Canzonissima al pomeriggio (puntata n. 138)
di Dario Cordovana
E’ un momento di crisi per le gare canore: il boom degli
anni sessanta è ormai alle spalle e il 45 giri tira molto meno e lascia spazio
al 33 giri, nel quale un cantante può fare “un certo tipo di discorso”. Certo
anche la Rai ci mette del suo, prima negando le telecamere per le semifinali di
manifestazioni molto seguite come “Sanremo” o “Un disco per l’estate”, poi
trasferendo la popolarissima “Canzonissima” dal sabato sera alla domenica
pomeriggio.
Un affronto non da poco vista la differente ribalta
televisiva. Da subito è difficile trovare i conduttori giusti. Pippo Baudo ci
mette un po’ prima di sciogliere la riserva, mentre la sua partner Mita Medici,
ha in mano una grande occasione e certo non può fare tanto la difficile. Baudo
si porta con sé il maestro Pippo Caruso, conterraneo e all’esordio in un
programma importante. Del loro sodalizio potremmo dire con Wess e Dori Ghezzi:
“E non ci lasceremo mai…”, ma quella è un’altra edizione di Canzonissima e
allora lasciamo perdere.
Mita canta la sigla di testa, “Ruota libera”, scritta come
al solito dagli autori del programma con la parte musicale affidata al
direttore d’orchestra, cioè Caruso. Francamente si tratta di un pezzo
abbastanza debole, se paragonato alle più incisive sigle degli anni precedenti,
ma malgrado ciò il brano riuscirà ad entrare in classifica. Per arrivare a
cantare la sigla di coda con la più interessante “Proprio così”, Mita dovrà
attendere la penultima puntata, visto che fino ad allora la chiusura del
programma è appannaggio delle gag di un personaggio misterioso che si limita
vocalmente a proferire “Mannaggia” su una musichetta condotta dal
sintetizzatore e “made in Pippo Caruso”. Il personaggio non è altri che Lando
Buzzanca e malgrado nel filmato non si mostri il suo volto, il mistero viene
svelato quasi subito. Mita Medici ne approfitterà per lanciare l’ennesimo nuovo
ballo di “Canzonissima”, lo “Scappa scappa”, con molta minor fortuna rispetto
ai predecessori “Tuca tuca” e “Mani mani”.
Gli ospiti del programma sono anch’essi da domenica
pomeriggio: dai Sordi, De Sica (Vittorio), Gassman (Vittorio), Vitti, Loren,
ecc. si è passati a Umberto Orsini, i fratelli Aldo e Carlo Giuffrè, Isabella
Biagini, Giusi Raspani Dandolo, Ave Ninchi. Con tutto il rispetto, la
differenza si nota e anche quando arriveranno un po’ di grossi calibri (Sandra
Mondaini e Raimondo Vianello, Aldo Fabrizi, Walter Chiari), il clima sarà molto
informale, da serata con gli amici.
Il regolamento prevede delle novità: intanto la fine
dell’ostracismo verso complessi e coppie, probabilmente dovuto al fatto che
molti cantanti famosi, scoraggiati dal declassamento del programma, si sono
tenuti alla larga dal cast. Niente Ranieri, Morandi, Di Bari, Caselli, Vanoni,
Zanicchi, Fratello, Modugno, Endrigo, Dorelli, Milva per dire dei primi che
vengono in mente. Anche Rita Pavone rinuncia all’ultimo momento. Al loro posto
trovano spazio cantanti che da tempo erano ai margini della scena (Jimmy
Fontana, Carmen Villani, Romina Power) oltre a gruppi di consolidata popolarità
(i Camaleonti, i Ricchi e Poveri, i Dik Dik, l’Equipe 84, i Nuovi Angeli e gli
emergenti Alunni Del Sole), più il duo dei Vianella che in singolo erano
assenti dalla Canzonissima del 1970 (Wilma Goich) o addirittura da quella del
1968 (Edoardo Vianello). Una delle presenze più singolari è quella di Dori
Ghezzi, che da più di un anno fa coppia fissa con Wess e che invece torna
all’antico presentandosi da sola.
Un’altra novità è rappresentata dal Briscolone, una
dotazione di 70.000 voti che ogni cantante può spendersi nel corso della
manifestazione. Apparentemente sembra un modo per rendere più incerta la prima
fase, con i cantanti meno noti che se lo giocano subito e quelli più noti che
se lo risparmiano, ma a lungo andare sembra invece un escamotage per permettere
ai pochi big in gara di assicurarsi la finale con pochi problemi. Per il resto,
solite giurie in sala (divise in settori che votano per sorteggio un solo cantante,
ognuno dei giurati ha un voto da uno a tre, poi una votazione “nominale” in cui
ogni giurato sceglie un cantante e permette al prescelto di ottenere con quel
voto l’equivalente di duemila cartoline. In questa ultima votazione è possibile
anche astenersi, cosa che fanno, in genere, giovani, dall’aspetto alternativo e
sostanzialmente annoiato) e cartoline voto del pubblico a casa che possono
ribaltare i risultati provvisori.
Malgrado lo spostamento alla domenica pomeriggio, e il ridimensionamento
generale del programma, le aspettative di una trasmissione così prestigiosa
continueranno ad essere alte e “Canzonissima ‘73” verrà fin dalla prima puntata
bersagliata dalle critiche. In particolare lo sarà una trovata in cui Mita
Medici, per “richiamare all’ordine” un Pippo Baudo troppo intento a
intervistare l’ospite Umberto Orsini, utilizzerà una campanella per tornare
alla gara. Una cosa che non verrà più riproposta …
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