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1 novembre 2008

IL TRENO DEI MANIFESTANTI

di Anna Monterosso



Il 25 ottobre tutti a Roma! La Sinistra combattente al Circo Massimo, ore 15,30. Ci vediamo là!

 

Un treno, da Palermo, sta per partire con tante personcine a modo che non vedono l’ora di marciare a Roma con tanto di bandiere, slogan, mantelli svolazzanti PD, e che, soprattutto, non vedono l’ora di esserci, eroicamente, all’impetuoso grido “SALVA L’ITALIA”.

Si faceva in molti parte di questa grappolata di zibibbi … giovani, meno giovani e qualche bambino.

Tutti sparsi qua e là per le carrozze. L’organizzazione prima di tutto.

Ma tu dove sei sistemato? Dove ti metti? Voi aspettate qua con le mie borse! Voi dovete andare alla carrozza 6!

-   Signora …che ci fa lei qua? Deve andare alla 7.

 - Questa è la 7!

-  No, è la 8.

-  No, è la 7.

-  Da dove l’ha contata, signora mia? Da sotto o da sopra? Io l’ho contata da sotto ed è la 8. Vada!

 

- Compa’… tu infilati qua e non ti muovere … Ce l’hai il vino … sì? Allora stai qua.

 

Mi siedo e mi otturo le orecchie. Fortuna che il viaggio sarà breve … Solo 16 ore.

Si parte.

Le conversazioni hanno la meglio. Siamo ancora ‘mbellè sul vivo … pettinati, energici …

Una pappa reale che fa la standing-ovation… Una sorta di gigantesco cartellone pubblicitario in movimento. Alla Benetton. Colore su colore, e farcito di multipli strati di facce sorridenti che ammiccano speranze.

La prima e immediata speranza è fare il nostro gioco: aggiungere consenso da Palermo al cazzutissimo grido “SALVA L’ITALIA”.

Per intanto, siamo sul treno … che, in quanto treno speciale (lo apprendo in viaggio), avrebbe dato precedenza a qualsivoglia mezzo in movimento. Seppure si trattasse dell’Ape Maia.

Bella la tecnologia!

Duran durante, tutti noi, i vari … IO C’ERO, ci siamo scambiati … esperienza ed esperienze e, mano a mano che gli occhi si chiudevano, ci scambiammo sonno.

Dormo io, non dormi tu, l’altra dorme poco … Il caldo, forse. Tutto sommato, è andata. Nessuno ha russato (almeno, non mi hanno rimproverata) e la mattina presto – magari troppo presto - soltanto uno, che il ciel l’assista, ha rotto l’idillio onirico. Altro che alzabandiera!

Reminiscenze militaresche.

L’animella si è poi presentato con dei caffè davvero inaspettati. Perdonato.

 

L’animella mattiniera, caro all’alba che sorge, aveva dormito in pigiama. Avete capito bene. La Rarità, vi anticipo, ha idee un po’ bizzarre sul gentil sesso: ritiene che le fanciulle debbano vegliare sempre e comunque sulla propria femminilità. Spiego.

- Ragazzo mio … ma tu in treno metti il pigiama?

- Il pigiama … sì. E la cuffietta e i calzini corti.

Sono segni di distinzione maschile (o dovrei forse dire … mascolina?)!

TU … donna, femmina (meglio) non devi avere altra esigenza che indossare sensuale sottoveste nera e trasparente. E reggicalze pizzettate. Truccata e inamidata al punto giusto. Pena scarto. Più sistemazione nel girone delle intoccabili.

- Macché in treno … l’intimo da battaglia?

- In treno sì. Proprio in treno si fanno le migliori s….. !.

- E tu … col pigiamino verdino pallido, calzini bianchi e cuffietta psichiatrica … come pensi di far venire voglia?

- Con l’occhio infuocato.

Si dorme. EVVIVA!!!

 

Cheffà … magnamo? Il tempo c’è. Prima facciamo un po’ d’ordine. Se ne occupa Pigiamino Infuocato.

- Compari miei … ‘ncunnatelli siete. In questa carrozza, solo caos. Qua c’è il sacchetto per la mondezza: tenetelo voi qua. Il panino al pollo … da noi, di là: nell’altra carrozza c’è sistemazione quantomeno!

Il senso della praticità è un dono. Non l’abbiamo tutti.

Fatto sta che panino e pollo ebbero a nuotare lontano da me.

Non è che avevo poi così fame … era solo per ingannare il tempo!

 

Si inganna il tempo, si inganna la notte, ma non si inganna il corpo!

Il mio poi ha due antenne … (che non sono quelle che state pensando voi … maliziosi passerotti … quelle lì le ho già usate: erano di troppa buona manifattura.). Insomma, i miei occhioni li ho visti ribellarsi allo strapazzo. Tali che, al confronto, i crateri laterali dell’Etna sembrano lisciati con la carta vetrata.

- Ma che stai a borbottare! Tempo 8 ore e sgonfiano! E sgonfierà anche il naso … vedrai: da rotondo palla quale è, prenderà la sua forma di sempre. Il colorito pallido non si scorge nemmeno … neanche si vede che hai le guance!

Mi sento sfinita, distrutta. Voglio i miei trucchi: fondotinta, cipria, rossetto.

Meglio il culo che ha bisogno di poca manutenzione!

 

Ebbene … voglio mangiare qualcosa. Non m’importa che si son mangiati il panino: ho pur sempre le barrette di cereali!

Non è che ho fatto la figura della mangiona per niente al supermercato?

Il cassiere perché mi guarda a quel modo, quando riverso il cestino sul nastro? Non lo vede che tanto sono magra … ‘sti insulso pettegolo!? Cos’è … è preoccupato per il mio girovita? Che pensi a tenere gli occhi sulla tastiera! Che saranno mai quattro merende, qualche pacco di biscotti, cioccolata e patatine …!? E poi … mica è tutto per me!

MINCHIA. Lo zaino è vuoto! L’altro zaino? Pieno di carta: la carta delle barrette e del cioccolato. Cerca … cerca … non è possibile!

 

Salvo l’Italia e salvo il girovita. Viaggio salvatore.

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Commenti lasciati per:

IL TRENO DEI MANIFESTANTI
 

 

Molto azzeccata la descrizione di questo che appare come un mix tra una gita scolastica e un viaggio della speranza, per la povera, malridotta, sinistra italiana!
Brava Anna.

Marcello

03/11/2008 17:18:19


 
 

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