Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Le classifiche premiano Nada
di Dario Cordovana
Dalla seconda metà di febbraio 1969, giusto il tempo di dare alla gente il tempo di scendere da casa e recarsi al più vicino negozio di dischi (o all’UPIM che allora li vendeva), le canzoni di Sanremo cominciano a soppiantare quelle di Canzonissima ’68, in un rituale che ci ricorda l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni. Oddio “cominciano” non è forse il termine adatto. Diciamo che in un paio di settimane c’è un vero e proprio sfratto esecutivo, con “Zingara” che prende la testa della classifica nella versione di Bobby Solo (quella della Zanicchi comunque entrerà nei primi dieci) e “Ma che freddo fa” della giovanissima Nada che momentaneamente si deve accontentare della piazza d’onore (si rifarà molto presto conquistando il primo posto, mantenuto per cinque settimane di seguito; alla fine risulterà il disco più venduto di quelli di Sanremo ’69). Ottimi risultati ottengono anche “La pioggia” di Gigliola Cinquetti, “Bada bambina” di Little Tony e “Tu sei bella come sei” di Mal e i Primitives, e in misura minore “Un’ora fa” di Fausto Leali e “Un sorriso” di Don Backy, mentre fa solo una fugace apparizione “Zucchero” di Rita Pavone. Mancano in quest’elenco “Lontano dagli occhi”, canzone seconda classificata che verrà incisa a breve dagli Aphrodite’s Child di Demis Roussos e “Un’avventura” di Battisti, che per fare la sua prima comparsa tra i magnifici dieci dovrà attendere ancora qualche mese e…”Acqua azzurra acqua chiara”. Dall’invasione sanremese si salvano soltanto “Scende la pioggia” di Gianni Morandi, relegata però alle ultime posizioni e “Ob-la-di Ob-la-da” dei Beatles, un 45 giri pubblicato in Italia, ma non nel Regno Unito, ma che si rivela di grande successo. Passerà circa un mese per vedere in classifica qualcosa di diverso dalla rassegna ligure: il solito Celentano con “La canzone di Serafino”, Sylvie Vartan con “Irresistibilmente” e poi con “Buonasera buonasera”, sigla iniziale del programma del sabato sera “Doppia coppia” e poi “Eloise” di Barry Ryan che alla fine strapperà il primo posto a Nada. Ai cantanti di Sanremo meno fortunati non resterà che prendere parte come ospiti alle tante trasmissioni televisive che prevedevano il cantante di turno e gli davano la possibilità di riproporre la canzone ascoltata già due o una volta (per quei cantanti poco fortunati che non erano arrivati in finale) a Sanremo. Ecco sfilare Caterina Caselli, Rocky Roberts, France Gall, Sergio Endrigo, Orietta Berti nelle prime puntate del programma della domenica pomeriggio “E’ domenica ma senza impegno” condotto da Paolo Villaggio (che proponeva il personaggio di Fracchia con Gianni Agus magnifica spalla) con Ombretta Colli (che cantava e presentava i cantanti), il Quartetto Cetra, Cochi e Renato e Oreste Lionello. Un programma che con questo cast (Colli a parte) aveva pochissimo di nazional-popolare, ma era seguitissimo e quindi la presenza come ospite per un cantante era molto ambita. Anche la sigla “Francamente” era molto curiosa, sia dal punto di vista dei testi “Francamente non capiamo perché/perché essendo una giornata così/perché non preferiate andare in giro col sole/via dalle città in campagna al mar oggi che è festa” (in tempi di ricerca sfrenata dell’audience come quelli odierni sarebbe inconcepibile), che dal punto di vista della musica, una raffinatissima bossa nova, orecchiabile fino a un certo punto. Altri tempi cari miei, altri tempi…
NADA: "Ma che freddo fa"
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