Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 35 - Il Cantagiro delle polemiche - 2
di Dario Cordovana
Per trovare la gara vera e propria nell’edizione 1967 del
Cantagiro bisogna guardare il girone B (riservato ai giovani) e il girone C
(appannaggio dei gruppi). Ebbene per quanto riguarda il girone B la prima cosa
che salta agli occhi è il titolo della canzone di Roberta Amadei: “Accipicchia
l’Angelicchia”. Ci sono naturalmente Ico Cerutti e Pilade che provenivano dal
clan di Celentano (che sicuramente avrà subordinato la sua partecipazione a
quel Cantagiro all’inserimento dei suoi protetti…e a tante altre cose). Più
fortunato di Cerutti (che presentava il sequel del suo successo “L’uomo del
banjo”), sarà Pilade che si piazzerà quarto. Poca fortuna avrà un ancora
giovanissimo Mino Reitano (credevate che scherzasse quando diceva di avere
fatto molta gavetta? In realtà la sua carriera comincia molto prima…in
Germania, ad Amburgo, dove Beniamino and his Brothers dividevano il palco…con i
Beatles!). Alla fine il vincitore potrebbe essere il bravo Mauro Lusini, già
autore di “C’era un ragazzo…” che presenta un buon brano dal titolo “La mia
chitarra”, se non fosse che lo scalpitante Massimo Ranieri, appena
diciassettenne, sfonda con “Pietà per chi ti ama”, proponendosi in un sol colpo
come: 1) il nuovo idolo delle donne 2) il nuovo idolo delle nonne 3)
quello-col-bel-faccino-che-canta-a-squarciagola-canzoni-struggenti-ma-che-più-struggenti-non-si-può.
Eh ne sentiremo ancora parlare, altrochè!
Nel girone C avvengono come al solito le cose più
emozionanti: non c’è la lotta epocale tra Rokes ed Equipe 84 dell’anno prima,
ma anche quest’anno le canzoni storiche non mancano: anzitutto i Nomadi che
presentano “Dio è morto” di Guccini, che come tutti sanno venne censurata dalla
Rai, ma non da Radio Vaticana (uuh, che figuura!); i Ribelli di Demetrio
Stratos (il più grande cantante della musica pop italiana?) con “Pugni chiusi”;
i Primitives di Mal Ryder (e poi semplicemente Mal), all’anagrafe Paul Bradley
Couling, appena arrivato dall’Inghilterra con i suoi compari (tra cui un
batterista con una folta capigliatura a caschetto bianca) e già popolarissimo
con “Yeeeeeh”; i Camaleonti con “Non c’è niente di nuovo”, un brano incalzante
in cui le parti vocali sono per una volta democraticamente divise tra Tonino
Cripezzi (voce de “L’ora dell’amore”) e il baffuto Livio Macchia (voce di
“Applausi”). Una menzione anche per i Rokketti, il cui leader Santino Rocchetti
otterrà qualche successo a metà degli anni settanta. Ci sono anche due gruppi
storici come i Dik Dik e i Giganti, con due brani minori nella loro produzione;
alla fine i Giganti, all’apice del successo dopo Sanremo, ma già in crisi
(tanto che si parlava di scioglimento), si piazzeranno al secondo posto. Il primo posto invece sarà dei Motowns di Lally Stott con “Prendi la
chitarra e vai”; anche i Motowns facevano parte di quegli inglesi che
sbarcavano in Italia in cerca di fortuna e Harold Stott detto Lally era
l’elemento più appariscente, grazie a dei capelli lisci lunghissimi; dopo lo
scioglimento del gruppo nei primi anni settanta ebbe anche un buon successo
come solista (sempre in Italia, ça va sans dire) con brani come “Chirpy Chirpy
Cheep Cheep”, “Jakaranda” e “Good wishes good kisses” (quest’ultima sigla de
“La donna di picche”, giallo della serie del tenente Sheridan), e poi come
autore per i Middle of the Road (“Tweedle Dee Tweedle Dum”) e persino per Mina…
Massimo Ranieri canta "Pietà per chi ti ama"
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