Canzonissima ’72: semifinali (puntata n. 121)
di Dario Cordovana
Finalmente, alle semifinali, i dodici cantanti superstiti sono obbligati a presentare una canzone nuova. Fine delle canzoni napoletane, delle signorinelle pallide e chissà cos’altro. Inaugura la prima semifinale Gigliola Cinquetti, che per una volta lascia perdere Pace e Panzeri e si rivolge ai più solidi Bigazzi e Cavallaro. La differenza si vede. “Stasera io vorrei sentir la ninna nanna” è una canzone affatto banale che finalmente serve bene questa brava interprete. Invece chi si butta su Pace-Panzeri e Pilat è Gianni Nazzaro, ma la sua “Vino amaro” è poca cosa, una canzone non brutta, ma debole per una semifinale di Canzonissima. E’ la volta di Orietta Berti, che presenta “E lui pescava”, una delle sue canzoni più …. Preferite cretine o scialbe? In fondo neanche la Berti è mai stata soddisfatta di questo pezzo che le ha fatto correre anche qualche rischio. Poco apprezzato dalle giurie, ci sono volute le cartoline per portare la Berti (da seconda!) in finale. Dopo di lei, Mino Reitano, reduce da un incidente, e con il collarino al collo, canta “Cuore pellegrino”, che ricorda “Era il tempo delle more”, ma non si può certo annoverare tra i suoi pezzi più riusciti. La terza cantante in gara è Rosanna Fratello, che presenta una composizione cadenzata di Fausto Leali, “Figlio dell’amore”, buona per le caratteristiche di Rosanna. A concludere la prima semifinale, il votatissimo Massimo Ranieri, con l’ennesimo suo pezzo nostalgico, “Erba di casa mia”. Costruito in modo impeccabile, con un ritornello vincente e una strofa che si fa ricordare, lascia tuttavia un interrogativo. Perché Massimo Ranieri cantava sempre queste canzoni dove aveva nostalgia del suo paese, della sua gioventù, di un periodo che non ritorna più… insomma ma aveva 22 anni, mica 40! Eppure in qualche modo riusciva a risultare credibile. Giustiziati la Cinquetti (con molti rimpianti) e Nazzaro, la seconda semifinale prevede l’esibizione di Caterina Caselli, che dopo una falsa partenza si è trovata in semifinale dove punta le sue carte su “E’ domenica mattina”, una canzone a tre strati, nel senso che il ritornello possiede due linee melodiche distinte. Una canzone anche questa soddisfacente, ma nella seconda semifinale la qualità delle canzoni è complessivamente più alto. Dopo la Caselli si resta in Emilia con Gianni Morandi. Il ragazzo (cresciutello ormai) di Monghidoro ha capito che la canzone deve colpire il pubblico di tutte le età e presenta “Il mondo cambierà”. Concettualmente ci siamo, è una canzone di speranza, ma musicalmente la canzone è discreta, senza l’appeal della canzone di Ranieri. Siamo vicini a “Un mondo d’amore” (non a caso presentata nel turno precedente). Una canzone che non è rimasta per molto nel repertorio di Gianni. Altra femmina, sicula stavolta. La debuttante Marcella ha sorpreso tutti ed eccola qui, tra i big, con un codazzo di fans pronti a votarla e lei non delude e non delude perché ha un autore alle spalle che sa il fatto suo, il signor Gianni Bella. “Un sorriso e poi perdonami”, promette bene, ha un ritornello difficile da dimenticare, e la strofa è arrangiata in modo moderno, chitarre elettriche in primo piano, ma senza violenza. Ciò nonostante le giurie la trattano da debuttante, cioè così così. Sembra finita lì e invece – sorpresa! – le cartoline spediscono Marcella in finale. Bel colpo! Un altro atteso al varco con curiosità è Nicola Di Bari, uno sempre convinto che i miracoli non si ripetono (e infatti ha vinto due Sanremo e una Canzonissima tutti di seguito), ma stavolta ha ragione lui. “Paese”, ennesima storia nostalgica, non ha il piglio della canzone vincitrice, ma non è un crollo, in finale Nicola ci arriva. Chi ha fatto passi da gigante è invece Iva Zanicchi, al culmine della popolarità. Prima era Orietta Berti l’unica donna che potesse in qualche modo contrastare il dominio maschile a Canzonissima, adesso Iva ha dimostrato che certe convinzioni sono ormai da rivedere. “Mi ha stregato il viso tuo” parte molto bene, la strofa condotta dal piano è memorabile, il ritornello è più banale, ma per Canzonissima può andar bene … magari un po’ troppo tirato per le lunghe, ecco. Magari. “Magari” è anche la canzone presentata da Peppino Di Capri, un cantante in piena rinascita. Ormai Peppino fa quello che vuole. Se canta canzoni italiane il pubblico lo segue, se rifà le canzoni napoletane classiche alla sua maniera, pure. Magari si qualifica anche per la finale, magari. Ma magari no, perché la concorrenza di Morandi e Di Bari è ancora troppo forte, lui e la Caselli tornano a casa, ma siamo lì Peppino, ce l’abbiamo quasi fatta, resistere, resistere, resistere …
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