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17 febbraio 2025

Sanremo 2025: usato sicuro

di Dario Cordovana


Non era facile sostituire Amadeus che aveva impresso il suo marchio sul Festival di Sanremo per 5 anni. Intanto per i grandi ascolti, poi anche per il successo delle canzoni presentate, dovuto in parte a un ringiovanimento dei partecipanti e alla mancanza di rischi nella scelta del materiale principale, cioè le canzoni, spesso alla ricerca del tormentone, un modo di fare che, se aveva assicurato un grosso successo nell'immediato, aveva però suscitato parecchi mugugni e perplessità in quanti vedevano calpestata la tradizione. Quest'ultima impone che a Sanremo ci sia un certo quantitativo di canzoni melodiche e cantabili un po' da tutti. Il cast dei cantanti scelto da Amadeus invece si appiattiva spesso sullo stesso tipo di partecipanti, con poche eccezioni su quello che l'anno scorso era arrivato ad essere un cast di ben trenta cantanti.
Dopo aver inutilmente cercato di convincere Amadeus a proseguire si è deciso di puntare sull'usato sicuro, ed è venuto fuori un nome collaudato, quello di Carlo Conti, alla sua quarta esperienza alla conduzione. Conti ha cercato di non buttare il bambino con l'acqua sporca, cercando di accontentare un po' tutti. Il tentativo di ridurre i partecipanti da trenta a ventiquattro si è presto rivelato una pia illusione, e solo il ritiro di Emis Killa, dovuto a noie con la giustizia, ha permesso di far scendere a ventinove il numero dei partecipanti.
C'è stata una maggiore varietà nelle proposte, anche se il numero di giovani è sempre stato preponderante. Tutto questo, unito a una conduzione agile e a una scelta spesso azzeccata dei partner del padrone di casa, ha prodotto ascolti che, sorprendentemente, sono andati al di là delle più rosee aspettative, superando persino quelli dello scorso anno.
Adesso, per confermare il successo, non resta che aspettare il riscontro effettivo nelle classifiche di vendita e negli ascolti di queste ventinove canzoni. La strada sembra già ben tracciata per il vincitore Olly, a sorpresa per il pubblico distratto, ma non per quello dei giovanissimi che lo hanno mandato già al primo posto delle classifiche di vendita dopo la prima serata.
Al secondo e terzo posto due vere sorprese: gli esordienti Lucio Corsi e Brunori Sas, entrambi poco inclini a compromessi con il loro stile abituale, hanno fatto tornare il sorriso a chi spera sempre di ascoltare musica di qualità al Festival. Entrambi possono essere in qualche modo considerati dei cantautori. Di Corsi si parla bene da anni, ha già pubblicato quattro dischi e questo successo lo farà arrivare al grande pubblico. Brunori Sas fa una musica nel solco della tradizione cantautorale e i paragoni con i suoi modelli, soprattutto Francesco De Gregori, si sono sprecati.
Completavano la cinquina che si giocava la vittoria Fedez e Simone Cristicchi. Il primo, spesso al centro dell'attenzione mediatica per motivi extramusicali, ha dimostrato di avere un suo pubblico che lo segue e che ha fiducia nelle sue scelte. Il secondo ha emozionato il pubblico in sala e in parte anche quello a casa con una canzone dedicata alla mamma (il ritorno della mamma a Sanremo!), vittima di una malattia mentalmente degenerativa. Non gli sono però mancate critiche da chi ha pensato che lui si approfittasse di un argomento così delicato. Ha però vinto il premio della sala stampa, mentre il prestigioso premio della critica dedicato a Mia Martini è andato a Lucio Corsi, finito a un passo dalla vittoria e secondo anche nella serata delle cover, dietro Giorgia e Annalisa.
Giorgia, rimasta fuori dalla prestigiosa cinquina, è la grande delusa, in quanto in molti la davano come superfavorita e alcuni come sicura vincitrice. Rispetto alla precedente uscita festivaliera ha presentato un brano più semplice nella struttura, che lei ha riempito, forse fin troppo, di ghirigori che mettevano ancora una volta in mostra la sua straordinaria vocalità, ma non è bastato. La sensazione è quella che, anche con la vittoria, “La cura per me” non sarebbe comunque stata la canzone più premiata dai risultati nelle classifiche. La cantante si è comunque consolata con il premio della nota marca di telefonia che sponsorizza la manifestazione.
Molto più in basso, solo venticinquesimo, il chiacchierato Tony Effe, con una strana (per lui) canzone in romanesco che ha fatto pensare a Franco Califano. In affanno i “grandi vecchi” della manifestazione, con Marcella Bella ultima e Massimo Ranieri che sembrava venir fuori da un altro tempo, al netto delle loro esecuzioni valide e di grande professionalità.
Tra i giovani che si sono messi in luce nell'apposita categoria, al di là del vincitore Settembre, nel solco della tradizione, ha ben impressionato Alex Wyse, se si chiude un occhio sul suo look alquanto discutibile.
Operazione compiuta per Carlo Conti dunque. L'interesse per Sanremo è sempre vivo, anche se dal punto di vista della qualità delle canzoni la strada per la risalita è ancora lunga, gli autori sono spesso gli stessi a dividersi buona parte delle canzoni e il coraggio di rischiare di uscire da una comoda comfort zone ce l'hanno davvero in pochissimi. Ci vorrà tempo e tanta, tanta pazienza...

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