FESTIVALBAR 1972 (puntata n. 114)
di Dario Cordovana
Rispetto alle altre gare canore il Festivalbar di Vittorio Salvetti si era sempre distinto per una maggiore attenzione verso i gusti dei giovani. Anche l’edizione 1972 si trova perfettamente in sintonia con questa tradizione. Tutti i partecipanti a questa edizione, per un modo o per un altro, hanno le carte in regola per piacere al popolo dei gettonatori (ricordiamo infatti che la vittoria finale viene data alla canzone che più delle altre viene suonata nei juke-box della penisola, e il juke-box si metteva in funzione tramite le monete che facevano il lavoro del gettone). Di alcune di queste canzoni abbiamo già parlato perché hanno preso parte al Disco per l’estate o al Cantagiro, quindi ricordiamo solo la presenza dei Dik Dik (alla fine terzi), dei Gens (quinti), di Marcella (sesta), dei Delirium (settimi), e poi ancora dei Profeti, di Patty Pravo, dei Nuovi Angeli, e dei Camaleonti. La vittoria arride alla rivelazione dell’anno, la “Piccolo uomo” di Lauzi e Baldan Bembo, che regala il primo grande successo a Mia Martini, dopo anni di gavetta. Ricordiamo che la cantante di Bagnara Calabra era già presente in una delle puntate del varietà “Studio Uno”, nella metà degli anni sessanta e con il suo vero nome, Mimì Bertè. Alle sue spalle, un’altra rivelazione, un cantante con la voce possente a cui avevano consigliato un nome d’arte, ma lui niente, cocciuto come un mulo, garantiva che avrebbe avuto successo col suo vero nome, Adriano Pappalardo. Dietro al successo di “E’ ancora giorno”, c’è sempre lui, Lucio Battisti, ed è un peccato che il ricordo di questa bella canzone sia stato oscurato dall’altro grande successo del cantante salentino, “Ricominciamo”, musicalmente certo più semplice, ma artisticamente molto meno rilevante. Al quarto posto “Alone again” di Gilbert O’Sullivan, cantautore inglese di buona popolarità allora anche in Italia. Sua la versione originale del brano presentato dai Profeti, “Prima notte senza lei” (in originale “We Will”). All’ottavo posto troviamo Charles Aznavour, con un brano piuttosto lungo e coraggioso, “Quel che non si fa più”, praticamente diviso in due parti, una beat (!), gestita con la consueta classe, e una in stile anni trenta, più vicina alle sue corde. Al nono posto Santo & Johnny che rileggono Mozart alla loro maniera (in pratica Mozart alle Hawaii) e al decimo Michel Laurent, quello di “Sing sing Barbara”, con un nuovo pezzo, “Mary Mary”. Tra le canzoni non comprese tra le prime dieci, doverosa segnalazione per “Nascerò con te” dei Pooh, lato B del 45 giri “Noi due nel mondo e nell’anima”, brano col quale fa una degnissima coppia che stazionerà a Hit Parade per diverso tempo. I New Trolls invece tornano alle atmosfere orchestrali, introdotte però da una parte governata dalla chitarra acustica, con “In St.Peter’s Day”, che come si può capire, è cantato in inglese. Altri gruppi seguiti dai giovani sono gli Osanna (“Canzona”) e la Nuova Idea (“Mister E.Jones”), oltre naturalmente alla Formula 3, ancora con un pezzo di Battisti, “Sognando e risognando”. La versione del reatino è contenuta nell’album “Umanamente uomo: il sogno”, che in quel periodo domina le classifiche dei 33 giri. Bizzarra infine, la presenza di Ornella Vanoni, con “Il mio mondo d’amore”, non un brano di punta della sua produzione dell’epoca (era il retro di “Che barba amore mio”), ma sicuramente una canzone valida, che meritava di essere conosciuta dal grande pubblico ….
|