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6 marzo 2008

BIBLIOTECHE - Alla ricerca del libro perduto,ovvero come riuscire ad essere lontani anche...online!

di Giuseppe Scuderi


Sto cercando un libro, di quelli che servono ogni tanto agli studi. L’autore è l’inglese Edwin Hanson Freshfield, il titolo “Cellae trichorae and other christian antiquities in the bizantine provinces of Sicily, with Calabria and north Africa including Sardinia”, stampato a Londra nel 1913. So che a Palermo una copia c’è, qualcuno, lustri e lustri fa, la consultò, ma non ricorda in quale biblioteca cittadina. Ma oggi c’è internet! E via allora, con il sito della più grande biblioteca siciliana, costola del Servizio Bibliotecario Nazionale, che raccoglie i dati di, mi dicono, circa 3.000 biblioteche italiane. Ed ecco qua la scheda del nostro libro: il suo codice è IT\ICCU\SBL\0743417. E il libro dov’è? Alla Biblioteca Universitaria di Cagliari, alla Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, alla Biblioteca Giustino Fortunato di Roma, alla Biblioteca Nazionale dei Lincei e infine alla Biblioteca universitaria di Sassari. Ma io lo so che a Palermo esisti, mio bramato testo! Dove ti nascondi? E allora chiediamo al “motore di ricerca”: ne trova uno a Roma, nel catalogo elettronico dell’Istituto Max Planck per la storia dell’arte della prestigiosa Biblioteca Hertziana “fondata nel 1913 come istituto della Kaiser-Wilhelm-Gesellschaft preposto allo studio dell’arte italiana postantica”. Ma se il libro parla della Sicilia una copia qui qualcuno l’avrà (lo so, c’è). Continuiamo a cercare. Forse alla biblioteca civica panormitana? Proviamo con l’OPAC, il Catalogo On line: niente, nessun record trovato per il mio autore. Vediamo un po’: visto che a Napoli lo possiede la Società Napoletana di Storia Patria può darsi che ce l’abbia l’omologa palermitana. Il sito c’è, il catalogo delle pubblicazioni possedute no. Dubbio: e se la Regione Siciliana avesse in corso qualche progetto utile? Facciamo il giro lungo, sito della regione, pagina del dipartimento beni culturali, voce biblioteche, subvoce cataloghi provinciali “palermo”, ricerca (proviamo per autore e per titolo, non si sa mai il bibliotecario avvesse errato qualcosa) in tutte le biblioteche censite tra città e provincia (12! Ma se ce ne saranno almeno trecento!). C’è un’altra possibilità sempre regionale: il catalogo del polo regionale sbn (http://opac.sicilia.metavista.it/cgi-bin/sicilia) Niente, il mio testo continua a negarsi. Ultimo tentativo, l’Università di Palermo (lo so, mi direte: “stupidino, perché non cominciavi proprio da qui?”), Sistema bibliotecario d’ateneo: eureka! (lo dico in greco, vista la materia del testo agognato), c’è alla Biblioteca centrale della Facoltà di Lettere. Confesso, lo sapevo. Ma ho voluto sfruttare tutte le potenzialità di internet, volevo capire quanto, anche “online” siamo lontani dal resto del mondo: perché i sistemi ufficiali di catalogazione (regionale e comunale) mi dicono che il libro c’è in giro per il regno delle due sicilie, nel regno sabaudo e nello stato pontificio, tranne nella capitale viceregia, o che non c’è proprio? Perché le biblioteche universitarie di Cagliari e Sassari riversano i loro dati nel Servizio Bibliotecario Nazionale e le nostre no? Perché l’autonomismo della Regione Siciliana (quella con le maiuscole) ha interpretato lo strapotere locale solo per arricchire fornitori vari e non per mettere ordine, alla base, nei rapporti tra enti diversi, senza cui, ovviamente, i computer non dialogano? Vado a consultare il libro, il sistema universitario mi dice pure la segnatura e l’orario della biblioteca.


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Qua ci sono storie di Enti che non si parlano da decenni.Ricordo quando la Metro non potè arrivare dentri il Porto perchè l'Ente Porto era contario e il Comune non poteva. Enti usati come microregni e la storia ora continua. Credo più per inefficenza che malafede.

mingo

08/03/2008 17:12:17


 
 

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