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13 dicembre 2008

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 36 - Le Canzoni dell'autunno 1967

di Dario Cordovana



Se il 1966 si era distinto per la definitiva affermazione della musica beat ed il 1968 vedrà affacciarsi la moda del revival della musica anni venti e l’affermazione del rhythm and blues, il 1967 è stato un anno di transizione. Certo non sono mancate le belle canzoni, ma dal punto di vista stilistico le novità latitano. Ne sono prova le canzoni più in voga in quell’autunno che raramente si collegano ancora alla musica per i giovani dell’anno precedente (uno degli esempi in tal senso è “San Francisco” di Bobby Solo, versione italiana del successo di Scott McKenzie, e che si rifà all’estetica del movimento dei figli dei fiori), ma più spesso ricalcano vecchi modelli, su tutti quello della canzone tradizionale, magari da night, che piace ai giovani romantici, ma strizza l’occhio ai genitori, e talvolta anche ai nonni.

E’ il caso della pur bella “Poesia” di Don Backy o della dominatrice delle classifiche autunnali: “Parole” di Nico e i Gabbiani, canzone che sarà al vertice delle classifiche di vendita per sei settimane di seguito prima di essere spodestata da “Mama” di Dalida (anche questa non certo un indiavolato shake, ma anzi una delle canzoni più drammatiche della cantante del Cairo). Un altro esempio di questa classicità è “Tenerezza” di Gianni Morandi, solo un moderato successo per lui, mentre di un altro tipo di classicità (dell’influenza della musica classica cioè) erano permeate “Senza luce” dei Dik Dik e “L’ora dell’amore” dei Camaleonti, due versioni piuttosto mediocri, ma di grande successo dei brani “A whiter shade of pale” e “Homburg” dei Procol Harum.

Anche per quanto riguarda i nomi, a parte il caso di Nico e i Gabbiani, che inutilmente cercheranno negli anni di replicare il successo di “Parole”, sono i big di sempre ad entrare in classifica: manca la Pavone, un po’ in declino, ma ci sono Morandi, Dalida (che scossa dal suicidio di Tenco anche lei quell’anno tenterà di togliersi la vita, e come risultato invece raccoglierà in questo periodo i maggiori frutti della sua carriera in Italia), Don Backy (in costante ascesa che toccherà il suo culmine nel controverso Sanremo del 1968), Bobby Solo, e due gruppi molto noti come i Dik Dik e i Camaleonti. Ci sono, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno anche Mina e Celentano, rispettivamente con “La banda” di Chico Buarque de Hollanda e “La coppia più bella del mondo” di Paolo Conte, noto duetto del molleggiato con la consorte Claudia Mori.Per la verità un nome “nuovo” per le classifiche italiane si trova e non sto parlando del francese Christophe di “Estate senza te” (che è appunto, francese), e nemmeno dello Stevie Wonder de “Il sole è di tutti” (che, guardacaso è americano),  ma…di Alberto Lupo, che riuscirà ad entrare in classifica con la bizzarra “Io ti amo”, nella quale il noto attore più che cantare declama i versi del testo. Sarà lui la nuova speranza della canzone italiana?

Alberto Lupo "canta" IO TI AMO ...


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