Vogliamo un futuro libero
di M.Elena
Una delle cose che più ha colpito nell’immediatezza dell’arresto dei Lo Piccolo è stato il modo in cui si sono presentati. Già si vociferava della loro predilezione per il lusso e la bella vita, ma l’immagine mostrata al pubblico, griffati dalla testa ai piedi, maglie di cashmere, giubbotti di pelle, scarpe «Santoni», borse «The Bridge», è parsa come un altro schiaffo dato in faccia alle loro vittime. Cosa hanno fatto questi signori per vivere con tale agiatezza? Hanno lavorato sodo, inventato brevetti, prodotto qualcosa di cui tutti possiamo godere? Nulla di tutto ciò. Hanno solo vissuto da parassiti, estorcendo denaro altrui, grazie alla forza dell’intimidazione e delle armi.
Riflettiamo, poi, sul seguente dato. Se il pizzo rappresenta uno dei costi fissi dell’impresa, non finisce per far parte della formazione del prezzo? Non diventiamo noi tutti, concretamente, vittime dell’estorsione nel momento in cui andiamo a spendere i nostri soldi?
È per questo che bisogna seguire con grande attenzione ed aderire in massa a realtà antiracket come quella di “Libero Futuro”, nata ieri sull’onda di “Addiopizzo”( http://www.addiopizzo.org/). In effetti, il teatro Biondo, luogo dove si svolgeva la manifestazione, appariva gremito all’inverosimile, diversamente dal precedente incontro del gennaio 2005. Prendiamo nota di chi c'era e chi no, fra commercianti e politici, al fine di orientare le nostre future decisioni in tema di acquisti e di voto.
Il regista Denys Arcand, nel suo film “Il declino dell’impero americano”, fa dire a uno dei sui protagonisti: “nella Storia contano solo tre cose: in primo luogo, il numero, in secondo luogo, il numero, e per finire, il numero”. Stabiliamo, dunque, quale fronte andare ad ingrossare e abbandoniamo la plurisecolare tradizione che ci vuole popolo sottomesso e privo di iniziativa. Viviamo ormai nel XXI secolo, siamo tutti mediamente scolarizzati e informati, cerchiamo di affrancarci da atteggiamenti mentali da servi della gleba. Siamo una comunità e abbiamo bisogno di essere uniti per vigilare sulla reciproca libertà e sicurezza.
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