Delusione d'amore (e magari politica)
di Davide
Riceviamo e pubblichiamo.
Cari 4 fissa, vi scrivo questa mia perché anch’io credo di esserlo e finalmente ho trovato qualcuno che può capirmi e con cui posso sfogare tutta la mia amarezza. Non so voi, ma io lo sono diventata per amore. Un amore sincero, appassionato e soprattutto segreto, custodito nel mio cuore per anni fatti di discrezione, di rari e fugaci incontri e di sguardi. Soprattutto di illusioni e ora che è tutto chiaro mi sento stupida, usata. Anche i miei amici ormai mi trattano con pietà, fanno finta di niente ma io leggo nel loro sguardo la pena e, a volte, la derisione. Ma io non mi pento, sono stati anni bellissimi però…Lui, no, non riesco a perdonarlo. Non posso sbilanciarmi troppo, è un uomo troppo importante ma io lo conosco da tanti anni, quando ancora era un giovane innamorato della politica e pieno di ideali democratici e cristiani. La prima volta che lo vidi fu ad un incontro organizzato da un amico presso il teatro dei preti in via Pindemonte. Il vicino di casa mi disse “Vieni c’è uno che si “porta” per le elezioni del consiglio comunale e che vuole farsi conoscere. Sai è di fuori, dell’agrigentino, è una gran brava persona, e poi è anche dottore ma è un volto nuovo, nessuno lo conosce…..se possiamo fare qualcosa per lui….”. Così andai. Era giovane ed acerbo, molto più magro di adesso, ma già un bell’uomo e pieno di fascino. Alla fine andai a salutarlo e li successe l’inaspettato. Non ci conoscevamo neanche ma lui appena mi vide si avvicinò e mi baciò calorosamente sulle guance. I suoi occhi, buffi e tondi, si tuffarono nei miei e fu subito passione. Quel suo bacio così affettuoso, quasi intimo, mi fece capire che era nato qualcosa. Da allora lo persi di vista ma il mio cuore non lo aveva mai dimenticato. Nessun altro uomo mi interessava, solo lui, e trepidavo nell’attesa di altre occasioni magari solo per vederlo. E l’occasione si ripresentò. Molti anni dopo, quasi dieci. Fu un caso, accompagnai un’amica di mia sorella alla Regione, vicino lo stadio, a chiedere un su.. non so come si dice esattamente, lei lo chiamava sursidio, ma io una volta l’ho ripetuto ad una signora che si è messa a ridere come una pazza (‘sta mmerda). Così mentre aspettavamo il nostro turno in portineria vidi fuori una coda di gente, tutti mascoli però, che si avvicinava a passo spedito ma una volta entrata in portineria mi venne quasi un colpo. All’improvviso dal gruppo sentii quella voce indimenticabile. Era lui sorrideva dava pacche a tutti, avrei voluto chiamarlo, attirare la sua attenzione, ma ogni sillaba mi si strozzò in gola, non riuscivo ad emettere suono mentre lui andava via verso le scale con tutta quella gente dietro che sembrava ripetere qualcosa, un mormorio continuo, dissonante nelle parole ma con tono costante, come..ecco come chi prega. Poi anche in questo caso un gesto inatteso (ma lui si sa è l’uomo delle sorprese), i suoi occhi, come se sapessero che ero li, improvvisamente, cercarono nella confusione finchè non si fermarono sui miei. Mi riconobbe subito nonostante gli anni trascorsi, si fece largo tra la folla e si avvicinò. Oddio credetti di svenire. Mi abbracciò e mi baciò, ancora, come quella volta ripetendo il mio nome. Improvvisamente mi sembrò che il tempo si fosse fermato così come il mio cuore. Capite, allora non era stato un caso, una mia fissazione. Si ricordava ancora di me, del mio nome e mi aveva baciato con quel trasporto che si dona solo a chi si vuol bene. Non ebbi il tempo di dire nulla, venne nuovamente inghiottito dalla folla, quasi in trionfo. Appena mi ripresi chiesi al portiere come mai Lui fosse li. Era Lui l’assessore??? Di più, mi rispose, di più. Mi spiegò che lui veniva il martedì ed il giovedì mattina e riceveva al 5° piano, il piano dell’assessore. Lì aveva una stanza tutta per se dove chi aveva bisogno poteva fare qualche ora di anticamera e sperare nella sia infinita magnanimità e bontà (quantomeno, come scoprii dopo, un bacio non glielo avrebbe sicuramente negato!!). Per rivederlo stavolta non ho dovuto attendere tutto quel tempo; infatti due anni dopo mi accodai ad un gruppo di giovani rappresentanti di alcune cooperative sociali che operavano nel settore socio – sanitario, un settore a Lui assai caro essendo un esperto, un dottore (anche se in verità poi ho scoperto che era molto interessato anche a quello dell’agricoltura essendo probabilmente rimasto profondamente legato alle sue radici agricole, così come il suo delizioso “aggendo”). L’appuntamento era per le cinque di pomeriggio al piano terra di un palazzo in una traversa di via Notarbartolo, la sua segreteria politica dissero; così mi