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14 agosto 2023

CANZONISSIMA 1974: LE SEMIFINALI (puntata n. 163)

di Dario Cordovana



Dieci canzoni nuove di musica leggera e quattro di musica folk tra cui scegliere le Canzonissime dei rispettivi generi. Dopodiché (ma ancora non si sa) Canzonissima può andare definitivamente in pensione.
Nella prima delle due semifinali il primo a esordire è il veterano Mino Reitano che vince la puntata e va in finale con “Insieme noi”. Il pezzo non si distacca dal suo genere consueto nemmeno per una particolare qualità, ma se vince la semifinale bisogna considerarlo d’obbligo tra i favoriti.
Tocca poi a Wess e Dori Ghezzi, che alla loro prima Canzonissima in coppia (Dori era arrivata ultima nel 1969, ai tempi del “Casatchock”) sono arrivati tranquillamente in semifinale e, grazie al secondo posto ottenuto in questa puntata approdano in finale. La loro canzone si chiama “Un corpo e un’anima” e rappresenterà il loro brano più ricordato. In effetti sembra proprio cucito su misura per la coppia.
E’ giunta in semifinale anche Gilda Giuliani, con dei pezzi non semplici da assimilare. “Più passa il tempo” si trova però a lottare contro dei pezzi da novanta in quanto a popolarità e Gilda viene abbandonata sia dal pubblico delle cartoline che dalle giurie.
Il girone folk prevede la lotta tra Lando Fiorini, che si aggiudica il primato del voto delle giurie con la nuova “Ponte mollo” e Tony Santagata che ha dalla sua un pezzo estremamente orecchiabile, in linea con il personaggio, “Lu maritiello”. Saranno le cartoline a farlo rimontare e approdare in finale.
Ma è già tempo di tornare alla musica leggera con i Vianella che ci provano con “Noi nun moriremo mai”, che però, malgrado sia di buona qualità, ottiene risultati pericolosamente sotto le attese, classificandosi al quarto posto nella puntata, superata al terzo da Peppino Di Capri. Ricordo ad “Alto Gradimento” il finto cronista Max Vinella (interpretato da Giorgio Bracardi), che lo annunciava come “Peppino Di Capri non canta “Mai””, prendendosi i rimproveri di Arbore e Boncompagni (“Lei deve dire: Peppino Di Capri canta “Mai”, se mette il “non” la cosa non funziona”…). I Vianella acciufferanno la finale solo da ripescati come migliori quarti.
Gianni Nazzaro inaugura la seconda semifinale con “Piccola mia piccola” che sembra di Baglioni, ma è di Sandro Giacobbe. C’è pure una maglietta che lei indossa che “è certo che se te la levi si asciuga più in fretta”. Come dargli torto?
Al Bano si affida ad “Angelo di strada”, una canzone musicalmente abbastanza difficile da ricordare. Invece facilissimo ricordare “Il ritmo della pioggia” di Orietta Berti, che, pur affidandosi ai soliti autori, esibisce una maggiore varietà del solito, anche nel ritmo (appunto). Del resto Orietta aveva bisogno di una ventata di freschezza visto che aveva rischiato di rimanere fuori dalla semifinale. Una curiosità: l’orchestra dorme, e nel playback che accompagna la cantante, inizia a “muoversi”, qualche attimo dopo che parta il pezzo, con effetto di grande comicità.
Interessanti i due brani del girone folk. Fausto Cigliano presenta una sua composizione, “Nella mia città”, che, a passo di marcia, denuncia in modo ironico le cose che non vanno a Napoli. Bravo, ma immensa Maria Carta che fa venire i brividi con “Amore disisperadu”. Non si tratta di brani facili questi della cantante sarda e il fatto che siano stati così apprezzati dal grosso pubblico da mandarla comodamente in finale, fa capire quanto possa contare procurare emozioni al grosso pubblico anche di una manifestazione così tradizionale come “Canzonissima”.
Ritorniamo alla musica leggera con gli Alunni del Sole, che sono per il secondo anno di seguito in semifinale, ma stavolta con una popolarità molto più consolidata. Avrebbero bisogno di una hit come “Un’altra poesia”, ma purtroppo “I tuoi silenzi” non lo è, pur non deludendo in toto.
Chi non ha di questi problemi è Massimo Ranieri che punta alla vittoria finale con “Per una donna”. Il brano è onesto e nulla più, ma Massimo è popolarissimo e sembra inarrestabile. Il tris a Canzonissima sembra vicino. Chi lo fermerà?

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