L'angolo di Betty Boop - E la chiamano estate
di Daniela Vaccaro
L’estate è la stagione degli amori, dicono le riviste femminili. Femminili de che, poi vorrei capirlo. E vorrei capire chi è stato il primo a tirarsi fuori dal cappello a cilindro quest’enorme idiozia dell’estate stagione degli amori.
Io mi sono fidanzata sempre in inverno. In primavera, al massimo. Ma in estate ho preso soltanto i più clamorosi abbagli della mia vita.
In estate anche l’uomo più serio è assolutamente in balia dei suoi ormoni. Quello che noi femmine beote interpretiamo come “amore”, per lui è assolutamente un’altra cosa, che comincia sempre per “a” ma finisce per “rrapamento”.
Che poi anche questo è un mistero. Cos’è che spinge il maschio ad aprire la ruota di pavone proprio durante la stagione estiva, quando c’è caldo da morire?
Pare – mi dicono i miei amici – che sia sempre colpa di noi donne e in particolare dei nostri vestiti. Quelli che in questi giorni sto tentando di mettere sul ripiano più alto dell’armadio, al posto di più castigati maglioncini di cotone con le maniche lunghe, passati adesso al posto d’onore nei cassetti più facilmente raggiungibili. Pare che sia colpa insomma delle scollature, dei tessuti vedononvedo, di inaspettate aderenze nei punti giusti. Insomma, se l’ormone maschile gira più veloce, è colpa di quelle benedette scollature in cui personalmente (e anche Daniela non ci babbia) indulgo volentieri.
Io sostengo però che sia la sospensione spazio-temporale la ragione del proliferare ormonale estivo. Insomma, quando sei in vacanza, lontano da casa e dalla tua vita e soprattutto in un tempo di nessuno, in cui non sei costretto a guardare l’orologio, qualcosa nella tua testa ti porta a credere che sì, perdinci, puoi essere il conquistatore che non sei mai stato prima, puoi buttarti nella storia più insensata che tu riesca a concepire.
Perché dobbiamo essere sincere,i maschi ci credono anche loro, poveretti. Per due nanosecondi pensano di essersi innamorati. Ti riempiono di attenzioni che neanche il migliore film hollywoodiano dei tempi d’oro avrebbe saputo concepire una trama così romantica. L’ormone offusca anche loro, e l’emozione che parte da sotto la cintura si irradia per un po’ al cuore.
Ed è qui che la femmina recidiva, quella che come la specie più stupida di scimmie non impara mai dai propri errori, ci casca di nuovo.
Ne ho viste di ragazzine credere veramente che il “fidanzatino” di turno non si sarebbe volatilizzato alla fine della stagione. Vai a spiegarglielo che è di Catanzaro e tu vivi ad Aosta, loro lì a credere che si terrà in contatto, che con un po’ di sforzo riusciranno a vedersi a Roma durante qualche ponte e che la prossima estate, tornati nel villaggio vacanze, lui sarà ancora più innamorato di loro. Come antidoto non gli è bastato neanche vedere tutti i Sapore di mare del mondo, con Gerry Calà che alla fine, mogio mogio, lascia comunque Marina Suma e se ne torna con la fidanzata milanese.
La cosa grave è quando in questa illusione estiva ci casca una ragazza attempata di 30 e passa anni. Devi essere proprio resistente a tutte le leggi dell’evoluzione della specie se credi che le promesse fatte sotto la luna estiva non si squaglieranno al sole del giorno successivo. Ma tant’è, forse sole e luna continuano ad alternarsi in cielo proprio per consentirci di illuderci ancora e ancora e ancora…
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