La seconda puntata di Canzonissima è (se possibile) ancora più equilibrata della prima: nessuno dei cantanti uomini (Gianni Nazzaro, Don Backy, Giorgio Gaber) è tra i candidati alla vittoria finale, anzi Giorgio Gaber, in procinto di passare al teatro-canzone, era stato trattato malissimo nella Canzonissima precedente, quando la sua “Com’è bella la città” era arrivata al penultimo posto e se Don Backy da un po’ di tempo si fa distrarre dal cinema, Gianni Nazzaro non è ancora una stella di prima grandezza. Ma sono le donne, ancora una volta, ad aprire la puntata: la napoletana Mirna Doris intona “Verde fiume”, ennesima e soporifera oltre il lecito, versione della “Barcarola” di Offenbach. Poi tocca ad Anna Identici, con un valzerino piuttosto anonimo “La lunga stagione dell’amore”. Al confronto Patty Pravo, che presenta la battistiana “Per te” sembra avanti di trent’anni! Gli uomini: Don Backy insiste su “Cronaca”, già presentata al Cantagiro, Gianni Nazzaro sceglie “In fondo all’anima” e raccoglie il maggior punteggio dalle giurie in sala e Giorgio Gaber punta su “Barbera e champagne”, canzone allegra fin che vuoi, ma graditissima anche a chi vuol pensare. Non è il caso delle giurie di Canzonissima che le danno un punteggio piuttosto basso. Gaber sarebbe spacciato se non ci fossero gli accoppiamenti tra i cantanti che gli riservano Patty Pravo. Questo gli basta per far meglio della coppia Don Backy-Anna Identici che rimane fuori, mentre i napoletani Nazzaro-Doris vincono una puntata comunque combattuta. La terza viene aperta da una Wilma Goich in cerca di rilancio, ma “Presso la fontana”, pur non essendo male, non è il pezzo giusto. Ci vorranno i Vianella per rinverdire i vecchi fasti… La canzone di Dalida sembra uno scioglilingua: “Darla Dirladada” (provate a dirlo aggiungendo Dalida e poi mi dite). E’ una specie di sirtaki, anche se la cantante di origine calabrese la presenta come una ballata popolare. Certo è una canzone di sicuro effetto. La canzone più bella ce l’ha Carmen Villani, si chiama “L’amore è come un bimbo” ed è firmata da Gino Paoli e Umberto Bindi. Peccato per l’arrangiamento non proprio funzionale al pezzo. Tra gli uomini più che il debuttante Lionello (proveniente da “Settevoci”) e Michele (col brano dell’estate, “Ho camminato”), si mette in luce un agguerritissimo Massimo Ranieri, ben servito dalla sua “Sogno d’amore”, tra i migliori pezzi del suo repertorio. Beata quella che lo pesca! La fortuna arride a Carmen Villani, ma anche l’accoppiata Michele-Dalida funziona alla grande… troppo debole la resistenza di Lionello e Wilma Goich. Ombretta Colli apre la quarta puntata con una canzone un po’ diversa dalle sue solite: “E’ il mio uomo” è una canzone lenta che non ha nulla di popolaresco; dopo di lei Marisa Sannia con la briosa “Sirena” e soprattutto Ornella Vanoni che presenta la sua recentissima “L’appuntamento”, che ottiene dalle giurie il maggior punteggio tra tutte le canzoni presentate in questo primo turno. Il primo a scendere in campo tra gli uomini è l’esordiente Tony Del Monaco con la bella “Pioggia e pianto su di me”, ricalcata come al solito sullo stile di Gianni Morandi. A seguire Renato, vincitore del Disco per l’estate, con un pezzo nuovo, “Verità che batti nella mente”: meglio Del Monaco o Renato? Le giurie indicano una leggera preferenza per quest’ultimo, ma saranno gli accoppiamenti a decidere tutto. Prima però dobbiamo parlare del vincitore delle ultime due edizioni, Gianni Morandi che sposa l’impegno con “Al bar si muore”, una canzone che torna a parlare di guerre e conflitti, a qualche anno di distanza dalla celebre “C’era un ragazzo che come me…”. La sua vittoria nella puntata (insieme alla fortunata Marisa Sannia) non è in discussione, poi, dietro di loro, molto dietro di loro Tony Del Monaco e Ornella Vanoni. A Renato toccano Ombretta Colli e un biglietto di ritorno a casa. La quinta puntata si apre con uno dei capolavori della musica mondiale, “Tipitipitì” di Orietta Berti (scherzo…), ma la vera sorpresa è il convincente ritorno di Rita Pavone, che presenta una grintosa, ma misurata versione rhythm’n’blues della classica “Stand by me”, che con un nuovo testo diventa finalmente “Stai con me”. Chiude senza alcuna velleità Lara Saint-Paul: il suo pezzo “Dove volano i gabbiani” di Tony Cucchiara è difficilissimo per una platea popolare come quella di Canzonissima. Eppure alle giurie in sala non dispiace. Un Bobby Solo in piena crisi si affida a “Ieri sì” di Aznavour, mentre Nino Ferrer dà spettacolo eseguendo dal vivo “Viva la campagna”, finendo tra il pubblico, perdendo il microfono e recuperandolo a fatica. Infine Mino Reitano con “La pura verità” prepara il terreno per un memorabile secondo turno. Passeranno infatti senza discussioni le coppie Reitano-Pavone e Ferrer-Berti, mentre la coppia Solo-Saint-Paul sarà tenuta a debita distanza. Ultima puntata della prima fase: anche qui decisivi gli accoppiamenti. Probabilmente la Nada de “Io l’ho fatto per amore” (dal repertorio di Elvis Presley), non ha nulla da invidiare alla Rosanna Fratello di “Avventura a Casablanca” e alla Gigliola Cinquetti de “Il condor” (alias “El condor pasa” di Simon and Garfunkel). Ma tra gli uomini Claudio Villa (“Dicitencello vuje”) è sempre una sicurezza e Peppino Gagliardi (che ripropone “Settembre”) è un cantante in ascesa. Ecco, se a Nada che da sola se la cava bene, capita un Fred Bongusto (“Il nostro amor segreto”) che pare ottenere successo solo nelle manifestazioni estive, la sua sorte è segnata, e la futura vincitrice di Sanremo ’71, com’era già successo al suo partner Nicola Di Bari, rimane fuori senza colpe…