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9 febbraio 2008
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PARI OPPORTUNITA' - FIRMA LA PETIZIONE
di i4f
Riceviamo dal sito
parimerito
e volentieri pubblichiamo:
APPELLO PER LA "PARITA'’. SUBITO, SENZA SE E SENZA
MA Perché non siamo disposti a sopportare oltre il
mancato riconoscimento di un’equa rappresentanza all’interno delle istituzioni
di questo Partito e del nostro Paese. La discriminazione che vede le donne
escluse in maniera massiccia dai luoghi di potere politico ed economico è
antidemocratica e indegna di un Paese civile e di un Partito realmente
Democratico.
Noi chiediamo che le vecchie logiche di cooptazione,
responsabili di questa odiosa discriminazione, abbiano fine e non dettino
l’agenda di queste elezioni politiche. Per questo ci rivolgiamo ai vertici del
PD affinché garantiscano pari dignità e pari rappresentanza alle donne nel
contesto delle elezioni e delle funzioni amministrative e politiche.
E’ importante raggiungere il maggior numero di
firme, vi preghiamo pertanto di diffondere il link e l’appello a tutta la vostra
rete di amici e conoscenti, siti e blog....
Un caro saluto e grazie
(scusateci per l’eventuale disturbo)
Paola, Marina e la
redazione
FIRMA L’APPELLO:
petitiononline
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Commenti lasciati per: PARI OPPORTUNITA' - FIRMA LA PETIZIONE
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Quello che è accaduto ha Napoli mi ha scioccato, ma ciò non toglie che si sono fatti tanti passi in avanti, anche se c'è, mai come adesso chi rema contro per tornare ala caccia alle streghe. |
14/02/2008 07:38:02
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Funzionava così anche durante la "santa inquiasizione" Sono esagerata? leggete questo articolo
Abortisce dopo 21 settimane
La polizia sequestra il feto
NAPOLI - Da una parte una donna incinta che alla ventunesima settimana sceglie di abortire perché ha scoperto che il figlio ha un'alterazione cromosomica e potrebbe nascere con un grave handicap psichico. Dall'altra magistratura e polizia che dicono no, forse non è andata così, forse è stato ucciso un feto. E in mezzo la legge 194 e le sue interpretazioni. È un caso complicato che nasce a Napoli, al Secondo Policlinico, dipartimento di Ostetricia, lunedì sera. La donna di 39 anni che ha appena rinunciato a diventare madre torna in camera dalla sala parto e trova la polizia. Le fanno un sacco di domande, poi interrogano medici e infermieri e un'altra degente. Quindi sequestrano tutto quello che possono sequestrare: cartella clinica e altri documenti. E il feto: 460 grammi. Comincia l'inchiesta, che dovrà accertare la necessità del ricorso all'aborto, e in quel caso non potrà che chiudersi immediatamente con una archiviazione. Indagine interna anche del Policlinico: il responsabile di Ostetricia, Carmine Nappi, ha già inviato la relazione al direttore generale. Tutto è stato fatto secondo le regole, spiega il primario. «Il feto presentava un'alterazione cromosomica. Se la gravidanza fosse stata portata a termine ci sarebbe stato il quaranta per cento di possibilità di un deficit mentale. La donna ha presentato un certificato psichiatrico che attestava il rischio di grave danno alla salute psichica e autorizzava l'intervento ». L'aborto è stato eseguito con l'iniezione di un farmaco (prostaglandine) che è stato necessario ripetere più volte. «Le analisi avevano accertato che il feto soffriva della sindrome di Klineferter — spiega la donna che ieri mattina è stata dimessa —. Perciò ho scelto di abortire. Una decisione difficile, molto sofferta. Ma è stato un aborto terapeutico, fatto all'inizio della ventunesima settimana. E ovviamente non ho pagato niente, come ho detto anche alla polizia».
Gli agenti sono arrivati al Policlinico dopo una denuncia anonima. Che, dice il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini, testimonia «il clima che si vuole creare» intorno alla 194, «una legge buona e saggia per l'equilibrio tra responsabilità della donna, diritti del nascituro e deontologia medica». Protesta l'Udi (Unione donne italiane), sigla storica del movimento femminista: «Il clima che sta montando contro le donne nel nostro Paese genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie a ogni buon senso. A questo punto autodenunciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita ». E domani le militanti si sono date appuntamento alle cinque del pomeriggio a Napoli «per organizzare la vigilanza permanente in ogni piazza d'Italia». Come furono costrette a fare trent'anni fa.
