Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Un disco per l’estate 1970: seconda serata
di Dario Cordovana
Gian Pieretti apre la seconda serata con la melodica “Viola d’amore”, una bella canzone che però non porta fortuna al suo interprete che si ferma in semifinale. A seguire Rosanna Fratello che porta in finale “Una rosa e una candela”, che non si discosta dal suo solito repertorio. Terza canzone in gara è “Ho camminato” di Michele, che non raggiunge la finale ma che il cantante di ispirazione Presleyana riproporrà in altre manifestazioni. Poco da dire su “Non sono un pupo” (nel senso dei pupi siciliani) del carneade ma presumibilmente italianissimo Eddy Miller, che ricorda vagamente le canzoni più briose di Jimmy Fontana. Meglio concentrarci su “Un pugno di sabbia” dei Nomadi, alla prima di sei qualificazioni consecutive, brano che come da titolo richiama atmosfere balneari…ma solo per narrare di un amore finito male. Il brano, oltre ad essere qualche spanna sopra i precedenti, gode di un azzeccato arrangiamento e della sempre splendida e caratteristica voce di Augusto Daolio; quarto posto finale meritatissimo. In decisa fase calante sono invece Franco IV e Franco I che presentano “Tu bambina mia”; introduzione rubata ai Beatles (“Sun King” era su “Abbey Road” uscito pochi mesi prima) per una canzone non malvagia, ma con un ritornello-scioglilingua che non poteva certo essere memorizzato facilmente dal grosso pubblico. La settima canzone in gara si chiama “Fin che la barca va” ed è cantata da Oriett…ma c’è qualcuno che non la conosce? OK, la conosciamo tutti, è la sublimazione delle canzoni-marcetta scritte da Pace e Panzeri con Pilat e a volte anche con Conti preferibilmente per Orietta Berti, che a sua volta ne risultava interprete credibile. Finale assicurata. Andiamo avanti… Strana canzone invece “Lady Barbara”, che forse voleva sfruttare il ricordo non lontanissimo del successo dello sceneggiato “La freccia nera” con Aldo Reggiani e Loretta Goggi. La strofa fa pensare appunto al Medioevo (“Vedendo Lady Barbara nel bosco passeggiare…” e ancora “Per me lei lascerebbe il suo castello tutto d’oro”), il ritornello è quasi un minuetto settecentesco. Tutta questa fragile materia viene affidata all’altrettanto fragile voce di Renato dei Profeti e, curiosamente, funziona. Renato ha una voce caratteristica ed è alla sua prima sortita senza il suo abituale gruppo. “Il mare in cartolina” è invece una spensierata canzone estiva ben interpretata da Isabella Iannetti, un habituè del “Disco per l’estate”. Questa è però la sua ultima partecipazione e non la più fortunata. Meglio di lei fa Gipo Farassino con l’accorata “Non devi piangere Maria”. Malgrado ciò Farassino manterrà una popolarità inalterata negli anni solo nelle sue terre piemontesi d’origine. Qualche colpo da sparare ha ancora Edda Ollari, ma neanche “Acqua passata” serve a farla sfondare definitivamente. Chiude Johnny Dorelli con “Chiedi di più”, un buon pezzo al quale però non si può appunto chiedere di più della finale. Finale che viene vinta da “Lady Barbara” che relega al secondo posto Peppino Gagliardi, mentre Orietta Berti è terza ma più staccata. Ma “Fin che la barca va” ci perseguiterà ancora per tanto, tanto, tanto tempo….
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