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22 ottobre 2015

MUSICA A VENEZIA (puntata n. 116)

di Dario Cordovana



Anche nel 1972 a Venezia si celebra la musica, con la mostra internazionale di musica leggera, che da qualche anno chiude la stagione estiva. Il vincitore si fregia della Gondola d’oro, che va al cantante che ha venduto più copie del 45 giri presentato l’anno precedente. Quindi, anche quest’anno la canzone vincente non va cercata tra quelle presentate nella rassegna del 1972 che verranno premiate l’anno successivo. Il premio Gondola d’oro per il 1971 va invece a Milva per la canzone “La filanda”. La cantante rossa si presenta anche quest’anno con un motivo alquanto originale, che parla di contrabbando, dal titolo “E per colpa tua”. Il tema musicale è piuttosto semplice e popolareggiante, ma non riscuoterà alla fine gli stessi consensi del successo dell’anno precedente.
A far da contorno a Milva ci sono praticamente i soliti noti, che presentano la loro nuova produzione, che poi in molti casi replicheranno nel primo turno dell’imminente Canzonissima. Eccezione sono ovviamente i Vianella, che essendo un duo non possono ancora partecipare alla manifestazione abbinata alla Lotteria Italia (o di Capodanno). I Vianella, sono per altro una novità relativa. Sono emersi al disco per l’estate con “Semo gente de borgata”, ma non è un segreto per nessuno che si tratta di una nuova carriera per i ben noti coniugi Edoardo Vianello e Wilma Goich che sistemano così per alcuni anni le loro declinanti carriere. “Amore amore amore amore” è il titolo del loro brano.
Per il resto, tra i big, si punta sempre sui soliti noti, cantanti dalla popolarità indiscussa, ma che di anno in anno di dischi ne vendono sempre meno, e per una manifestazione basata sulle vendite dei dischi, pare comunque una notazione curiosa. Unica eccezione è Mia Martini, in gara col suo nuovo successo, “Donna sola”, che infatti vincerà la manifestazione.
Di Rosanna Fratello, Massimo Ranieri, Rita Pavone, Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, Nicola Di Bari, Gianni Nazzaro, Caterina Caselli e Mino Reitano parleremo in occasione di Canzonissima, visto che alla canzone presentata a Venezia affideranno le sorti del primo turno della manifestazione ospitata al Teatro delle Vittorie. Iva Zanicchi e Peppino Di Capri invece presentano a Venezia rispettivamente “Alla mia gente” e “Solo io”, due pezzi che a Canzonissima saranno sostituiti da scelte più collaudate. Ornella Vanoni (“Io, una donna”) e Al Bano (“Nel mondo pulito dei fiori”), si presentano con due canzoni nel loro consueto stile, ma non destinate a lasciare il segno.
Detto degli ospiti stranieri, dignitosi ma meno interessanti delle ultime edizioni (gli Unicorn, i Triangle, Los Machucambos, Kathy and Gulliver e i pellirosse Xit), spostiamoci tra i giovani chiamati a contendersi la Gondola d’argento. Qui le vendite non contano, i risultati arrivano subito e, in un cast rispettabilissimo che vede anche la presenza di Piero e i Cottonfields, Ada Mori, Gianna Pindi e Ciro Dammicco, a contendersi la vittoria finale rimangono in quattro. Uno rimarrà sconosciuto (Roberto Callegaro), gli altri avranno tutti il loro momento più o meno grande di notorietà. La vittoria alla fine, per un solo voto, arride a Carla Bissi (come chi è? E’ Alice prima di scegliersi un nome d’arte), con “La festa mia”, ma la strada segue ancora il percorso dello sfortunato Sanremo di quell’anno, e la brava cantante dovrà penare non poco prima di mettere a fuoco il suo stile.
Secondo a un passo dalla vittoria giunge il promettente Franco Simone, che il successo non lo raggiungerà con la “Con gli occhi chiusi e i pugni stretti” presentata a Venezia, ma con “Tu… e così sia”, qualche anno dopo. Detto del carneade Callegaro, terzo ma a soli tre voti dal primo posto, molto più distaccato giunge il quarto classificato. Si tratta di un berbe (nel senso che la barba già l’aveva allora) Antonello Venditti, che presenta “Ciao uomo”, un pezzo che deve avere fatto uno strano effetto in quella manifestazione, tanto appariva moderno. Venditti, uscito dal folkstudio, aveva da poco pubblicato l’album “Theorius Campus”, diviso a metà con il suo collega Francesco De Gregori. Del duo Venditti sarà il primo ad avere successo, proprio grazie a due pezzi tratti da codesto album, la succitata “Ciao uomo” e “Roma capoccia”, la prima delle numerose canzoni che Venditti ha dedicato alla capitale, capoccia sì, ma “der monno ‘nfame”…    

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