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22 aprile 2010

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Passerella di “Un Disco per l’estate” 1969

di Dario Cordovana



La rassegna estiva come al solito presenta in quattro serate televisive tutti i cantanti iscritti che poi dopo regolare votazione delle giurie vengono ridotti a 24. Di questi fortunati parleremo nel prossimo capitolo, mentre adesso ci concentreremo sugli esclusi.
Intanto bisogna dire che come al solito il Disco per l’estate si conferma la più democratica delle rassegne canore: se non hai la canzone buona non passi, pure che ti chiami Frank Sinatra. Ora naturalmente Sinatra al Disco-estate non ha mai partecipato, ma voglio dire che l’ultima dei promossi è una certa Milva e tra gli esclusi insieme a tanti sconosciuti qualche nome noto si trova. Non ci sono però le sorprese dell’anno precedente quando gli esclusi si chiamavano Battisti, Dalla, Paoli e Di Capri. Qui troviamo Fausto Leali (“Tu non meritavi una canzone”), Carmen Villani (“Viva la vita in campagna”, che non entra per poco, ma non suscita i rimpianti di “Per dimenticare” dell’anno precedente), qualche vecchio habitué della rassegna con la luna storta (Fiammetta con “Ma che domenica” o Robertino che con l’indescrivibile “Intorno a me i mulini” arriva nelle ultime posizioni), la deb Rosanna Fratello che ancora una volta come a Sanremo manca per poco l’ingresso in semifinale; la sua “Lacrime nel mare” si rivela fin troppo vivace per le sue caratteristiche. Qualche rimpianto suscita Armando Savini con “Balla balla ballerina”, una canzone ben costruita che per qualche motivo non ce l’ha fatta a sfondare. Bocciati senza pietà anche Mino e Sergio provenienti dai Giganti, con la loro “Il cinema” seguono la sorte del loro ex-compagno Checco a Sanremo.
A ben guardare il resto delle canzoni non si avvicina granché ai livelli dell’annata precedente e si fa fatica a trovare qualche motivo degno di menzione. Forse “Fogli di quaderno” dei Califfi, aveva un arrangiamento moderno e quindi risaltava in un panorama di canzoni tutto sommato rimaste indietro di qualche anno in quanto a stile.
Ma ovviamente non si può parlare degli esclusi senza menzionare tre personaggi allora semisconosciuti che però faranno una carriera di tutto rispetto, a cominciare da Christian da Palermo che prende solo 13 voti con la sua “Oro e argento” (la qualificazione è a 31 voti). Solo 12 sono i voti per “Gente qua gente là” di Fiorella, ancora acerba interprete quindicenne che fa solo lontanamente intravedere in questo poco più che dignitoso pezzo estivo che parla di solitudine (a livelli non molto alti in verità) le qualità che il pubblico le riconoscerà adesso che al nome Fiorella ha aggiunto da tempo il cognome Mannoia.
Infine soli 10 voti per “Bella ragazza” dell’ex-voce dei dischi della N.E.T. (Nuova Enigmistica Tascabile) Franco Battiato, ma nessuno scandalo…non credo che il buon Franco avesse ancora trovato la sua strada e “Bella ragazza” con il suo “Senza di te come si fa/Bella ragazza lo sai non mi diverto…” cantato a squarciagola (!!!), non era certo un pezzo sperimentale, anzi…e prendeva 10 voti! Ma allora – avrà pensato il nostro – tanto vale che me ne frego di quello che può piacere al pubblico e ai discografici e faccio quello che mi pare! La storia gli ha dato ragione, voi che ne dite?...


BELLA RAGAZZA (Franco Battiato)




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In effetti ben prima de "L'era del cinghiale bianco", che comunque cercava già un compromesso tra le sue sperimentazioni e i gusti del pubblico, Battiato si era fatto un nome come sperimentatore nei primi anni 70 con album quali "Fetus", "Pollution", "Sulle corde di Aries", "Clic" e altri ancora più sperimentali come il terrificante (non in senso necessariamente negativo) "L'Egitto prima delle sabbie"...

Dario C.

28/05/2010 17:43:33


"Balla balla ballerina" piaceva sia a me che ai miei amici; nel 1969 non compravo più dischi (l'impegno politico assorbiva tutte le mie energie... e le mie stentate finanze di diciassettenne, ma forse la registrai sul magnetofono Geloso. Quanto al quesito finale: sì, Battiato ha fatto bene a voltar le spalle al pubblico dei 45 giri e ad andare per la sua strada. Io come prima canzone del nuovo corso ricordo "L'era del cinghiale bianco", ma certo in mezzo ci deve essere stato un buon cammino di sperimentazione artistica.

Sandro

26/05/2010 01:26:32


 
 

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