Canzonissima 1973: semifinalisti (puntata n. 142)
di Dario Cordovana
Siamo arrivati alla resa dei conti: dopo due turni sono rimasti “appena” diciotto cantanti, divisi in tre semifinali che si contendono i nove posti nella finalissima del 6 gennaio. Ovviamente tutti presentano canzoni inedite e c’è sempre l’incognita “Briscolone”. Guarda caso sono proprio nove i cantanti che se lo sono conservato interamente e caso ancor più strano, vengono distribuiti tre per puntata. Mah… La prima semifinale è aperta come peggio non si potrebbe da Tony Santagata che cerca di cavalcare l’onda dell’attualità con un brano dal titolo “Austerity”, francamente orrendo dal testo che fa “Austerity, austerity, se non vuoi andare a piedi compra l’asino …” Decisamente meglio Fausto Leali, che con la sua voce roca valorizza un pezzo che lo riporta al blues: “Quando me ne andrò”. Purtroppo il pubblico non gradisce e Leali se ne va subito. Va molto meglio invece Romina Power: la sua “Con un paio di blue jeans” diventerà uno dei suoi brani più apprezzati da solista, almeno fino … al ballo del qua qua. Ovviamente di andare in finale non se ne parla, visto che Romina ha già giocato il suo Briscolone. E alla pari come sarebbe andata? Senza briscole avrebbe insidiato da vicino il terzo posto andato ai Camaleonti, ma non ce l’avrebbe fatta lo stesso. Ritroveremo in finale quindi i Camaleonti con Orietta Berti e i più votati della puntata, che sono ancora una volta i Vianella. La seconda semifinale di grossi calibri ne avrebbe quattro, ma come sappiamo Claudio Villa ha incautamente giocato il suo Briscolone nella puntata d’esordio (dabbenaggine? Spacconeria?) e questo gli costa caro, perché lui sì che ce l’avrebbe fatta ad andare in finale. Presenta “una canzone allegra” (ipse dixit), “Non è una campana”, e quando Villa si sente allegro è chiaro che si butta sullo spagnoleggiante. Canzone del tutto fuori dal tempo come ci si poteva attendere. Nessuna speranza per Giovanna che presenta “Un colpo di silenzio”, canzone raffinata come le altre presentate dalla bionda cantante in questa edizione di Canzonissima, e ancor meno per gli Alunni del Sole, anche loro distaccatissimi, ma con una canzone “Un’altra poesia” che contribuirà non poco alla loro definitiva affermazione, portandoli nuovamente in hit parade. I tre finalisti della puntata sono i Ricchi e Poveri, gli unici che senza briscole avrebbero comunque superato il reuccio, Gianni Nazzaro e Al Bano, che a questo punto, a Claudio Villa deve più di un ringraziamento. Come da copione la terza semifinale, dove l’unica a lottare veramente è la rivelazione Gilda Giuliani che però ha già giocato il Briscolone nella prima fase (la cantante non si aspettava certo di avere, al suo primo anno di successo, un seguito di pubblico così consolidato). La sua canzone, “Amore amore immenso” ha l’unico difetto di ricordare un po’ troppo da vicino la “Sto male” portata al successo in quel periodo da Ornella Vanoni. Peccato veniale per Gilda Giuliani che archivia con soddisfazione questa prima partecipazione a Canzonissima. Ultima quella di finire al primo posto tra i voti delle giurie. Ombretta Colli e i Nuovi Angeli sono dei veri e propri outsider: l’una presenta “Oh, marito!”, canzone femminista che fa: “Oh marito, l’ho capito, perché mi hai messo l’anello al dito/dal mattino fino alla sera io ti faccio da cameriera”, gli altri “Favola ‘73”, nel consueto loro stile disimpegnato e che nell’introduzione pianistica (anche se più sobria), si riallaccia al precedente successo “Anna da dimenticare”. I finalisti di questa puntata, muniti del loro Briscolone d’ordinanza, saranno dunque Gigliola Cinquetti (la più votata in assoluto dei diciotto semifinalisti), Mino Reitano e Peppino Di Capri, che presenta un pezzo destinato a fare epoca: “Champagne”…
|