Immergiamoci con 'Nasoblu'
di Angelo
Quando il caro amico Mingo mi ha parlato di questo sito e mi ha proposto di partecipare mandando qualcosa ho pensato, dopo avere cinicamente immaginato l’apertura della sezione “quelli che fanno i fissa per non pagare il dazio” - che accoglierebbe varia ed abbondante umanità - di fare il tentativo di partecipare ad altri una attività sportivo-naturalistica che svolgo con entusiasmo: le immersioni sportive con A.R.A. (autorespiratore ad aria). Altre volte e con alterne fortune ho tentato di trasmettere il mio entusiasmo per questa attività; la domanda che mi viene posta più spesso è “ma peschi?”; ricordo un collega che alla mia risposta “con le bombole non si pesca!!! è pure vietato; i pesci li guardo” mi rispose “pure a me piace guardarli, cucinati nel piatto”. Ed il discorso si chiuse lì. Ma grande è la mia presunzione e continuo a provarci. Questo immaginario interlocutore-vittima da coinvolgere (che non avesse ancora cambiato argomento o pagina web) riceverebbe certamente un mio invito ad assistere alle attività “di superficie” di una immersione. Eccoci dunque catapultarci in qualche tratto di costa antistante il c.d. “punto d’immersione”. Se l’interlocutore apparisse propenso alla vita agiata salterei questo argomento e passerei alla descrizione di una più comoda immersione da imbarcazione ma, visto che questo sito ha una sezione per sportivi, proseguo con la descrizione. Posteggiate le macchine, terminati i convenevoli, esaurite le battute, preso il caffè se possibile ed arrivati tutti i ritardatari, la prima fase consiste nello scaricare l’attrezzatura dalle macchine. Va da sé che questa parte che precede l’immersione è tanto più piacevole quanto più numerosi e “cagnoli” sono i partecipanti. Tornando alla attrezzatura necessaria per l’immersione questa va trasportata sino al punto in cui si entrerà in acqua. Il mio immaginario ospite certamente mi chiederà: “Ma chi m… ve lo fa fare a carriarvi circa 15 Kg. di bombola, un ingombrante borsone contenente muta, gav, erogatori, maschera, pinne etc. nonché la cintura con la zavorra?”. Vi anticipo che a questa domanda può, purtroppo, rispondere solo chi come me entrerà in acqua. Raggiunto il “punto di immersione” si scende giù e via, tutta la fatica fatta e che si farà è sparita; la sensazione di essere senza peso e fluttuare in quel mondo non so davvero descriverla ma, vi assicuro, non è limitata al guardare quello straordinario spettacolo che scorre davanti gli occhi. Non nego che capita di fare immersioni in posti o giorni sbagliati e che la presenza di sabbia o altro in sospensione o l’ambiente attorno poco accattivante dà la sensazione di avere “sprecato l’immersione”. In questi casi qualcuno può restare deluso ma personalmente mi trovo appagato già dall’avere messo tra me ed il mondo, pur per quei pochi minuti, la massa d’acqua racchiusa in dieci, venti metri di profondità marina, “disturbato” solo dal rumore del mio respiro, vivendo l’esperienza di libertà data dall’essere in quello spazio che ti sembra infinito. Come posso spiegare la curiosità con cui spio una fessura della roccia sperando di trovarci chissà che, la sensazione che dà giocare con i pesci offrendogli del cibo che mangiano dalle mani, nuotare in mezzo a banchi di pesce vedendoli sbandarsi e riunirsi qualche metro più in là, stupendomi per la sufficienza con cui la murena che ho disturbato si allontana incurante di me. Finita l’immersione l’ospite di cui parlavo prima mi vedrà, uscito dall’acqua, occuparmi dell’attrezzatura, trasportarla in macchina percorrendo a volte non poca strada e quant’altro ma sentirà i partecipanti scambiarsi le impressioni e le esperienze dell’immersione e, comunque la pensi, non ci chiederà “chi ve lo fa fare”. Se avete letto fin qui forse siete disposti a perdere ancora un po’ di tempo. Ritenendomi un subacqueo coscienzioso vi preciso che la prima regola del subacqueo, regola assolutamente da non violare, è non immergersi mai da soli; inoltre questa attività va svolta dopo avere conseguito un brevetto, che in Italia non è obbligatorio per legge ma di fatto è reso obbligatorio attraverso le ordinanze che tutte le Capitanerie di Porto hanno emesso. L’attività subacquea svolta nel rispetto delle regole che vengono insegnate nei corsi dopo i quali viene rilasciato il brevetto non è particolarmente pericolosa, può essere svolta a qualsiasi età e non necessita di particolare preparazione atletica (per conseguire il brevetto è necessario solo il certificato di sana e robusta costituzione per attività non agonistica). Faccio immersioni da una decina di anni e con altri amici, consapevoli che per i sub non sempre è facile trovare compagni di immersione al di fuori delle strutture commerciali, abbiamo creato “Naso Blu”. La descrizione dell’associazione la trovate sul sito www.nasoblu.it. Se qualcuno vuole contattarmi la mia mail è angelop@nasoblu.it. Ciao da Angelo.
Nelle foto Nasoblu Angelo in immersione
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