Fulvio Bufi
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13/02/2008 10:53:18
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Quali sono i fatti che li smentiscono Mingo? Il fatto che in Italia non posso prendere la RU dopo uno stupro?
O che se abortisco spontaneamente dopo 20 settimane si tiene in vita un feto, anche malformato, contro la mia volontà, che sarebbe quella di lasciar morire ciò che naturalmente morirebbe senza l'intervento medico?
Contro e sempre la mia volontà. Quale femmina non sarebbe portata a pensare che siamo considerate solo delle "fattrici" e che il prodotto del "nostro seno" non ci appartiene ma sono altri che decidono per me? Mingo, tu, io e gli altri che scriviamo in questo e altri blog simili abbiamo raggiunto la parità ma non è la stessa cosa per il resto della società. Ricordati che abbiamo un Cuffaro e un Berlusconi "feet feet" , peri peri in siciliano, fra i piedi ( un eufemismo per indicare altri organi sessualmente attivi) in italiano. Frutto del voto della maggior parte della società in cui noi viviamo. |
12/02/2008 11:59:24
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Ciò che spetta di diritto è un diritto e basta.
Se ci sono o ci sono stati dei difetti o delle "colpe" non è detto che siano insuperabili ,anzi credo che i difetti siano un patrimonio dell' uomo come umanità e non come " masculo" |
11/02/2008 18:09:38
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Fara, e allora? Il fatto che i due Padri della Chiesa non siano stati formalmente smentiti non significa che questo non sia avvenuto sostanzialmente nei fatti.C'è tanta strada da percorrere ma tanta se ne è fatta. |
11/02/2008 17:22:23
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Marcello non sono io che lo dico, lo scrivono Tommaso d'Acquino e Agostino d'Ippona, due padri della chiesa. Non mi pare che a tutt'oggi qualcuno ha dubitato delle parole dei due pilastri della chiesa. |
11/02/2008 16:55:22
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Marcello non sono io che lo dico, lo scrivono Tommaso d'Acquino e Agostino d'Ippona, due padri della chiesa. Non mi pare che a tutt'oggi qualcuno ha dubitato delle parole dei due pilastri della chiesa. |
11/02/2008 16:54:54
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Sono in generale d'accordo con la petizione per le pari opportunità (come potrei non esserlo), non sono d'accordo con l'impostazione data al problema da Fara. Va bene, ancora c'è molta strada da fare perché si raggiunga una "parità" sostanziale tra i due sessi, mi sembra però che dire che le donne vengono considerate come "un male necessario per lo "sviluppo" del seme del maschio", sia assolutamente ingiusto e oltre tutto non vero: queste cose non le dicevano manco le femministe negli anni settanta ...
Il maschio avrà i suoi difetti atavici ma non si può dire che consideri la donna come uno strumento per procreare o per ricevere piacere...
Penso che al giorno d'oggi la donna abbia (giustamente) tutti gli strumenti per far valere i propri diritti e porsi su un piano di assoluta parità con gli uomini.
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11/02/2008 14:15:36
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Appunto! Io sono contraria a chiedere "per favore" quello che è un mio diritto: una pari dignità. Non chiedo pari opportunità per le donne ma pari dignità sociale, da essa scaturirebbe tutto il resto. Noi però viviamo ancora in una epoca segnata dal tomismo e dall'agostinismo. Noi siamo ancora considerate un male necessario per lo "sviluppo" del seme del maschio.
Per renderse conto basterebbe analizzare definizioni come questa: "una femmina che frequenta più maschi è una puttana, un maschio che frequenta più femmine è un puttaniere". Come vedete "la colpa" sta da una parte sola!
Fino a quando non si supera questa forma mentale e non si esce fuori da certi schemi noi dovremo sempre continuare a chiedere al sovrano, come concessione di grazia, un trattamento di parità |
10/02/2008 16:31:44
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La cosa veramente incredibile è che ancora si debbano fare delle petizioni per ottenere dei diritti !
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10/02/2008 09:58:13
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