CATEGORIA STORIE
5 febbraio 2008
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L'angolo di Betty Boop - Un pezzo di Medio Evo
di Daniela Vaccaro
Oggi vi porto per mano in un pezzo di Medio Evo. Una specie di ricostruzione alla Piero Angela, ma senza bisogno degli effetti speciali e spero anche meno soporifera.Qualche mese fa ho cambiato casa. Dopo anni di convivenza forzata con mio fratello e soprattutto con mia madre al piano di sopra, sempre pronta a invadere il mio spazio vitale con caponata e domande indiscrete, sul campanello di casa mia c’è solo il mio nome.
La casa che ho acquistato si trova a Ballarò, storico mercato. Diciamo che la popolazione indigena è alquanto pittoresca, per usare un eufemismo. Non dimenticherò ma il primo sopralluogo, appena entrata in possesso delle chiavi di casa, compiuto in compagnia di mio fratello. Veniamo avvicinati da un signore che si presenta e comincia a parlare di questioni varie legate alla zona, al palazzo eccetera che non sto qui a discutere.Durante la conversazione, pur avendo saputo che proprietaria dell'appartamento al terzo piano sono io, si rivolge esclusivamente a mio fratello e anzi, le poche volte che intervengo, mi interrompe con un perentorio mi scusassi, signorina, e continua a parlare con mio fratello.Ma la poesia la raggiunge quando dice: 'U vole 'u cafè?, invitando mio fratello ad accomodarsi all'interno del baretto/circoletto improvvisato che lui stesso gestisce al piano terra del mio palazzo. Si volta verso di me e mi dice: Lei aspittassi cca, ca ci su' i ma...parola non facilmente intellegibile, ma che ad occhio e croce era masculi; impressione confermata dal fatto che mio fratello mi ha poi riferito che la popolazione del locale era esclusivamente maschile.Ora, io credo di averci messo meno di una settimana ad essere classificata come buttana industriale. I primi a venirmi a trovare sono stati masculi, e si sono fermati tutti il tempo necessario per far pensare male, malissimo. Purtroppo senza che il pensiero fosse suffragato dai fatti, ahimè per me.Mi sembra quasi di sentire mia madre ripetere le profetiche parole: “Spero che a casa nuova tu sappia gestire con saggezza la tua indipendenza.”, che in italiano vuol dire spero che tu non vada cusciuliando a destra e a manca con gli uomini.
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Commenti lasciati per: L'angolo di Betty Boop - Un pezzo di Medio Evo
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Di donnine così ce ne sono tante...guarda io pure ho due gatte, per scelta, ma vorrei avere pure avere un compagno per scelta, un figlio per scelta. Oppure niente di tutto ciò, sempre per scelta. Mia, ovviamente. |
06/02/2008 21:22:24
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Daniela, ma che gente frequenti? Le "amiche"! da dove provengono, dall'albergheria? Non credo!
Io ho tre gatti e una figlia, la figlia per caso, i gatti per scelta |
06/02/2008 18:26:58
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Io ti dico che per me il rispetto è tenere conto che sono una femminuccia e se uno mi porta le buste della spesa perché sono piccolina non mi offendo per niente. Mi scoccia molto di più sentire certe mie amiche dire che sono una specie di poveretta perché non ho un fidanzato. Un po' di tempo fa, una simpaticona di queste mi ha ricordato che l'orologio biologico fa tic-tac e che dovrei spicciarmi. E quando le ho detto che non ho nulla in contrario, ma che ancora il supermercato dove comprare l'uomo giusto non esiste mi ha risposto: Ma guarda, un figlio è importante in sé e per sé, ti lega all'uomo con cui lo fai (?!?) Poi rimani sola. Inutile dirti che è stato impossibile spiegarle che, in questi casi, uno si prende un gatto... |
06/02/2008 18:00:16
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tornando alla politica:
Un candidato per le regionali e un candidato per le politiche come il burqa, con il porcellum di Calderoli.Ma il burqa politico non è di rispetto ma di convenienza. Pensateci, magari io sbaglio |
06/02/2008 17:21:15
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Daniè(la), non so se ci sarà un maschio in questa sede (blog) che riuscirà a distingure tra i veli di rispetto, di discriminazione, di obbligo e di scelta. credo di si.E vorrei ricordare una cosa, piccola piccola, più di una femmina, eletta, ha governato uno stato medio-orientale (spesso con burqa). E' un caso? O loro, nonostante il burqa, sono più avanti di noi e sanno e possono votare chi vogliono e non un candidato imposto? |
06/02/2008 17:00:01
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Daniela, come fare capire la differenza fra rispetto e discriminazione?