ritrovai seduta in una stanza con tante sedie lungo le pareti ed una scrivania con altre sedie attorno, o, meglio, in una delle stanze. Infatti ce n’erano almeno sei alcune collegate da un corridoio di ingresso, anche lui stipato di gente, altre direttamente comunicanti tra loro e ovviamente separate da una porta. Una volta avviato il percorso Lui avrebbe attraversato le stanze dedicando circa un quarto d’ora a ciascun gruppetto, organizzato “per argomento” e man mano che procedeva le stanze “già fatte” venivano riempite da nuovi gruppetti per un nuovo tour fino ad esaurimento. E lì che ho cominciato a sospettare qualcosa. Infatti durante il giro entrava in una stanza e baciava tutti, li chiamava per nome e cognome ed in alcuni casi nemmeno li lasciava parlare. Era lui a dire che problema avessero e come lui aveva pensato di risolverlo e quando andava via un’altra dose di baci ed abbracci. Non potevo crederci, era una scena orribile, stava regalando a tutti, e dico tutti, gli stessi baci, gli stessi abbracci, gli stessi sorrisi, gli stessi sguardi affettuosi (con quegli odiosi occhietti pallati!!!!) che aveva donato a me. Più proseguiva il percorso più si faceva strada in me la consapevolezza di essere stata per lui una come tante o, soprattutto, come tanti, Si perché, come si dice, vada per la concorrenza di altre donne, si sa, l’uomo è cacciatore, ma degli altri uomini no. E’ una cosa porcherosa, sapete io sono all’antica, si sarà capito, certe cose io non le accetto, non è una questione di essere moderni o meno. Ma certe latenze celate nei rapporti virili mi fanno contorcere le budella!!!E finchè baci per salutare, che so, tuo fratello, tuo zio, toh tuo compare, ma tutti i mascoli che vedi e per giunta con trasporto qualcosa significherà; se è una cosa che viene spontanea bisognerebbe farsi controllare e, al limite, accettarsi senza nascondersi e creare negli altri, soprattutto nelle altre (sigh) false illusioni. Notando il mio sguardo trasecolato, il ragazzo accanto a me, scambiandolo per stima, mi disse :”E’ incredibile, vero???Si ricorda di tutto e di tutti, magari ti ha vista una sola volta e quando di incontra di nuovo, ti parla della tua famiglia, del tuo lavoro magari di come vanno i lavori della tua casa in campagna, e poi bacia tutti, con affetto non con distacco, come se ti volesse lasciare il suo odore per riconoscerti alla prossima occasione, magari tra trent’anni….è un mostro vero?”. Si è davvero mostruoso, mi sarebbe venuto da rispondergli, ma venni sopraffatta dall’orrore, non potevo sopportare altro, scappai in lacrime, probabilmente stupendo tutti i presenti, increduli, perché nessuno va via da Lui piangendo, ma tutti, in un modo o nell’altro, sorridenti e “baciati”. Tornai a casa sola a piedi, abito in periferia e come è noto, ora come allora, gli autobus a Palermo funzionano benissimo ma solo in centro e per gli altri so’ cazzi, scusate la parola; immersa nei miei scuri pensieri ho persino sperato di trovare per strada magari uno stupratore assassino che mi facesse la festa e magari mi uccidesse per non sopravvivere alla vergogna. Io comunque non riesco a portargli rancore, per me resta sempre il bel giovane dottore che incontrai venti anni fa, quando baci ne dava pochi e buoni e non come ora che lo chiamano ‘u zu vasa vasa e magari anche voi quattro fessi siete stati baciati e più di una volta e vi è pura piaciuto (ricchioni). Ho anche partecipato alla nottata di veglia in chiesa per illuminare il verdetto dei giudici, poi non né ho saputo più niente, perché sono un po’ debilitata nel fisico e dopo un giorno e una notte di canti e preghiere, a digiuno, ho dormito per tre giorni di fila. Ma ho visto una foto sui giornali passati che lo ritraeva sorridente circondato da una enorme guantiera di cannoli. Allora, ho pensato, sarà stato assolto perché uno che viene condannato mica festeggia a cannoli!!!!Sembra invece che non sia così, che sia stato condannato però hanno detto che non è mafioso e che è per questo che ora si è dimesso, perché qualche mala lingua e cornuto dice che un presidente della Regione Siciliana non mafioso non è credibile. Lo consolo io, povero Salvatore mio, gli porto un’altra bella guantiera di cannoli, freschi freschi dal Motel San Pietro, sulla statale per Agrigento (“la strada della morte”), e magari gli faccio un ritocco personale……un bel cannolo lassativo cosicchè finalmente io possa essere la prima persona sulla terra di cui si scorderà!!!!! Spero vogliate generosamente pubblicare questa mia che, comunque, resta un gesto di amore e un tributo di affetto, sentiti ringraziamenti, un cuore che soffre.
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