TERMINA IL PRIMO TURNO DI CANZONISSIMA 1974 (puntata n. 161)
di Dario Cordovana
Ha aspettato l’ultima edizione per esordire a Canzonissima e la sua partecipazione in fondo è un’ulteriore prova che quell’anno, per completare il cast dei cantanti, non si sapeva a che santo votarsi. Stiamo parlando di Memo Remigi, che, non sapendo bene che fare, all’ultimo momento decide di sostituire la nuova “Emme come Milano”, con il suo più collaudato classico (del 1965), “Innamorati a Milano”. L’accoglienza risulterà freddina, sia da parte delle giurie in sala, che ancor di più, da parte del popolo delle cartoline. Lo segue Peppino Gagliardi, che invece della canzone del Disco per l’estate che, onta e disonore, non è riuscita nell’impresa di regalargli il solito secondo posto, dovendosi contentare del quarto, presenta “Che cos’è” che certo non lo mette al sicuro da brutte sorprese. Il gruppo della puntata è quello dei Dik Dik, con “Help me” una storia “made in Italy” di un astronauta che si perde nello spazio (sì, anche noi abbiamo la nostra “Space Oddity”, o la nostra “Rocket Man”). Per la musica folk la lotta è tra Svampa e Patruno (ex-Gufi) e Marina Pagano, ma in pratica non c’è partita: la Pagano è brava e ha la furbizia di presentare la “Tammurriata nera” riportata in auge dalla Nuova compagnia di canto popolare, e surclassa i rivali. Gli ultimi due cantanti sono Little Tony, che da un po’ di tempo ha perso il suo appeal in questa manifestazione, e si affida a una canzone, “Cavalli bianchi”, che già a Sanremo gli ha portato poca fortuna e Gigliola Cinquetti. C’è molta attesa per la vincitrice della passata edizione, che si diverte un po’ a mischiare le carte, ripescando “L’edera” di Nilla Pizzi. Comunque, per questo primo turno, nessun problema. Oltre a lei si qualificano i Dik Dik e Peppino Gagliardi (per soli 24, dicasi 24, voti nei confronti di Little Tony). L’ultima puntata della prima fase viene aperta da Marisa Sacchetto, eterna promessa mai mantenuta del tutto, che sceglie il “Tango delle rose”, seguita dal vincitore del Disco per l’estate, Gianni Nazzaro, che si affida appunto a “Questo sì che è amore”. Il terzetto viene integrato dagli Alunni del Sole di Paolo Morelli che hanno cominciato la loro fortuna proprio a Canzonissima l’anno scorso. “Jenny” è un brano molto bello e ormai collaudato. Non ci dovrebbero essere brutte sorprese. La lotta nel girone folk è stavolta tra il Piemonte e la Sardegna. Per la verità parlare di lotta è un po’ esagerato, perché il pur bravo Roberto Balocco non è per niente in grado di impensierire Maria Carta, che interpreta in modo molto intenso la classica “Deus ti salvet Maria”, qui ribattezzata semplicemente “Ave Maria” e, malgrado non si tratti assolutamente di un ascolto semplice, né tantomeno ruffiano, riesce a mettere tutti d’accordo. Il girone di musica leggera riprende con Giovanna, per la quale si può rifare più o meno lo stesso discorso fatto per la Sacchetto. Una cantante promettente, ma il grande successo sembra eluderla. Anche lei come Marisa, come Gilda Giuliani, come Anna Melato e tanti altri sconta la crisi di un certo genere di musica leggera. Come vedremo il gusto del pubblico andrà senza mezze misure o verso l’impegno dei cantautori o verso chi narra storie di amori adolescenziali, magari con canzoni sempre più semplici nella loro costruzione. Per cui “Questo amore un po’strano” di Giovanna, buona canzone, poteva andare bene per il 1973, ma un anno dopo sconta il fermarsi a metà del guado. Chiude la puntata Nicola Di Bari, anche lui in calando rispetto ai successi di appena due anni e mezzo prima, che punta sulla valorizzazione di un autore poco conosciuto dal grande pubblico, ma molto bravo: Piero Ciampi, di cui presenta “Io e te, Maria”. La puntata viene ovviamente vinta da Nazzaro che andava sul sicuro, Nicola Di Bari si piazza secondo grazie alle cartoline, precedendo di poco gli Alunni del Sole. Tornano a casa subito Giovanna e Marisa Sacchetto, in modo abbastanza inglorioso…
|