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12 novembre 2007

La fiera dell'ipocrisia

di Davide




Oggi, come ogni domenica autunnale che si rispetti, mi stavo accingendo ad esperire il rito classico della partita, con tanto di divano, copertina e tv, quando arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia della morte di un “tifoso” laziale durante uno scontro tra “tifosi” ad un autogrill. Le virgolette vanno in tutti e due i termini, infatti se per il primo colpisce la spersonalizzazione nata dall’accezione usata, utile alle successive strumentalizzazioni, il secondo è d’obbligo quando si parla di tafferugli tra presunti amatori dello sport e dei suoi valori (????).
E giù via una serie la solita serie di luoghi comuni, la fiera dell’ipocrisia…e non se ne può più….la misura è colma…bisogna sviluppare la cultura sportiva…e facce finto-tristi, sguardi “cocherigni” di circostanza, trasmissioni stravolte per poter fare l’ennesima considerazione sociologica che sembra presa da precedenti tribune appartenenti (aihmè) ad avvenimenti analoghi del passato.
E nessuna voce dissonante, nessun distinguo, tutta una “pappa” omogenea che mette insieme la tragedia dell’Heysel, la morte di Raciti e questo. Allora forse meglio cambiare canale, stordirsi con il “brigittebardòbardò” delle reti Mediaset in attesa della successiva “sceneggiata” di Piccinini per trovare una soluzione distillata dalla saggezza dei ciccigraziani di turno.
E nessuno a dire che “probabilmente” questo con il calcio non c’entra, che chi va allo stadio con una macchina “armata” di spranghe (circostanza che per il caso in questione emergerebbe dalle prime notizie ma tutta da verificare) non lo fa certamente per manifestare il proprio senso sportivo, che lo scempio di Catania di quasi un anno fà non fu figlio della malata cultura calcistica italiana ma, come tutti sanno soprattutto nell’ambiente locale ma poco sottolineato, se non taciuto (e perche??) dalla informazione pubblica, una organizzata ritorsione da parte della malavita contro chi si era permesso qualche tempo prima di guidare una irruzione della polizia nel quartiere di Librino e, di fatto, rompere il tacito accordo di non belligeranza con i clan locali.
Insomma parliamo di delinquenza, di gente che fa dell’illegalità uno stile di vita, che poi magari in casa ha una sciarpa di una squadra, va alla domenica a messa ed è pieno di santini e madonne, come regola vuole nell’ambiente mafioso, e che con lo spirito sportivo non c’entra niente e se ne sbatte i cabbasisi (le palle per i “fuori sede”, e non sono quelle con cui si gioca a calcio). Lo scontro a calci, pugni, e forse colpi di spranga, è avvenuto a causa dei colori diversi di una squadra, ma poteva avvenire per il colore della pelle, per un apprezzamento pesante ad una ragazza del gruppo o per qualsiasi altro futile motivo. E poi purtroppo ci sta che piuttosto che una sprangata sia stato un colpo di pistola di un agente di polizia (che aggiunge anche un alone grottesco all’accaduto in quanto sparato in aria come avviso!!!!ma chi era, Brontolo???) ad esaltare drammaticamente la follia della violenza e a portarla alle estreme conseguenze.
Qualche anno fa a Palermo, un gentile signore, in pieno giorno ed in luogo affollato, cercava di posteggiare la sua auto quando due simpatici signori, parenti stretti, padre e figlio, hanno manifestato il loro disaccordo e simpaticamente e civilmente lo hanno letteralmente ammazzato di botte. Se la povera vittima avesse avuto al collo una sciarpa, che so, del Catania e la simpatica famigliola una del Palermo avrebbero detto che si trattava di un regolamento di conti tra tifoserie avversarie, che lo sport è malato, che la misura è colma. In quell’occasione nessun programma televisivo ha interrotto il suo “brigittebardòbardò” ed i suoi trenini, dichiarando sdegnato che ormai non se ne può più, che quando esci per strada potenzialmente sai come e quando lo fai ma non come e quando ritornerai, che per un posto auto piuttosto che per una fila alle poste ti potresti prendere una coltellata, bene che vada.
E allora non è un problema di “cultura sportiva”, non è il malcostume che nasce come sottolineato, durante il pomeriggio sportivo su Sky, dal “sempliciotto” Mauro (sempliciotto? Ma che ti sei fumato!!!!) dai continui ricorsi alla moviola, dalla mancanza di pene certe e di una seria repressione come da più parti richiesto, in maniera per certi versi condivisibile.
Potrai chiudere gli stadi, abolire partite e magari, alla fine, lo stesso gioco del calcio ma non convincerai chi nella vita non ha nulla da perdere, chi ha come valori la sopraffazione, la violenza o magari l’illegalità, chi si sente superiore, invincibile, chi pensa di affermare il proprio essere con cazzotti e pistole.
Perdonatemi il qualunquismo retorico ma il problema sono le regole del gioco, non quello che si fa sul rettangolo d’erba verde ogni tanto, ma quello che si disputa ogni giorno, che prescindono da qualsivoglia coscienza sportiva e che vedono vincitore il più furbo, “u’ sperto”, che assegnano il premio del più forte a chi se lo prende ad ogni costo, a chi regole non né ha, e vede soccombere chi invece alle vecchie regole ci vuole credere ancora, i biagiorosso di oggi, gli “sconfitti”, relegati al ruolo eterno di “fissa”.

P.S.

Quanto scritto risale a ieri 11 novembre e, quindi, è carico delle sensazioni del momento, ma ho voluto lasciarlo così, impreciso, inesatto e, probabilmente superato dalle ultime notizie. Ho voluto farmi possedere dallo spirito avvilito ed amareggiato del nostro Biagio Rosso, essere lo strumento di oggi per il suo ennesimo “amaro sfogo”.




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Commenti lasciati per:

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Grazie Donciccio, tanto non mi arrendo, lo so prima o poi scriverai per noi!!!!!!!

davide

14/11/2007 22:43:51


Bravo Davide!E come dice un mio amico "a gnuranza regna sovrana".

Donciccio

14/11/2007 20:09:35


L'ipocresia nasce dal fatto che la nostra società è fondamentalmente criminogena e non riesce a trovare in se stessa i mezzi per combattere il male che produce.

M. Elena

12/11/2007 21:00:17


veramente bravo! Non perchè hai saputo dare forma ai miei pensieri......
L'unica verità,solo di sfuggita ,ha detto il povero poliziotto che credeva fosse in atto una rapina ....

enrico

12/11/2007 20:37:27


 
 

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