Grandi artisti contemporanei: Oliver Macchia - I parte
di Claudio
Noto per la sua particolare abilità nel maneggiare i pennelli come fossero zappa, Oliver Macchia, figlio adottivo del poeta dialettale Mimmo Macchia, autore della celebre raccolta “cunti di miseria”, comincia la sua attività artistica nell’atelier di Hans Muller.
Oliver si mette subito in mostra per la sua straordinaria capacità di saper vedere oltre il reale.
Aiutato invero dalla bottiglia, Oliver sviluppa precocemente una notevole ed intensa capacità creativa.
Così quello che per tutti é un albero per Oliver diventa facilmente un giraffa o un ferro da stiro a vapore. Ricoverato all’età di 25 anni in una clinica neuropsichiatrica di Boston, Oliver fugge dopo circa un mese. In realtà nessuno tenta di fermare la sua fuga, visto che la famiglia non può pagare le costose cure di cui Oliver necessita.
Ancora una volta Oliver si rifugia nell’arte. Il padre adottivo Mimmo Macchia dedica allora al figlio una nuova raccolta di poesie dal titolo “Ballata di li fuoddi”.
Il giovane pittore, dopo che per tre giorni e tre notti è costretto dal padre ad ascoltare in silenzio le sue poesie, decide di trasferirsi a Berlino dove sviluppa nuovi percorsi creativi.
Dapprima si lega al gruppo dei neo-decostruttivisti, poi si avvicina ad una setta di adoratori dell’hemmental. I suoi quadri nel frattempo raggiungono dimensioni sempre maggiori. Oliver decide provocatoriamente di vendere le sue tele a metroquadro. Usa con estrema facilità improbabili accostamenti di colore e beve litri di brillantina.
Berlino è una città tutta da scoprire e Oliver si tuffa in essa con una rinnovata curiosità.
Nel frattempo il padre gli spedisce una nuova raccolta di liriche, che intitola provocatoriamente: “Lu pane di li furbi”.
|