La prima puntata di Canzonissima vede Nada aprire all’insegna delle novità. Il suo brano fresco fresco è “La porti un bacione a Firenze”, sentita dedica di un emigrante (qui dovremmo parlare al femminile però…) alla sua città d’origine. Peccato che la suddetta canzone fosse in realtà un vecchio successo di Odoardo Spadaro risalente al 1937. Malgrado ciò Nada, ancora giovanissima, è un’interprete azzeccata e se la cava dignitosamente. Sua avversaria è Ombretta Colli, che in quanto a scelta del repertorio, non è da meno. “Lu primm’ammore” non è stata certo composta nel 1971! Non sorprende allora che a fare meglio di tutte sia Rita Pavone che si affida ad un nuovo autore, Claudio Baglioni, che compone per lei “La suggestione”. Ad essere precisi quest’anno c’è un’alternanza nelle presentazioni tra cantanti donne e uomini, per cui dopo Nada canta Michele che ripropone il suo successo dell’estate “Susan dei marinai”. Dopo Ombretta Colli è invece Donatello (all’esordio a Canzonissima) a sottoporre al giudizio del pubblico la sua bella “Malattia d’amore”, mentre Mino Reitano chiude le esibizioni dei cantanti con la vivace “Apri le braccia, abbraccia il mondo”, che nulla aggiunge allo stile delle sue composizioni. E’ lui a fare il pieno di voti dopo il responso delle cartoline, mentre Michele (distanziatissimo) fatica non poco ad avere ragione di Donatello. Tra le donne invece Rita Pavone e Nada lasciano al palo Ombretta Colli, fermata al primo turno per il terzo anno consecutivo. Nella seconda serata tra le donne insieme alle veterane Dalida e Patty Pravo c’è l’esordio di Giovanna che presenta “Sorge il sole”, versione italiana di “Let the Sunshine in”, dal celebre musical “Hair”. La canzone è interpretata con personalità dalla bionda cantante-con-lo-spacco-in-mezzo-ai-denti, ma a quanto pare “Canzonissima” non è ancora pronta ad operazioni così rischiose. Passano il turno quindi Dalida, che si affida al successo del momento, “Mamy Blue” e Patty Pravo che presenta “Non ti bastavo più”, già sentita alla Mostra di Venezia, e caratterizzata dall’ottimo arrangiamento di Shel Shapiro. Tra gli uomini Massimo Ranieri fa il vuoto con “Adagio veneziano”; niente di speciale “Gocce di mare” di Peppino Gagliardi che comunque supera il turno a causa dell’improvviso “suicidio” di Don Backy che decide di affidarsi alla sua ultima composizione dal titolo “Fantasia”. Effettivamente nel brano la fantasia non manca: la musica propone soluzioni diverse sullo stile de “La spada nel cuore”, mentre il testo è tutto un susseguirsi di finestre che piangono di pioggia nella sera, azzurre malattie e via dicendo… ancora “Io posso arrampicarmi sopra i rami/scaldare i pettirossi con le mani/pregare il Dio degli alberi per far/ch’io veda nascere un lillà”, il tutto per la bellezza di cinque, dicasi cinque minuti. Pezzo bellissimo, ma a Canzonissima è un suicidio canoro. Risultato? La seconda canzone meno votata di tutta la manifestazione! La terza puntata vede due big che fanno gara a sé: Iva Zanicchi sceglie un pezzo notissimo di Aznavour (“Ed io tra di voi”, chissà quanti di voi staranno pensando alla parodia di Mondaini e Vianello…), mentre Domenico Modugno ci riprova con “La lontananza” e gli va più che bene. La lotta per la sopravvivenza riguarda gli altri. Carmen Villani mette in luce le sue grandi qualità interpretative con l’intensa, ma difficile “Bambino mio” e riesce a prevalere sull’esordiente Romina Power che riarrangia la “Que serà serà” di Doris Day come se fosse un pezzo tratto da “Ram” di Paul e Linda McCartney (ascoltare per credere!). Tra gli uomini Gianni Nazzaro che attende ancora la definitiva consacrazione presenta “Far l’amor con te”, un brano di buona qualità, ma forse un po’ fuori tempo massimo, tuttavia la rivelazione della Canzonissima ’70, Tony Del Monaco non riesce a far meglio, malgrado “Cronaca di un amore” sia una delle sue canzoni più interessanti, anche se meno immediate…