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9 novembre 2008

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 33- Un disco per l’estate 1967 (Fase finale)

di Dario Cordovana



Diamo adesso uno sguardo alle magnifiche venti che si sono qualificate per le due semifinali di “Un disco per l’estate” 1967…oddio “magnifiche” non è proprio la parola che viene in mente all’ascolto di “Tu che sei l’amore” di Tony Del Monaco, un pezzo banalissimo e senza pretese da cantare a squarciagola (e che arriva comodamente in finale!). Decisamente il cantante di Sulmona poteva fare meglio. Inutile invece pretendere più di tanto da Robertino, detto “il Claudio Villa dei poveri” che guadagna la finale con “Era la donna mia”. Nel reparto “motivetti allegri” troviamo anche la briosa “Uno tranquillo” di Riccardo Del Turco che, dopo il successo di “Figlio unico” dell’anno precedente, consolida le sue posizioni in attesa di “Luglio” del 1968.

La prima serata viene comunque trionfalmente vinta da Jimmy Fontana, che dopo l’exploit del 1965 con “Il mondo”, ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi la manifestazione. La sua “La mia serenata” (scusate il bisticcio) è infatti un motivo arioso e ben costruito, con una melodia orecchiabile e non banale. Per il resto, a parte la promettente-rimasta-tale Gabriella Marchi, la prima serata propone una serie di cantanti estivi-che-più-estivi-non-si-può come Anna Identici, Remo Germani, Anna Marchetti, Peppino Gagliardi e Isabella Iannetti, che con “Corriamo” (correva perché diceva “il mondo ha bisogno di noi”, nello stile di “noi siamo i giovani…”) vola in finale prima di…finire la benzina (arriverà ultima).

La seconda serata è più interessante per la presenza di un grande successo d’epoca come “La rosa nera” di Gigliola Cinquetti (il verso “ma una rosa di sera, non diventa mai nera” divenne quasi proverbiale) e di due canzoni immortali: “Nel sole” di Al Bano e “Se stasera sono qui” di Wilma Goich.

“Nel sole”, come i migliori pezzi successivi di Al Bano è quasi una romanza, con delle trovate geniali nell’arrangiamento (la batteria che fa il ticchettio dell’orologio mentre Bano canta “ma perché questa notte/ha le ore più lunghe che non passano mai”). Successo meritatissimo come anche quello di “Se stasera sono qui”, un inedito di Luigi Tenco, cantato con dolcezza da Wilma Goich e che l’anno successivo nella versione di Mina sarebbe diventato un torrido blues.

In finale arrivano anche Tony Renis con la classica melodia (anche troppo) di “Non mi dire mai good-bye” e Orietta Berti con “Solo tu” (canzone nella scia di “Tu sei quello”, con cui si era aggiudicata il “Disco” 1965). Restano fuori Fiammetta, dalla fresca notorietà dovuta al fatto di avere aperto i concerti italiani dei Rolling Stones (scusate se è poco!), Umberto (“Gioventù, gioventù, passi in fretta e non torni più…”) e Franco Tozzi.

La serata finale premia Jimmy Fontana che trionfa davanti alla Cinquetti e alla Goich. Al Bano, vera rivelazione, si piazza sesto, ma si rifarà nelle classifiche di vendita…

Albano canta "NEL SOLE" (tratta dall'omonimo film)


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Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 33- Un disco per l’estate 1967 (Fase finale)
 

 

"Il Mondo" di J. Fontana fu sonoramente fischiato dal pubblico (invero non numeroso) del concerto pomeridiano dei Beatles al "Vigo" di Milano nel giugno 1965: io c'ero e me lo ricordo bene! Anch'io, pur tredicenne, avvertivo il tono insopportabilmente retorico della canzone.
Passando a Wilma Goich, hai visto che tristezza oggi? In mano agli aguzzini usurai, per aiutare la figlia in gravi difficoltà. Anche la Goich apparteneva alla sponda vecchia della canzone italiana, ma mi piaceva (e mi piace ancora), per il suo tono lieve e gentile: l'opposto di Al Bano! Aggiungi che è di Varazze, località balneare per me di casa. Grazie Dario, per questi utili cimenti della memoria salvata! Sandro

Sandro

10/11/2008 20:16:38


 
 

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