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7 agosto 2013

A SCUOLA DI ROCK 2 - KINKS

di Dario Cordovana




Il grosso pubblico italiano li conosce poco, ma i Kinks sono stati uno dei gruppi più importanti della musica rock inglese. Contemporanei dei Beatles, dei Rolling Stones e degli Who, a loro si attribuisce in genere il merito di aver creato l’hard rock con “You Really Got Me”, che fu il loro primo successo. Effettivamente nel 1964 non era facile imbattersi in qualcosa di così ruvido e diretto. Merito della penna di Ray Davies e della chitarra abrasiva di suo fratello Dave, un po’ più giovane di lui e del quale oggi si direbbe che era uno scavezzacollo. Una leggenda metropolitana da smentire assolutamente è quella che attribuisce al session man più sfruttato all’epoca, tal Jimmy Page, di aver suonato nel pezzo.

Dopo questo exploit i Kinks replicano con “All Day And All Of The Night”, a cui i Doors si “ispireranno” (diciamo così) per comporre la loro “Hello, I Love You”, mentre “See My Friend”, già nel 1965 palesa influenze indiane.  Ma la svolta arriva quello stesso anno, quando con “A Well Respected Man”, Ray Davies comincia a fare un salto di qualità a livello di composizione dei testi, che spesso ironizzano sui modi di vivere e le aspirazioni dell’inglese medio. La musica ovviamente deve assecondare tutto questo, e diventa più raffinata, più “pop” come si diceva all’epoca. Innumerevoli le perle che il quartetto (allora completato dal bassista Pete Quaife e dal batterista Mick Avory) regalerà a un pubblico inglese che manderà in classifica i singoli (“Dedicated Follower Of Fashion”, “Sunny Afternoon”, “Waterloo Sunset”, “Autumn Almanac”, giusto per citarne alcuni), un po’ meno gli album (clamorosa l’indifferenza tributata a un classico del 1968 come “The Kinks Are The Village Green Preservation Society”), mentre l’America, dopo i successi iniziali, per un po’ starà a guardare, anche perché dal 1965 al 1969 ai Kinks verrà impedito di fare concerti negli USA, pare per il loro comportamento “un po’ vivace” sul palco.

Nel frattempo anche Dave Davies riscuote un grande successo con l’hit “Death Of A Clown”, arrivato anche in Italia grazie ai Nomadi (“Un figlio dei fiori non pensa al domani”), ma complessivamente il fratellino faticherà a trovare il suo spazio e i suoi contributi all’interno e al di fuori della band saranno alquanto irregolari.

Nel 1969 i Kinks pubblicano “Arthur Or The Decline And Fall Of The British Empire”, album concept che, seppur pensato prima di “Tommy” degli Who, soffre il fatto di essere pubblicato dopo. Con una popolarità in calo nel Regno Unito e tutta da riconquistare negli Stati Uniti, i Kinks hanno bisogno di qualcosa che li rilanci, e nel 1970 arriva uno dei loro più grandi successi, “Lola”, un pezzo che parla di un tizio che senza saperlo ha una storia con un travestito.

I primi anni ’70 Ray Davies orienta il repertorio della band verso un genere che lui ama definire “rock musical”; i concerti vedono una formazione allargata a dei fiati e, dopo l’abbandono di Pete Quaife  nel ’69, un nuovo bassista, John Dalton. Gli album di questo periodo contengono anche delle perle, ma complessivamente risultano più sfocati, e l’opera rock “Preservation” (ma non chiamatela così in presenza di Ray Davies!), divisa in due atti, mette a dura prova la pazienza dei fans.

Nella seconda metà dei settanta i Kinks, tornati ormai da tempo a fare concerti negli Stati Uniti, pubblicano una serie di album largamente ignorati in patria, ma fortunatissimi al di là dell’oceano. Il loro genere si è spostato verso un rock da stadio più al passo con i tempi, e forse il culmine di questo periodo fortunato sarà l’album “State Of Confusion” del 1983, che contiene il loro ultimo grande successo, “Come Dancing”. Poi curiosamente i Kinks si troveranno ad essere molto apprezzati dalle nuove generazioni di musicisti, con conseguente interesse al loro vecchio repertorio degli anni sessanta, ma faticheranno a proporre con successo i loro nuovi lavori. L’ultimo album in studio, “Phobia” è del 1993, e non è neanche male, ma vende pochissimo. I Kinks come gruppo si congedano con un album unplugged con due nuovi brani intitolato “To The Bone”. L’album risale al 1996 e da allora Ray Davies (che ha pubblicato alcune cose a suo nome, tra cui due ottimi album di pezzi nuovi) cerca di convincere suo fratello Dave a rimettere in piedi il gruppo, ma senza successo. L’avanzare dell’età non aiuta, Dave ha avuto seri problemi di salute, Quaife è morto nel 2010, e il desiderio di Ray di rimettere in piedi il gruppo originale si è potuta concretizzare in una sola occasione, nel novembre del 2005, quando tutti e quattro i membri originali hanno presenziato all’ingresso dei Kinks nell’UK Music Hall Of Fame. Ma a volte è davvero dura mettere d’accordo le teste di due fratelli, gli Oasis ne sanno qualcosa….

 

  • 3 dischi da avere: Face To Face, Something Else, The Kinks Are The Village Green Preservation Society
  •  1 disco da evitare: Think Visual


You really got me



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