Ventitre dicembre. Ore
diciassette e trenta. Lungo via Sciuti, il mostro di lamiera incede lentamente
al ritmo di un metro ogni due semafori verdi con misteriose accelerazioni
quando invece il semaforo è rosso (boh). Il suo corpo di scaglie colorate,
fumanti e nervose, sussultanti tra sterzate e frenate, musi contro musi. Si
muovono da destra a sinistra ma sempre quasi orizzontalmente alla vana ricerca
di varchi o di posizioni migliori che riducano la lunga agonia verso casa. Il
drago di lamiere si gonfia ad ogni incrocio dove si dipartono i suoi lunghi
arti in un abbraccio disperato con gli altri mostri che cingono d’assedio la
città ormai stremata, in ginocchio attonita davanti a tanta potenza. Più avanti
la testa del mostro Sciuti si scontra con il più possente mostro Notarbartolo.
Luogo della epocale battaglia un incrocio il cui semaforo è ormai divenuto
semplice segnalatore di una agognata meta. Uscire indenne dalla contesa
lasciandosi alle spalle quelle luci colorate significa la salvezza, il poter
pensare di arrivare a casa, riabbracciare i propri cari e, leccandosi le
ferite, poter dire, c’ero anch’io.
Ecco, appunto, in mezzo a tutto
ciò c’ero anch’io.
Circondato da automobili
impazzite pronte a tutto per quel centimetro in più.
Urla di clacson e squilli di
trombe potenti. Una cappa di fumo denso. Facce contorte dalla disperazione
urlano suoni incomprensibili attraverso i vetri appannati. Mi incanto su un tipo
truce accanto a me che fuma nervosamente in un SUV stracolmo di bambini con a
fianco una signora con in braccio un piccolo in lacrime. In lontananza un suono
di sirena. Mi scuote lo stridio potente del clacson dell’autobus bloccato sulla
corsia d’emergenza ormai stabilmente occupata dalle auto.
Meno male che c’è l’autoradio. La
accendo e la sparo a palla. Mi blocco su RTL e lo speaker presenta il prossimo
brano, un po’ come si faceva un tempo. Sarà questa abitudine un po’ retrò che
richiama la mia attenzione.
“La canzone che andiamo ad
ascoltare è il singolo del nuovo lavoro dei Negramaro, il live milanese con
alcuni inediti tra i quali, appunto, un omaggio al grande e indimenticabile
Domenico Modugno. Meraviglioso”.
Continua dicendo che è un brano
del ’68, il mio anno di nascita, proposto da Modugno per Sanremo di quell’anno,
ma rifiutato perché poco adatto per il testo con riferimenti alla tragedia di
Tenco dell’anno prima. Due secondi di silenzio (si fa per dire) e comincia il
pezzo. Lo ricordo, però come tutti quelli che magari si canticchiano ma che non
sai neanche di che parlano.
E' vero
credetemi è accaduto
di notte su di un ponte
guardando l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo giù
D’un tratto tutto attorno a me si
ferma come uno sfondo fisso sfuocato su cui scorrono le immagini di un
videoclip. Le facce ed i corpi dei fantasmi del Natale presente, una figura
dickensiana, dolente e contemporanea. Come su una specie di “Blob”, i vecchi
che frugano tra gli scarti dei mercati ortofrutticoli di Milano, i profili
scuri e gli occhi liquidi e sperduti di centinaia di uomini, donne e bambini
ammassati sui barconi, le centinaia di famiglie Englaro sedute di fronte ad un
letto in ospedale in attesa di un giorno migliore che non arriva mai, gli occhi
stanchi dell’esercito delle mascherine, fazzoletti e cappellini che vagano per
le corsie e le strade degli ospedali in cerca di speranza, i ragazzi licenziati
davanti al negozio Wind di via Libertà che non hanno neanche quella, i padri e
le madri senza lavoro a quarant’anni, le famiglie cassaintegrate, quelli che
guardano ogni giorni dentro a un pozzo nero sempre più nero, quelli che “addà
passà a nuttata” e la luce dell’alba non si vede mai. Ombre cacciate,
cancellate con un gesto sul telecomando non solo della TV ma anche dei
pensieri, stridenti ed inopportune nella gaiezza dell’atmosfera felice e
spensierata del Natale.
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle
forse un angelo
vestito da passante
mi portò via dicendomi
Così
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino il tuo dolore
potrà guarire poi
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto
ti hanno inventato
il mare!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La luce di un mattino
l'abbraccio di un amico
il viso di un bambino
meraviglioso
meraviglioso...
ah!...
La musica risuona prima su tutte
le autoradio delle macchine in fila, poi su tutta la strada.
Spengo il motore e scendo
dall’auto. Pian piano anche tutti gli altri della fila fanno lo stesso, come
rapiti da un bisogno impellente.
Così d’improvviso scende un
silenzio irreale, solo la musica in sottofondo accompagna questa specie di
danza. Sembra un film di Fellini, un sogno, appunto, meraviglioso. Si forma una
lunga coda, stavolta di uomini e donne, che si districa tra le auto e si
allontana da quella follia in cerca solo di un po’ di silenzio, di pace, di
colori, odori, di Natale…Che bello, non sembra neanche vero…..
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto
ti hanno inventato
il mare!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
meraviglioso
La notte era finita
e ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso……
POOOOOOOO!!!! POOOOOOO!!!!
CORNUTAZZO TI MUOVI O NO CHE E’ VERDE! MA CHE FA DORME!!! SVEGLIAAAAAA………SMUOVITI
STRONZO!!!!!!!!
Ma porca..ho sognato ad occhi
aperti, la musica è finita e il semaforo è verde. Bisogna darsi una mossa,
davanti a me ci sono due metri liberi e devo assolutamente farmi sotto se no
quella faccia di culo dell’altra fila mi fotte..ma guarda quella….ma va a
lavare i piatti…nooo il giallo, il giallo nooooooooooooo!!!!!!!
La versione fatta dai Negramaro non mi emoziona come quella originale, del grande Modugno, ma trovo questo articolo veramente ben scritto e interessante, nello stile come nei contenuti. Complimenti!