La notizia è questa: dopo grano, pontili, scogliere, vigne e quant’altro, quest’anno la manifestazione estiva deve fare a meno di Louiselle. Malgrado ciò l’organizzazione cerca in tutti i modi di tirare avanti sfornando 54 canzoni nuove, che dopo le prima fase eliminatoria, si ridurranno a 24 che poi verranno trasmesse dalla radio nazionale per tutta l’estate. In questa prima fase invece sono presenti anche le trenta canzoni escluse ed è a queste che rivolgeremo il nostro sguardo per vedere se ce n’è qualcuna che avrebbe meritato miglior sorte. Effettivamente qualche canzone più che degna di nota rimasta fuori come al solito c’è e chissà perché a rimanere fuori sono soprattutto i gruppi, i complessi (come ancora si chiamavano all’epoca). Quasi un delitto lasciar fuori “Adagio” dei Domodossola, che verrà poi ripresa con maggiore efficacia da Mina, una che certo non si lasciava condizionare da un frettoloso giudizio negativo del pubblico: se una canzone era bella era bella, poche storie. Come bella era anche “Fantasia” degli Alunni del Sole, ma si sa, Paolo Morelli è un compositore decisamente sopra la media. Ciò nonostante gli Alunni del Sole negli anni seguenti avranno spesso successo d’estate… ma non al “Disco per l’estate” dove non riusciranno mai a passare le eliminatorie. Bocciate anche Le Orme de “L’aurora”, delle Orme non ancora progressive, ma certamente in grado di comporre una bella melodia. Chi invece tenta la carta del rock quasi progressive è il gruppo della Nuova Idea e il titolo della canzone è proprio tipico del genere (“Pitea, un uomo contro l’infinito”), tuttavia manca un po’ di personalità; ad ascoltarli si capisce che il punto di riferimento sono i New Trolls. Questi ultimi falliscono la qualificazione dopo i successi del ’68 (“Visioni”) e del ’69 (“Davanti agli occhi miei”). Tuttavia “Una nuvola bianca” non sembra essere francamente all’altezza delle due precedenti. Sempre parlando di gruppi, al “Disco per l’estate” 1970 si rivedono dopo due anni dal loro scioglimento i Giganti, che proprio qui avevano avuto la consacrazione nel 1966 con “Tema”. Vocalmente non si discutono, ma “Charlot” non ha la verve dei loro vecchi successi. Sentiremo ancora parlare di loro, ma il grosso pubblico se ne terrà lontano. Vanno fuori anche i Protagonisti, con pochi rimpianti, e i Bisonti, uno dei gruppi storici degli anni sessanta, che con “Oh simpatia” non scrivono certo una delle loro pagine più memorabili. Sul resto cosa dire? Tragicamente sotto la sua media la canzone di Bobby Solo (“Occhi di fuoco”), mentre Kocis, il fratello di Al Bano, ha ereditato un timbro di voce che vuoi o non vuoi ti riporta sempre alla mente l’ormai marito di Romina Power. A proposito di parentele, poca fortuna per gli appartenenti al clan di Celentano: fuori Gino Santercole e Pio. Un’ultima notazione in stile “Saranno famosi”: come nel ’69 quando toccò a Christian, Battiato e la Mannoia, anche nel ’70 abbiamo un esempio della “lungimiranza” del pubblico votante. A rimanere fuori sono Angela Bini (che nei tardi anni settanta avrà successo con il duo Juli & Julie), Toto e i Tati (prima apparizione di Toto Cutugno) e Claudio Baglioni. Nel caso di quest’ultimo però ci sono delle attenuanti: “Una favola blu” non l’aveva mica scritta lui…