Hai qualche idea? |
06/02/2008 16:46:07
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Ecco, lo vedi anche tu , è un segno di rispetto, non di discriminazione |
06/02/2008 16:42:03
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Se ne trovate una copia leggetevi Danilo Dolci, Inchiesta a Palermo, 1957 (io lo consultai in Biblioteca regionale, ma era già a brandelli ed esclusa dal prestito). Spiega tanto |
06/02/2008 16:30:58
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Con il tempo ho capito che il non farmi entrare nel circoletto era un segno di rispetto, poiché la presenza di una popolazione esclusivamente maschile mi avrebbe messo in imbarazzo. Una sera che non c'era nessuno sono stata ammessa, e mi è stato preparato pure il caffé (buonissimo) |
06/02/2008 16:21:57
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come sempre dimentico di concludere. Questa che io ho descritto non è mafia. E' solo protezione di ciò che appartiene. E' un "burqa" . Forse è per questo che molte donne orientali non considerano il velo una imposizione ma una protezione. Certo l'argomento è arduo e non risolvibile in un blog ( per carità non imitiamo Grillo) |
06/02/2008 16:11:20
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Daniela se permetti ho anche io una testimonianza . Certo risale a circa trenta anni fa e non la scriverò bene come l'hai scritta tu ma spero faccia capire come , dopo tutto, poco è cambiato. Ero una ragazzina che per andare in via Archirafi, il polo scientifico dell'università come ricorderà chi oggi ha più di 40 anni, attraversava ogni mattina via Butera- Torremuzza e ogni santo giorno si fermava a comprare un pacchetto di sigarette , Muratti, rigorosamente di contrabbando. Credetemi allora non sembrava un reato. Lo facevano tutti e io avevo il mio fornitore ufficiale, un certo Filippo, un omaccione trentacinquenne alto biondo e con gli occhi azzurri. Un "povero" erede normanno.
Facevo quella strada ogni giorni, a piedi e con le minigonne mozzafiato tipiche di allora. Mai nessuno mi aveva disturbato e con Filippo eravamo amici. Amici al punto da accompagnare la sorella al pronto soccorso, a mia volta "protetta" dal fratello dodicenne. Una mattina il mio fornitore di sigarette mi fa "signurì, c'è aria nova, stassi accura. Si quarcunu l'avissi a 'ncuiterari, ci ricissi sugnu cosa ri fulippu e tuttu è a postu" .
Daniela sono sicura che starai benissimo nella tua nuova casa, credo che poco sia cambiato e la gente dei borghi sa anche voler bene. |
06/02/2008 15:32:24
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Guarda, Giuseppe, manco a farlo apposta il vicino a cui mi riferisco è ellesseù. Gentilissimo, sempre pronto ad offrire un falegname, un elettricista, un muratore (in genere figure che si riassumono tutte nel genero multitasking). |
06/02/2008 13:52:32
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Penseranno male, però ti presteranno un limone, il caffè quando ti finirà... e se ti accetteranno ti inviteranno al battesimo dell'ennesima figlia. Però l'atmosfera da "è stato il figlio" di Roberto rimarrà sempre. |
06/02/2008 11:56:26
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Ah, che so io! Vedo certi sguardi quando esco, sguardi eloquenti...però posso dire che non sono per niente invadenti, questi indigeni. Insomma, penseranno male, ma se lo tengono per sé. |
06/02/2008 07:21:17
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ora, a distanza di mesi dal trasloco, la considerazione dei nativi nei tuoi confronti è cambiata? |
06/02/2008 06:45:03
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