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2 agosto 2016

Canzonissima ’72: secondo e terzo turno (puntata n. 120)

di Dario Cordovana



Il secondo turno di Canzonissima è riservato a quei cantanti ancora in gara, ma che devono conquistarsi ancora il diritto di accedere al terzo turno. In due puntate sedici cantanti. Nella prima c’è già una mezza sorpresa: Claudio Villa che ricorre per l’ennesima volta a “Il tuo mondo”,  pur non avendo problemi a superare il turno, viene sopravanzato da Peppino Gagliardi che si spara la “Come le viole” arrivata seconda (come al solito…) a Sanremo di quell’anno. L’eliminato di turno è Tony Astarita che conforta le sue ammiratrici intonando “Ti prego non piangere”. Al terzo classificato, Donatello, anche lui con la canzone di Sanremo, “Ti voglio”, non resta che sperare di far meglio del terzo classificato della puntata successiva.
Tra le donne vince a mani basse la puntata Caterina Caselli, che evidentemente al primo turno aveva proprio sbagliato canzone. “La casa degli angeli” invece, sarà la più votata del secondo turno. Al secondo posto Rita Pavone, che nei momenti di difficoltà si affida a “Cuore”, un successo che non l’ha mai tradita. Marisa Sacchetto, terza, presenta un pezzo orecchiabile intitolato “Amore amaro”, che ha una specie di doppio ritornello, mentre per pochissimo viene eliminata Giovanna, alla quale non basta una versione lagnosa di “E penso a te” di Battisti.
Nella seconda puntata Gianni Nazzaro stradomina con “Far l’amor con te”, e saggiamente si riserva il successo dell’estate (“Quanto è bella lei”) per il terzo turno. Peppino Di Capri giunge secondo con “Reginella”, che si va ad aggiungere alla sua collezione di ripescaggi dalla tradizione napoletana, mentre Little Tony giunge terzo con la bella composizione di Paolo Morelli degli Alunni Del Sole “Laggiù nella campagna verde”, e non viene neanche ripescato (fa festa Donatello), mentre Michele resta a casa con “Un uomo senza una stella”. Decisamente ci si lamenta di quelli che scelgono canzoni collaudate, ma poi chi sceglie canzoni nuove non viene premiato.
Gigliola Cinquetti si affida ad Aznavour e alla sua interminabile “La Bohème” e vince facilmente la puntata, davanti a Marcella che raccoglie consensi con Battisti e “Io vivrò senza te”. Fuori rimangono l’impegnata Anna Identici (“Era bello il mio ragazzo”) e Ombretta Colli (con una marcetta di Virgilio Savona del Quartetto Cetra, “Tutte le volte meno che una”).
Tre puntate per il terzo turno, sei cantanti per una, due rimangono fuori. Grande lotta tra gli uomini nella prima puntata: la popolarità di Massimo Ranieri è inattaccabile, e anche “O surdato ‘nnammurato” fa il pieno di voti. Al secondo posto si qualifica Mino Reitano che va a ripescare la canzone del suo primo successo, “Avevo un cuore”. Non troppo distante, ma eliminato, il Peppino Gagliardi di “Settembre”, successo che rispetto a “Come le viole” è un po’ più lontano nel tempo. Chissà se avesse invertito le due canzoni…
Intanto continua il momento magico di Caterina Caselli che vola in semifinale ripescando “Il volto della vita”, mai presentata a Canzonissima, neanche nel suo anno di origine, il 1968. Abbastanza equilibrata comunque la lotta tra le tre cantanti e Rosanna Fratello (“Sono una donna non sono una santa”) ha la meglio su Nada (“Il re di denari”). Abbiamo già fatto rilevare che dal punto di vista qualitativo il repertorio di Nada era scaduto parecchio e non manca molto che lei dirà basta a un tipo di carriera imposto dalla casa discografica e comincerà a fare di testa sua.
Seconda puntata del terzo turno: nessun problema per Gianni Morandi che si permette il lusso di fare a meno dell’orchestra ed eseguire “Un mondo d’amore” accompagnandosi con la sola chitarra acustica (l’aveva fatto Modugno tre anni prima). Gianni Nazzaro con la canzone menzionata prima vola in semifinale e il terzo incomodo, Donatello, sente fin dall’inizio puzza di bruciato, dato che sceglie “Io mi fermo qui”.
“Eternamente” è il titolo giusto per Orietta Berti, che grazie alla musica di Charlie Chaplin supera la concorrenza di Gigliola Cinquetti (in ogni caso seconda con “Anema e core”, persino una veronese doc come lei omaggia la canzone napoletana) e Rita Pavone (“Finalmente libera”, che si toglie la soddisfazione di piacere parecchio alla giuria di campioni dello sport in sala).
Terza puntata del terzo turno: Bob Dylan avrebbe commentato che i tempi stanno cambiando. Se ne accorge a sue spese Claudio Villa che pur cantando “O sole mio” (non con molta classe bisogna dire), si fa sopravanzare da Nicola Di Bari, che osa presentando una sua canzone nuova, “Qualche cosa di più”, che ricorda certe cose di Luigi Tenco, e soprattutto da Peppino Di Capri, che lo batte sullo stesso terreno, la canzone napoletana. Il buon Peppino modernizza al punto giusto “Munasterio ‘e santa Chiara” e vince la puntata.
Festeggia Iva Zanicchi grazie a “La mia sera” (la musica è quella del classico “Amazing Grace”, ma gli autori sono – ohibò – tutti italiani), mentre nella lotta tra debuttanti la spunta Marcella che rischia un poco con il successo dell’estate, l’ottima “Sole che nasce, sole che muore”. Marisa Sacchetto arriva vicina a farle lo sgambetto con una canzone bandistica “E la domenica lui mi porta via”. Marisa non ce la fa, ma va bene così. Di Rosanna Fratello una ne basta e ne avanza …

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