Alla fine del 1970 Canzonissima è ancora una manifestazione molto importante. Certo, il suo impatto sulle classifiche non si poteva paragonare a quello di Sanremo, tuttavia le canzoni presentate nella finale per tradizione avevano un buon riscontro di vendite. Quest’anno, visto il plebiscito che aveva accompagnato Massimo Ranieri e la sua canzone vincitrice era prevedibile che “Vent’anni” avrebbe sbancato le classifiche, ed in effetti così è stato. Casomai la sorpresa è l’ottimo riscontro della “Capriccio” di Gianni Morandi che viene ora ricordata da pochi, segno che per il ragazzo di Monghidoro, la popolarità era ancora alta. Distanti le altre, ma tra i primi dieci riescono a piazzarsi comunque le canzoni di Mino Reitano e Orietta Berti, nonché la “Tutt’al più” di Patty Pravo, mancata finalista. Presente anche la sigla iniziale di Canzonissima, “Ma che musica maestro” di Raffaella Carrà, mentre Iva Zanicchi non sfonda con la finalista “Una storia di mezzanotte”, ma si gode i trionfi della precedente “Un fiume amaro”, presente in classifica addirittura fino a fine aprile! Resistono bene i soliti Mina (“Io e te da soli”) e Battisti (“Anna”, con la splendida “Emozioni” sul retro); Battisti è anche responsabile del nuovo successo della Formula Tre, “Io ritorno solo”, mentre si affaccia in classifica l’esordio da solista dell’ex-chitarrista del gruppo di Gianni Morandi, Giuliano Illiani, che per lanciare la sua delicata “Malattia d’amore” sceglie il nome d’arte (è proprio il caso di dirlo) di Donatello. Vacche magre per gli stranieri, sommersi da così tanta abbondanza di musica italiana: “Girl I’ve got news for you” dei Mardi Gras, già tradotti a Canzonissima da Caterina Caselli, “Paranoid” dei Black Sabbath, e, più in alto in classifica l’ex-beatle (termine che da poco si può usare) George Harrison con “My sweet Lord” e persino con l’altro singolo “What is Life”. C’è anche Paul McCartney con “Another Day”, disprezzata da John Lennon, ma non dal pubblico, evidentemente. Prima del ciclone Sanremo le classifiche registrano una fugace apparizione di Renato Rascel… no, no, niente “Nevicava a Roma”… è che Renatino stava riscuotendo un grande successo con una serie di episodi gialli (appena sei per altro), che avevano per protagonista un prete inglese, un certo Padre Brown, e molti ricorderanno la canzone della sigla iniziale (“Ho la sottana celebre/e sono un prete celibe/che si interessa al crimine/solo per salvar l’anima al povero ladron…”). Frattanto alcune anticipazioni su Sanremo trapelano dai giornali: sarà organizzato dalla coppia Radaelli e Ravera e i presentatori saranno gli attori Carlo Giuffrè ed Elsa Martinelli, entrambi all’esordio. Poco prima del Festival, alcune importanti case discografiche daranno forfait per motivi economici, mentre la Fonit Cetra ritirerà i suoi cantanti perché la commissione selezionatrice delle canzoni ha scartato tutte le canzoni presentate da Gipo Farassino. Sergio Endrigo, che di quella casa discografica fa parte, parteciperà al Festival a titolo personale, mentre tra i cantanti che dovranno rinunciare alla kermesse canora si segnalano Orietta Berti, Fausto Leali e Demis Roussos. Quest’ultimo, inseguito a più riprese, non parteciperà mai alla manifestazione…non sa quello che si è perso…
Sigla dei "Racconti di Padre Brown" (Renato Rascel)