CANZONISSIMA '72 (puntata n. 117)
di Dario Cordovana
La nuova edizione di Canzonissima è un po’ come il “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa: cambiare tutto per non cambiare niente. Cambiano infatti i conduttori, a Corrado e alla Carrà si succedono Pippo Baudo e Loretta Goggi, ma in fondo viene mantenuta la formula presentatore + soubrette, con relativi ospiti d’onore di grande importanza. Unica novità da questo punto di vista la presenza di Vittorio Gassman, ospite una puntata sì e una no, che dà libero sfogo al suo talento e mette nei guai in più di un’occasione Pippo Baudo, vittima designata delle sue trovate atletiche, diciamo così. Pippo Baudo ha fatto una lunga gavetta, ha presentato il Sanremo del 1968 grazie al riscontro ottenuto dalla sua trasmissione “Settevoci”. Poi una serie di spettacoli di minore impatto, ma Canzonissima può essere la sua consacrazione. Al suo fianco Loretta Goggi, come nel programma “La freccia d’oro”, ciò che autorizza il buon Pippo a definirla continuamente “la mia figlioccia”. Della Goggi è già nota la sua bravura nel fare le imitazioni di personaggi celebri del mondo dello spettacolo, e a Canzonissima questo sarà uno dei suoi punti di forza. Loretta è ancora modesta, cerca di piacere, ma non a tutti i costi, e si rende simpatica. Certo è evidente che sia lei che Baudo peccano ancora di inesperienza, soprattutto quando devono farsi da spalla a vicenda, ma il pubblico li accoglie con benevolenza. Alla fine la bravura di Loretta sarà uno dei punti di forza della trasmissione: riuscirà anche a fare la ballerina, che non è proprio il suo punto di forza. Cambia anche il direttore d’orchestra, si passa da Franco Pisano a Enrico Simonetti. Purtroppo non si tratta di una delle migliori prove del maestro Simonetti: la sigla di apertura “Vieni via con me (Taratapunzi-e)”, scritta per la Goggi diventa subito popolare, anche se non regge il confronto con le sigle degli anni precedenti (ma ci sarà negli anni seguenti chi farà ben di peggio). Gli stacchetti che annunciano i cantanti sono decisamente pacchiani e denotano anche un notevole abuso del sintetizzatore (che in quell’anno aveva fatto il boom grazie a “Popcorn” e al Guardiano Del Faro). Bella è invece la sigla finale, “Il mio pianoforte”, dove Simonetti sfoggia la sua maestria allo strumento a tastiera del titolo. Ma veniamo al regolamento: i cantanti sono solo 32, otto per puntata e quindi, come dice Baudo “in quattro puntate ce li leviamo tutti”. Ogni puntata presenta dunque quattro uomini e quattro femmine. I primi classificati (uomini e donne) vengono automaticamente promossi al terzo turno, mentre i secondi e terzi vanno al secondo che è un turno di ripescaggio. Solo gli ultimi classificati vengono eliminati. Poi al secondo turno che consta di due puntate si sfidano ancora otto cantanti a puntata e di questi se ne salvano complessivamente dieci, equamente divisi tra maschi e femmine, che vanno al terzo turno. Poi al terzo turno i cantanti si sfidano a gruppi di sei per volta, in tre puntate. Di questi 18 cantanti ne rimangono 12, che in semifinale propongono la loro canzone nuova e gli 8 più votati vanno in finale. Vi è venuto il mal di testa? Insomma non si era mai verificato che un cantante potesse arrivare a partecipare a 4 turni con 4 canzoni necessariamente diverse. Ma perché solo 32 cantanti? Intanto Canzonissima deve fronteggiare la rinuncia definitiva alla trasmissione di alcuni nomi storici come Milva, Johnny Dorelli, Patty Pravo, Domenico Modugno, Sergio Endrigo, Bobby Solo, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Dalida, Don Backy. E anche quella temporanea di Al Bano e Carmen Villani. A compensare tutte queste defaillances ci sono i rientri di Gianni Morandi, Caterina Caselli e Peppino Di Capri che non possono bastare. Si ricorre quindi a dei ripescaggi di personaggi in cerca di rilancio come Pino Donaggio, Anna Identici o Donatella Moretti o dalla buona notorietà estiva come Tony Astarita o l’esordiente (!) Tony Cucchiara (quell’anno per la prima volta anche a Sanremo). A parte Cucchiara le esordienti sono solo due: Marisa Sacchetto, cantante lanciata dalla PDU di Mina, e Marcella che è l’unica a rappresentare i mutati gusti dei giovani. I quali è vero che ormai seguono molto i complessi (che a Canzonissima verranno ammessi solo l’anno successivo), ma che si sentono rappresentati da personaggi che a Canzonissima non ci hanno mai messo piede (almeno in gara) come Mina, Battisti, Celentano, De Andrè, o perché no, anche i nuovi Mia Martini e Adriano Pappalardo, per non parlare del nuovo astro emergente, Claudio Baglioni. Questi sono i nomi che dominano le classifiche, invece a Canzonissima si parla dell’eterna lotta tra Ranieri e Morandi, con Nicola Di Bari e Mino Reitano a fare da guastafeste. Ecco il vero problema di una trasmissione che non riesce a svecchiarsi…
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