Rassegne di fine estate 1973 (puntata n. 136)
di Dario Cordovana
Il Festivalbar di Vittorio Salvetti nel 1973 è in un periodo di grande fortuna e la Rai decide allora di fare le cose in grande. Come sapete la rassegna era legata ai juke-box sparsi in tutta Italia, e infatti si diceva allora che una canzone era molto “gettonata”. I partecipanti erano sia italiani che stranieri e questo permetteva di avere in concorso nomi presenti nella hit parade del momento. Certo non tutti questi nomi poi partecipavano alla finale. In genere era quasi certo avere gli italiani mentre per gli stranieri era difficile assicurarsi i grossi nomi, che costavano molto. Quell’anno mamma Rai si svena per assicurarsi la presenza dell’ex-Beatle Paul McCartney con i suoi Wings che arrivano in Italia per cantare la loro “My Love”, grande successo in classifica. Un bel colpaccio, certo, e pensare che Paul non è neanche il vincitore del Festivalbar. Per la prima volta il titolo viene assegnato ex-aequo a due motivi che sarebbero giunti a raccogliere un numero di voti pressoché uguale: “Io, domani” di Marcella e “Minuetto” di Mia Martini. Dopo questo terzetto la scena viene però rubata dal ballo liscio dell’Orchestra Spettacolo di Raoul Casadei e “Ciao mare”. Il liscio è tornato di moda e Salvetti non se lo lascia scappare. Raoul è il figlio di Secondo Casadei, l’autore della celebre “Romagna mia” che spopola da sempre nelle gite aziendali (insieme a “La società dei magnaccioni”). Tra gli altri presenti alla finale il gruppo delle Orme che esegue un medley di due brani dal loro album “Felona e Sorona”, e intitolato semplicemente “Felona” (che nel disco è il titolo della sola prima parte del medley), Adriano Pappalardo con “Come bambini”, i fratelli La Bionda, non ancora dediti alla musica dance naturalmente, (“Chi”), i Nomadi (“Un giorno insieme”), e tra gli stranieri i Les Humphries Singers, gruppo multi etnico guidato da un inglese residente in Germania (“Mama Loo”) e l’immancabile Demis (“Forever And Ever”). Mia Martini la ritroviamo poi a Venezia, alla mostra internazionale di musica leggera che nel 1973 presenta una grossa novità: per la prima volta i cantanti gareggiano presentando un loro LP del quale in genere vengono presentati due brani, salvo poche misteriose eccezioni che si fermano a uno. Mia Martini partecipa alla manifestazione come vincitrice del 1972, per le vendite della canzone “Donna sola” e il suo nuovo album, “Il giorno dopo”, è quello che contiene “Minuetto” e le canzoni presentate a Venezia, “Guerriero” e “Bolero” (per la verità Mia avrebbe un’ampia possibilità di scelta, essendo questo un album molto riuscito). La co-vincitrice del Festivalbar, Marcella, presenta l’album “Mi…ti…amo” che si avvale del pezzo omonimo, che finirà nella classifica dei singoli e di “Mi fa morire cantando” versione italiana del successo di Roberta Flack “Killing Me Softly With His Song”. In un periodo decisamente favorevole per le cantanti cerca il definitivo lancio Gilda Giuliani, presente con l’album “Gilda Giuliani” e i brani “Tutto è facile”, già ascoltata al Disco-estate e la nuova “Frau Schoeller”, che ricorda fin troppo da vicino “Serena”. “Ornella Vanoni e altre storie” è invece l’album che viene presentato dalla cantante milanese e più che “Superfluo” a Venezia si segnala “Sto male”, versione italiana di un bel pezzo di Serge Lama. Iva Zanicchi canta invece “Chi mi manca è lui” (allora sigla del programma radiofonico “Gran varietà”) e “Le giornate dell’amore”, che dà il titolo al suo album. Milva presenta l’album “Sognavo amore mio” (con il pezzo omonimo e “E’ l’ora”), mentre Gigliola Cinquetti si butta sulla canzone d’altri tempi con “Stasera ballo liscio” e due pezzi molto, molto d’epoca, “Tango delle capinere” e “La spagnola”, cantate con la consueta professionalità. C’è spazio per un paio di cantanti italiani, Fred Bongusto e Mino Reitano. Il primo con “Malizia… un po’” (la già fortunata “Tre settimane da raccontare”) e il secondo con “L’abitudine” (dal quale viene estrapolato il pezzo omonimo). Dopo aver menzionato un’interessante pattuglia di artisti stranieri (Don McLean, Artie Kaplan, Daniel Guichard, Diana Ross, Albert Hammond, i Rare Earth), ci dedichiamo alla vincitrice della Gondola d’argento, Emanuela Cortesi con “Io ci credo ancora”; la ritroveremo a Sanremo. Poche tracce invece rimarranno della seconda classificata, Maila, classificatasi a pari merito con il gruppo progressive Il Cervello (interessante la loro “Melos”). Al quarto posto altro gruppo prog, gli Odissea, con “Unione”, che tra gli autori sfoggia il nome non certo alternativo di Popi Minellono …
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