Per primo cambio io! Campagna apartitica per la cultura del bene collettivo
di Mingo Romano
Il Centro Studi Anghelos , in occasione delle prossime elezioni lancia una campagna apartitica per la cultura del bene collettivo dal titolo Per primo cambio io!Si parte dal presupposto che l’elettore scelga il candidato secondo due scelte principali: il tornaconto personale e il bene collettivo. Significativamente non è prevista una terza possibilità; pertanto, neppure incidentalmente, tornaconto personale e bene collettivo possono incrociarsi. Ecco le linee guida della campagna Per primo cambio io! Tratte direttamente dal sito dell’Associazione.
Poiché non viviamo separati dagli altri, ma in strettissima relazione, condividendo spazi, risorse, elementi vitali, ecc. pensare di poter raggiungere il nostro bene personale senza preoccuparci del bene comune, o peggio andando contro esso, è una grande ILLUSIONE.Il bene personale passa attraverso il bene delle varie collettività, territori e dell’ambiente tutto a cui facciamo riferimento. Non c’è altra possibilità.Chi può garantire grande parte del bene comunitario sono i governanti e gli amministratori ai quali conferiamo fiducia e potere per governare ed amministrare noi e tutto ciò che abbiamo in comune. Questo compito e relativa responsabilità non è certamente per tutti; affinché qualcuno si metta seriamente ‘a servizio’ degli altri invece di ‘servirsi’ di essi, è necessario che sia dotato di onestà, capacità e soprattutto di ‘coscienza’ di comunità (affideremmo mai la ‘cassa’ di casa nostra ad un malvivente, incompetente ed interessato solo a se stesso?).Ma di altrettanta coscienza e responsabilità deve essere dotato chi li sceglie. Votare governanti e amministratori solo per tornaconto personale (favore, clientelismo, denaro, perché ne posso avere comunque un ritorno, per sistemare i propri figli, perché lo conosco e non posso dirgli di no, ,…), senza tenere conto, quindi, di alcuni requisiti indispensabili significa consegnare il destino di una comunità, e quindi anche il proprio, a chi non interessa nulla di questa e del suo bene. Laddove ci porta qualche reale vantaggio personale muove, comunque, tutta una serie di conseguenze negative che si ritorcono contro di noi. E gli effetti di questa diffuso modo di pensare sono sotto gli occhi di tutti: società allo sbando, economia in crisi ed assenza di posti di lavoro, disfunzione dei servizi (ospedali, scuole, …), invivibilità delle città e dei territori extraurbani, inquinamento dell’aria, dell’acqua, degli alimenti, …malessere e infelicità collettiva.Optare per il bene comune, e per chi lo può realmente garantire, facendo scelte sentite, coraggiose e lungimiranti (rinunciando anche momentaneamente a qualcosa di personale), è l’unica possibilità che abbiamo per raggiungere un vero bene individuale: un sistema che ‘funziona’ in tutti i suoi livelli fa stare ‘bene’ tutti coloro che ne fanno parte.
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