Oggi inauguro questa rubrica descrivendovi un disco del duo Battisti-Panella del 1990. La Sposa Occidentale. È il terzo della serie di 5 album scritti da Battisti-Panella dopo Don Giovanni 1986 e L’apparenza 1988 e prima di CSRA (Cosa succederà alla ragazza) 1992 ed HEGLE 1994. Questo disco si pone a metà tra la produzione di Battisti iniziale e quella di metà anni novanta e non a caso a mio avviso costituisce la massima essenza della poesia musicale che il duo è riuscito a concepire, come se fosse un vertice di una parabola. Certo non vi sono archi e melodie da orchestra, come del resto in tutti gli altri album realizzati cantando poesie di Panella, tuttavia a mio avviso vi è una piacevolissima aria musicale che richiama sempre il Battisti anche della prima ora. Quel modo di cantare unico, quegli esercizi melodici che, negli ultimi album, seppur a tratti solo accennati, costituiscono comunque sempre l’insieme di elementi che fornisce l’impronta di Battisti. Un autore musicalmente unico che per metà degli anni della sua produzione (vent’anni circa) ha saputo comunicare con i suoi ascoltatori solo attraverso la sua musica e che per questo è naturale che viva senza tramontare in quanto la sua musica non è legata ad una presenza scenica continua. In particolare con l’ultima produzione ha avuto la grandezza di fare qualcosa di nuovo e non badare assolutamente alle vendite, che naturalmente hanno raggiunto dei livelli inferiori alle sue precedenti produzioni con Mogol, perché frutto di un cambiamento radicale e di una ricerca musicale che pochi allora capirono ma che oggi sembra rivalutata, anche con il ritorno alle sonorità elettroniche tipiche degli anni ‘80. Credo comunque di dilungarmi un po’ troppo nel contemplare la grandezza di Battisti…, forse sarebbe meglio parlare dell’album… Si compone di 8 canzoni che dal titolo già indicano lo scopo dell’album: poesia in musica elettronica che narri il rapporto uomo-donna nell’età contemporanea. Questo disco ha 17 anni e non li dimostra affatto. È un disco con sonorità senza tempo ma che, al contempo, può recare fastidio ad un ascoltatore poco attento. Le canzoni sono: - Tu non ti pungi più - Potrebbe essere sera - Timida molto audace - La sposa Occidentale - Mi riposa - I Ritorni - Alcune non curanze - Campati in aria Nel ’90 le radio trasmisero soprattutto La sposa occidentale che oltre a dare il titolo all’album era proprio la canzone di punta. Una graziosa canzone che tratta del rapporto di un uomo con la sua amata un po’ esigentina, comunque non è certo la migliore canzone dell’album… A mio avviso I Ritorni e Campati in aria sono punte di autentica poesia magistralmente orchestrate con il sintetizzatore in una sonorità del tutto priva di archi e delle melodie che avevano caratterizzato la produzione precedente di Battisti, ma pregne di una melodia nuova direi comunque sempre battistiana. Poi i versi, non sempre facili da capire, sono autentiche perle. Di seguito, a titolo di esempio, riporto Campati in aria la canzone che chiude l’album e che mi mette sempre tanto buon umore.
Campati in aria
Sei molto presa dall'idea che infine ci incontreremo: vedi sempre la stessa scena, e non si sa da dove venga io, ma per comodità la mia figura si forma in quel momento e qualcosa ti cade di mano, anzi no. Sei tornata a fiorire tu vignetta gentile con una fretta di furbe nubi d'aprile. E provavo qualche cosa per te, questo provai, soltanto che mi sfuggì quella prova. Non ci vediamo che da sempre e questa ti pare una buona ragione per sporgere le labbra, come un fischio, e poi guardare altrove, senza però fischiare, cominci a capire chi siamo: i nostri emissari venuti a discutere molti punti difficoltosi. Ho stravisto per te non so chi, non so che, resta lo stile delle agitate vigilie. E il tumulto che da te sortì, detto così, so solo che mi sfuggì qualche sussulto. E tu nonostante ciò solleciti, mesta, calma e onesta e un po' scolastica. Potremmo per miracolo inciampare con la stessa disinvoltura ed eleganza con la quale sprofondano i piroscafi in mare, con tutte le luci accese, e si direbbe che a bordo c'era un ballo, luccicando le stesse vaghe spine, indigeste, degli estri scritti, tra i fitti immensi nerastri. E ti strinsi, ed il senso sparì: essendo lì, nel senso che mi sfuggì, seguendo l'istinto, tutto il senso che s'è letto, tutti i libri.
Un disco nella memoria - invito all’ascolto: La sposa occidentale
Per dirla con Mollica diciamo subito che "Anima Latina" è un disco bellissimo, anche se quando è uscito ho avuto bisogno di qualche ascolto per apprezzarlo (d'altra parte non avevo neanche 13 anni...). "Anima Latina" è così particolare che i suoi fans ce li ha (uno per tutti Tricarico). Quello che andrebbe rivalutato è "Il nostro caro angelo" che spesso viene trattato male anche se contiene meraviglie come "Il nostro caro angelo", "Questo inferno rosa", "Io gli ho detto no"...ascoltare per credere.
è che ne pensate di Anima Latina 1974?
Pur essendo un disco scritto con Mogol è,comunque, piuttosto insolito per l'epoca.
Penso che la grandezza di Lucio Battisti stia nella sua capacità di essere unico indipendentemente dai parolieri delle sue canzoni.
dario71
17/03/2008 11:49:29
beh ... anche Don Giovanni non era malaccio ...
anzi, secondo me, essendo stato il primo (se non sbaglio) della coppia Battisti/Panella è forse il più originale.
"La sposa occidentale" è proprio un bell'album (poi ognuno ha le sue preferenze...a me piacciono moltissimo "Alcune noncuranze" e "Tu non ti pungi più"); però è secondo me inferiore sia a "L'apparenza" (che mostra una notevole influenza della musica classica sul nostro) che a "Cosa succederà alla ragazza" (ispiratissimo nelle melodie, mai banali). Comunque è una cosa molto lodevole che qualcuno ogni tanto riparli di questi dischi ingiustamente trascurati nella produzione battistiana. Bravo!