Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - L'ultimo ciclone Sanremo
di Dario Cordovana
Abbiamo visto come anche Sanremo 1972 presentasse molte canzoni destinate a rimanere nella memoria collettiva. Sarà l’ultima volta prima di una lunga crisi che durerà fino all’inizio degli anni ottanta. La crisi arriverà rapida già l’anno dopo, accelerata dal rifiuto della Rai-Tv di trasmettere tutte e tre le serate di Sanremo, limitandosi alla serata finale. Ma nel 1972, per l’ultima volta, il ciclone Sanremo si abbatte sulle classifiche di vendita. Le classifiche sono piene di grossi nomi, l’11 marzo è John Lennon con la sua celebre “Imagine”, dopo un lungo inseguimento, a raggiungere la vetta. Al secondo posto Mina con la notissima “Grande grande grande” di Tony Renis. Ma già nelle zone più basse troviamo “Jesahel” dei Delirium (sesta) e la vincitrice di Sanremo, “I giorni dell’arcobaleno” (ottava). Tra l’altro, per una settimana, Nicola Di Bari si trova ad avere due canzoni in classifica, perché al terzo posto c’è ancora “Chitarra suona più piano” con la quale Nicola aveva vinto a Canzonissima. Solo per una settimana però … Il 18 marzo infatti arriva il ciclone: Mina scende al quarto posto, mentre John Lennon finisce addirittura al sesto. Le altre vengono tutte estromesse dalla classifica per far posto agli ingressi sanremesi: i Delirium sono primi e Nicola Di Bari è secondo; terza Nada, quinto Peppino Gagliardi, settima la rivelazione Marcella, ottavo Gianni Morandi, nona Gigliola Cinquetti e al decimo posto c’è gloria anche per Gianni Nazzaro. Quest’ultimo però uscirà subito dai primi dieci per un colpo di coda del rientrante Louis Armstrong (“All the time in the world”). Nelle settimane successive pochi spostamenti. Mina recupera qualche posizione fino a riprendersi il secondo posto, e poi sarà proprio lei a detronizzare i Delirium a fine aprile e andare in vetta per ben quattro settimane. La spiegazione è semplice: a parte la bontà del brano, in quel periodo Mina è in televisione, protagonista con Alberto Lupo della trasmissione “Teatro dieci”; proprio da quella trasmissione piena di ospiti prestigiosi vengono i successi dei Bee Gees (“My World”), Lucio Battisti (con la nuovissima “I giardini di Marzo”) e la stessa sigla finale, “Parole parole”, cantata da Mina col contributo della voce recitante di indiscutibile fascino di Alberto Lupo, un attore sempre in grado di prendersi un po’ in giro senza problemi. Già nell’ambito della stessa trasmissione vedremo la prima parodia del pezzo, con Adriano Celentano a cantare la parte di Mina e Mina a recitare la parte di Lupo, ma ce ne sarà un’altra ancora più gustosa in cui l’attore genovese canterà la parte ad un altro Alberto Lupo. Per tornare alle canzoni di Sanremo alla fine sarà “Jesahel” a resistere di più, seguita da vicino da “Montagne verdi” di Marcella. Inoltre, un po’ in ritardo, il 15 aprile, anche “Ti voglio” di Donatello farà una fulminea apparizione al nono posto. Un meritato riconoscimento per un cantante che forse avrebbe meritato una carriera migliore ….
PAROLE, PAROLE, PAROLE (Mina e Alberto Lupo)
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