Diamo adesso uno sguardo alle magnifiche venti che si sono
qualificate per le due semifinali di “Un disco per l’estate” 1967…oddio
“magnifiche” non è proprio la parola che viene in mente all’ascolto di “Tu che
sei l’amore” di Tony Del Monaco, un pezzo banalissimo e senza pretese da
cantare a squarciagola (e che arriva comodamente in finale!). Decisamente il
cantante di Sulmona poteva fare meglio. Inutile invece pretendere più di tanto
da Robertino, detto “il Claudio Villa dei poveri” che guadagna la finale con
“Era la donna mia”. Nel reparto “motivetti allegri” troviamo anche la briosa
“Uno tranquillo” di Riccardo Del Turco che, dopo il successo di “Figlio unico”
dell’anno precedente, consolida le sue posizioni in attesa di “Luglio” del
1968.
La prima serata viene comunque trionfalmente vinta da Jimmy
Fontana, che dopo l’exploit del 1965 con “Il mondo”, ha tutte le carte in
regola per aggiudicarsi la manifestazione. La sua “La mia serenata” (scusate il
bisticcio) è infatti un motivo arioso e ben costruito, con una melodia
orecchiabile e non banale. Per il resto, a parte la promettente-rimasta-tale
Gabriella Marchi, la prima serata propone una serie di cantanti
estivi-che-più-estivi-non-si-può come Anna Identici, Remo Germani, Anna
Marchetti, Peppino Gagliardi e Isabella Iannetti, che con “Corriamo” (correva
perché diceva “il mondo ha bisogno di noi”, nello stile di “noi siamo i
giovani…”) vola in finale prima di…finire la benzina (arriverà ultima).
La seconda serata è più interessante per la presenza di un
grande successo d’epoca come “La rosa nera” di Gigliola Cinquetti (il verso “ma
una rosa di sera, non diventa mai nera” divenne quasi proverbiale) e di due
canzoni immortali: “Nel sole” di Al Bano e “Se stasera sono qui” di Wilma
Goich.
“Nel sole”, come i migliori pezzi successivi di Al Bano è
quasi una romanza, con delle trovate geniali nell’arrangiamento (la batteria
che fa il ticchettio dell’orologio mentre Bano canta “ma perché questa notte/ha
le ore più lunghe che non passano mai”). Successo meritatissimo come anche
quello di “Se stasera sono qui”, un inedito di Luigi Tenco, cantato con
dolcezza da Wilma Goich e che l’anno successivo nella versione di Mina sarebbe
diventato un torrido blues.
In finale arrivano anche Tony Renis con la classica melodia
(anche troppo) di “Non mi dire mai good-bye” e Orietta Berti con “Solo tu”
(canzone nella scia di “Tu sei quello”, con cui si era aggiudicata il “Disco”
1965). Restano fuori Fiammetta, dalla fresca notorietà dovuta al fatto di avere
aperto i concerti italiani dei Rolling Stones (scusate se è poco!), Umberto
(“Gioventù, gioventù, passi in fretta e non torni più…”) e Franco Tozzi.
La serata finale premia Jimmy Fontana che trionfa davanti alla Cinquetti
e alla Goich. Al Bano, vera rivelazione, si piazza sesto, ma si rifarà nelle
classifiche di vendita…
Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 33- Un disco per l’estate 1967 (Fase finale)
"Il Mondo" di J. Fontana fu sonoramente fischiato dal pubblico (invero non numeroso) del concerto pomeridiano dei Beatles al "Vigo" di Milano nel giugno 1965: io c'ero e me lo ricordo bene! Anch'io, pur tredicenne, avvertivo il tono insopportabilmente retorico della canzone.
Passando a Wilma Goich, hai visto che tristezza oggi? In mano agli aguzzini usurai, per aiutare la figlia in gravi difficoltà. Anche la Goich apparteneva alla sponda vecchia della canzone italiana, ma mi piaceva (e mi piace ancora), per il suo tono lieve e gentile: l'opposto di Al Bano! Aggiungi che è di Varazze, località balneare per me di casa. Grazie Dario, per questi utili cimenti della memoria salvata! Sandro