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28 agosto 2008

5 in condotta

di Daniela Vaccaro



L'informazione che passa sulla nuova (ennesima) riforma della scuola è quantomeno parziale.
I mezzi di informazione strombazzano, naturalmente, la storia del voto in condotta, che è quella che fa più presa. E tacciono sul resto.
A scanso di equivoci, lo dico subito: sul voto in condotta che fa media e che può essere causa di bocciatura io sono d'accordissimo. Lo considero sacrosanto, per invertire una tendenza che ormai ha fatto di molte scuole italiane un caravan-serraglio dove è impossibile insegnare.Poco mi importa che qualcuno a sinistra parli di sistemi da anni '50 e di strumento propagandistico. Il rigore è necessario e la mia formazione semi-anglosassone mi insegna che a scuola si va per studiare e non per fare casino. Se è un'idea di destra, vuol dire che sono un po' di destra.
Quanto al resto, attenzione.
Primo punto, il ritorno dei voti alle elementari e alle medie, per esigenze di chiarezza, dice il ministro. Ma siamo sicuri che un bambino capisca 7 o 8 meglio di distinto e ottimo? E per quanto sia a favore della severità, mai userei voti eccessivamente punitivi per l'insufficienza di una creatura che ha ancora un'età che si scrive con un numero solo.
Sul maestro unico, ci sono discorsi da secoli: meglio la figura di riferimento unica, meglio più figure. Qui confesso una certa impreparazione.
La questione di cui però non si parla quasi per niente, e che mi sembra la più discutibile, è quella relativa alla trasformazione delle scuole in fondazioni. Tanto poco se ne parla che, da una ricerca in internet, scopro che l'idea era già di Fioroni.
Credo che sia chiaro cosa possa significare la presenza di un privato - industriale, commerciante - nel consiglio d'istituto. Significa indirizzare in senso aziendale la gestione, tagliando i settori meno "produttivi". Che sono sempre quelli in cui già adesso la scuola pubblica italiana è carente: accoglienza reale degli alunni disabili (ci sono stati tagli impressionanti nel numero degli insegnanti di sostegno), integrazione degli studenti stranieri, investimenti per il disagio nei quartieri a rischio.
Un'azienda investirà sempre e comunque (ed è sacrosanto che lo faccia, per carità) sui settori che le procurano un ritorno quantificabile in soldi. Siamo sempre alla solita idea: come Berlusconi si riferisce all'Italia come all'"azienda Italia" (orrore!), così il ministro tratta la scuola come un'azienda.

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il discorso che fai sulla scuola, secondo me, rende poco l'idea di quello che sta succedendo: si sta sistematicamente smantellando la scuola pubblica pezzo per pezzo e l'attacco è su tutti i fronti per cui non si capisce da quali colpi pararsi prima...ammesso che ci si possa parare. Il voto in condotta come strumento di lotta al bullismo è solo fumo negli occhi, i "bulli" sono il più delle volte i ripetenti ed i ragazzi che vanno male a scuola (per diversi motivi) e secondo la ministra/avvocato la ricetta è il voto in condotta? Ma siamo seri: questo lo può sostenere solo chi pensa che ai bambini vadano puniti se mangiano chili di nutella e non spiegata cos'è una sana alimentazione!!! Ma daltr'onde cosa ci si può aspettare da una tizia che ha poco più di trent'anni, è laureata in legge, lei si dice avvocato amministrativista (vorrei proprio vedere quando ha fatto l'avvocato se da '94 fa la politica!), e che, probabilemente, no ha mai avuto contatti con la gestione concreta della scuola???
Daniela, almeno tu ti confessi impreparata circa alcuni aspetti pedagogici dell'insegnamento, ed io più di te, ma questa ministra cosa vuoi che ne sappia più degli insegnanti stessi? Questa ministra che dichiara, sconcertata, che il 97% del budget (notare il temine prettamente aziendale) della scuola va in stipendi, per cosa vorrebbe usasrli i soldi se non per pagare gli insegnati per organizzare corsi di ceramica e decupage? Forse Fioroni aveva in mente la trasformazione delle scuole in fondazioni, forse, non lo so ma so che con Prodi avevano un piano di 150.000 immissioni in ruolo in tre anni, smaltimento delle graduatorie permanenti, stabilizzazione dei precari. Questa invece vuole tagliare 85.000 posti di lavoro nei prossimi tre anni, ed ha iniziato quest'anno con la decurtazione di circa il 30% degli insegnati di sostegno... ma questa ministra lo sa come si lavora nelle classi con bambini portatori di handicap e senza insegnate di sostegno, ci si stupisce che ne va di mezzo la qualità dell'insegnamento?
Daniela: mala tempora currunt...e ancora 'un amu vistu nenti!

marco

29/08/2008 12:23:12


 
 

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