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11 luglio 2009

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Vetrina di “Un disco per l’estate” (1968)

di Dario Cordovana



Numerose come al solito le canzoni partecipanti alla nota kermesse estiva, arrivata ormai alla quinta edizione; dopo alcune settimane in cui la radio ha trasmesso tutti i 56 motivi selezionati, questi vengono presentati in quattro serate televisive denominate “Vetrina di un disco per l’estate”; dopo le votazioni, le canzoni rimangono 24 da suddividere in altre due serate. Se la matematica non è un’opinione i brani esclusi dalla manifestazione sono ben 32 ed è possibile che anche nel 1968 qualche dolorosa esclusione ci sia stata. Scorriamo dunque l’elenco dei cantanti rimasti fuori: vediamo…Alberto Anelli…(“ad Acapulco baby…”), allegrotta ed esotica…non ci serve…Sonia… (“Io cammino sulle nuvole/con il vento favorevole...”)…mica tanto favorevole poi, almeno per andare in semifinale…Lara Saint-Paul…(“Per un momento mi son sentita come Butterfly/solo un momento perché so che tornerai…”)….Isabella Iannetti…(“Ricorda ricorda ricorda/che un grande amore non può finire mai”)…Ivo Cerutti…Miranda Martino…Rico Agosti…il biondissimo Franco Fratelli… Sergio Bruni…Gino Paoli (!)…Peppino Di Capri (!!)…Lucio Dalla…(!!!)…Lucio Battisti (ho finito i punti esclamativi).
Analizzando i risultati con la prospettiva dell’epoca però bisogna dire che Gino Paoli (“Se Dio ti dà”) e Peppino Di Capri (“E’ sera”) erano in un periodo poco felice della loro carriera, mentre Lucio Dalla (“E dire che ti amo”) ancora faticava ad imporsi come cantante dal successo duraturo. L’altro Lucio invece, quello che di cognome faceva Battisti, alla prima sortita come cantante in un concorso canoro, sceglie a sorpresa una canzone di Carlo Donida, “Prigioniero del mondo”, lasciando sul lato B del suo 45 giri la sua “Balla Linda”. Forse il lato A non valeva il lato B, ma l’ingresso in semifinale se lo sarebbe strameritato.
Tra gli altri noti fa scalpore, ma solo a posteriori, l’esclusione dei Quelli (formati da membri della futura PFM + Teo Teocoli), mentre Mario Zelinotti stavolta aveva proprio la canzone giusta per emergere, ma della sua bellissima “Un colpo al cuore” se ne accorgerà soltanto Mina che la riinciderà con grande successo. Resta fuori anche Carmen Villani con “Per dimenticare” un bel brano di Gianni Boncompagni (che aveva sul retro del 45 giri la divertente “Uno così”, nello stile anni ’30). Ma l’esclusione più clamorosa è quella di un pezzo che, discoestate o non discoestate, avrà un più tardo riconoscimento. “Cinque minuti e poi” resterà il più memorabile hit di Maurizio Arcieri, ex-leader dei New Dada, per l’arte semplicemente Maurizio. Molti anni prima degli Albatros di Toto Cutugno che in “Volo AZ 504” si produrranno in una canzone di simile ispirazione jettistica (avete letto bene “jettistica” non “jazzistica”), Maurizio illustra la disperazione di un uomo che all’aeroporto vede partire (l’ascoltatore in questo caso “sente partire”) la propria amata senza riuscire a fermarla. Era il 1968. Adesso tra crisi delle compagnie e scioperi la situazione sembra quasi irreale…


Cinque minuti e poi ..
di Maurizio Arcieri - tratta dal film "quelli belli come noi"


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