BIBLIOTECHE - Alla ricerca del libro perduto,ovvero come riuscire ad essere lontani anche...online!
di Giuseppe Scuderi
Sto cercando un libro, di quelli
che servono ogni tanto agli studi. L’autore è l’inglese Edwin Hanson
Freshfield, il titolo “Cellae trichorae and other christian antiquities in the
bizantine provinces of Sicily, with Calabria and north Africa including Sardinia”,
stampato a Londra nel 1913. So che a Palermo una copia c’è, qualcuno, lustri e
lustri fa, la consultò, ma non ricorda in quale biblioteca cittadina. Ma oggi
c’è internet! E via allora, con il sito della più grande biblioteca siciliana,
costola del Servizio Bibliotecario Nazionale, che raccoglie i dati di, mi
dicono, circa 3.000 biblioteche italiane. Ed ecco qua la scheda del nostro
libro: il suo codice è IT\ICCU\SBL\0743417. E il libro dov’è? Alla Biblioteca
Universitaria di Cagliari, alla Biblioteca della Società Napoletana di Storia
Patria, alla Biblioteca Giustino Fortunato di Roma, alla Biblioteca Nazionale
dei Lincei e infine alla Biblioteca universitaria di Sassari. Ma io lo so che a
Palermo esisti, mio bramato testo! Dove ti nascondi? E allora chiediamo al
“motore di ricerca”: ne trova uno a Roma, nel catalogo elettronico
dell’Istituto Max Planck per la storia dell’arte della prestigiosa Biblioteca
Hertziana “fondata nel 1913 come istituto della Kaiser-Wilhelm-Gesellschaft
preposto allo studio dell’arte italiana postantica”. Ma se il libro parla della
Sicilia una copia qui qualcuno l’avrà (lo so, c’è). Continuiamo a cercare.
Forse alla biblioteca civica panormitana? Proviamo con l’OPAC, il Catalogo On
line: niente, nessun record trovato per il mio autore. Vediamo un po’: visto
che a Napoli lo possiede la Società Napoletana di Storia Patria può darsi che
ce l’abbia l’omologa palermitana. Il sito c’è, il catalogo delle pubblicazioni
possedute no. Dubbio: e se la Regione Siciliana avesse in corso qualche
progetto utile? Facciamo il giro lungo, sito della regione, pagina del
dipartimento beni culturali, voce biblioteche, subvoce cataloghi provinciali
“palermo”, ricerca (proviamo per autore e per titolo, non si sa mai il
bibliotecario avvesse errato qualcosa) in tutte le biblioteche censite tra
città e provincia (12! Ma se ce ne saranno almeno trecento!). C’è un’altra
possibilità sempre regionale: il catalogo del polo regionale sbn (http://opac.sicilia.metavista.it/cgi-bin/sicilia) Niente, il mio testo continua
a negarsi. Ultimo tentativo, l’Università di Palermo (lo so, mi direte:
“stupidino, perché non cominciavi proprio da qui?”), Sistema bibliotecario
d’ateneo: eureka! (lo dico in greco, vista la materia del testo agognato), c’è
alla Biblioteca centrale della Facoltà di Lettere. Confesso, lo sapevo. Ma ho
voluto sfruttare tutte le potenzialità di internet, volevo capire quanto, anche
“online” siamo lontani dal resto del mondo: perché i sistemi ufficiali di
catalogazione (regionale e comunale) mi dicono che il libro c’è in giro per il
regno delle due sicilie, nel regno sabaudo e nello stato pontificio, tranne
nella capitale viceregia, o che non c’è proprio? Perché le biblioteche
universitarie di Cagliari e Sassari riversano i loro dati nel Servizio Bibliotecario
Nazionale e le nostre no? Perché l’autonomismo della Regione Siciliana (quella
con le maiuscole) ha interpretato lo strapotere locale solo per arricchire
fornitori vari e non per mettere ordine, alla base, nei rapporti tra enti
diversi, senza cui, ovviamente, i computer non dialogano? Vado a consultare il
libro, il sistema universitario mi dice pure la segnatura e l’orario della
biblioteca.
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