. L’ultimo
album in studio, “Phobia” è del 1993, e non è neanche male, ma vende
pochissimo. I Kinks come gruppo si congedano con un album unplugged con due nuovi
brani intitolato “To The Bone”. L’album risale al 1996 e da allora Ray Davies
(che ha pubblicato alcune cose a suo nome, tra cui due ottimi album di pezzi
nuovi) cerca di convincere suo fratello Dave a rimettere in piedi il gruppo, ma
senza successo. L’avanzare dell’età non aiuta, Dave ha avuto seri problemi di
salute, Quaife è morto nel 2010, e il desiderio di Ray di rimettere in piedi il
gruppo originale si è potuta concretizzare in una sola occasione, nel novembre
del 2005, quando tutti e quattro i membri originali hanno presenziato
all’ingresso dei Kinks nell’UK Music Hall Of Fame. Ma a volte è davvero dura
mettere d’accordo le teste di due fratelli, gli Oasis ne sanno qualcosa….
- 3 dischi da
avere: Face To Face, Something Else, The Kinks Are The Village Green
Preservation Society
- 1 disco da
evitare: Think Visual
You really got me
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