BENVENUTO 1973! (puntata n. 123)
di Dario Cordovana
Mentre Canzonissima lanciava i suoi ultimi successi, nel mondo delle classifiche un aspirante cantante aveva cambiato la montatura dei suoi occhiali. Probabilmente non sarà stato solo questo a contribuire al successo del romano Claudio Baglioni, ma il dettaglio è importante perché da sempre il look la sua importanza l’ha avuta. L’ultima volta che avevamo parlato del sor Claudio era stata ai tempi della sua sfortunata partecipazione al “Disco per l’estate” 1970. Due anni e mezzo dopo finalmente il pezzo giusto: “Questo piccolo grande amore” arriva sorprendentemente al primo posto in classifica. Un brano che parla agli adolescenti in maniera molto diretta fin dal principio: “Quella sua maglietta fina/tanto stretta al punto che immaginavo tutto”. Se non sono turbamenti adolescenziali questi … anzi poco oltre la cosa si fa così audace che la frase “con la paura e la voglia di essere nudi” viene censurata in “di essere soli”, ma sarebbero bastati pochi anni per considerare la frase censurata come assolutamente normale. Sarà proprio Baglioni a contribuire ad accettare una maggiore permissività nel linguaggio delle canzoni. Oggi “Questo piccolo grande amore” è considerato uno degli evergreen della canzone italiana, ma all’inizio del 1973 il suo grande successo fu contrastato da altri due pezzi: “Erba di casa mia” di Massimo Ranieri, fresca vincitrice di Canzonissima, e soprattutto “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, che resterà al primo posto per dieci settimane non consecutive (c’è una settimana di interregno della canzone di Ranieri) e in classifica fino a maggio, mentre Baglioni resterà fino ad aprile. Di Baglioni e Battisti riparleremo, ma altri protagonisti si mettono in luce nelle classifiche, alcuni anche un po’ a sorpresa. E’ il caso dei veneziani delle Orme, ormai datisi al rock progressivo, un genere che punta soprattutto al formato 33 giri, per via anche della lunghezza di alcune composizioni. Succede però che il gruppo estrapola dal fortunato album “Uomo di pezza” il delicato valzer “Gioco di bimba” e che questa si accomodi in classifica come se niente fosse, contribuendo alla popolarità di Tagliapietra, Pagliuca e Dei Rossi anche presso un pubblico più giovane (o persino più giovane). Sempre sulla cresta dell’onda Mina, presente in classifica, ma non proprio nelle zone alte con “Eccomi”, canzone buona, ma rimasta poco nell’immaginario collettivo. Stesso discorso, anche se con maggiore fortuna, per la “Cosa si può dire di te” dei Pooh, ultimo brano con Riccardo Fogli in formazione, che lascerà presto il gruppo e verrà rimpiazzato dall’ex-Capsicum Red … ahem … Red Canzian. Detto che il successo di “Donna sola” di Mia Martini è più del 1972 che del 1973, un’altra donna riesce a piazzare ben due successi in classifica nella parte iniziale del nuovo anno. Si tratta della primadonna di Canzonissima, Loretta Goggi e i brani in questione sono la sigla iniziale “Vieni via con me” e il nuovo “ballo” inventato per tradizione in quella trasmissione, il “Mani mani”. Sempre da quella trasmissione, oltre alla canzone di Ranieri hanno successo “Un sorriso e poi perdonami” di Marcella (per molte settimane al numero 4 in classifica, “Mi ha stregato il viso tuo” di Iva Zanicchi (al numero 6) e “Il mondo cambierà” di Gianni Morandi (al numero 7). “Paese” di Nicola Di Bari fa una fugace apparizione al numero 10 per poi sparire. E’ la prova che (Marcella a parte), ormai questo tipo di cantanti per vendere dischi ha bisogno di fortunate apparizioni nei maggiori concorsi canori, che però, ahiloro, nel 1973 entreranno tutti in crisi …
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