I Libri uniscono - Il no ad Israele alla Fiera del Libro ci offende
di Daniela Vaccaro
"C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono,
nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero
piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un
libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno
scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo
si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi
e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un
ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik,
Valladolid, Vancouver. "
In un impeto di mancanza di democrazia, vorrei costringere tutti coloro
che hanno pensato di boicottare il Salone del Libro di Torino
(intellettuali palestinesi e - ancor più grave - rappresentanti della
sinistra italiana) a leggere queste parole, di uno degli scrittori
contro cui si sono levate le loro proteste. Amos Oz, si chiama,e la
citazione è tratta da Una storia di amore e di tenebra.
Oppure vorrei costringerli a leggere questo: "In questo momento non
dico nulla della guerra in cui sei rimasto ucciso. Noi, la nostra
famiglia, l'abbiamo già persa. Israele ora si farà un esame di
coscienza, noi ci chiuderemo nel nostro dolore, [..]. Vorrei che
sapessimo dare gli uni agli altri questo amore e questa solidarietà
anche in altri momenti. È forse questa la nostra risorsa nazionale più
particolare. Vorrei che potessimo essere più sensibili gli uni nei
confronti degli altri. Che potessimo salvare noi stessi ora, proprio
all'ultimo momento, perché ci attendono tempi durissimi." Queste parole
invece sono tratte dall'orazione funebre che David Grossman ha
pronunciato ai funerali di suo figlio Uri, 20 anni.
Infine, concluderei con queste parole: "... e noi nell'ultima guerra
abbiamo perso un amante. Avevamo un amante, e da quando è cominciata la
guerra non lo si trova più, è sparito. Lui e la vecchia "Morris" di sua
nonna. Da allora sono passati già più di sei mesi, e di lui non abbiamo
saputo più nulla. Noi diciamo sempre: questo è un paese piccolo, una
specie di grande famiglia, se uno ci si mette può scoprire legami
persino tra le persone più lontane – e invece, come se si fosse
spalancato un abisso, una persona è scomparsa senza lasciare traccia, e
tutte le ricerche sono state inutili. Se fossi sicuro che è rimasto
ucciso, rinuncerei. Che diritto abbiamo noi di ostinarci per un amante
ucciso, quando c'è gente che ha perso tutto quello che aveva di più
caro – figli, padri e mariti?", da L'amante di Abraham Yehoshua.
I libri uniscono. Nelle pagine dell' Iliade Ettore ed Achille
possono riscoprire la loro comune natura di esseri umani. Chiunque
abbia voluto impedire ad altri di leggere, bruciando il libri sulla
pubblica piazza, o semplicemente mettendoli all'indice, ha cercato di
uccidere la libertà più profonda e autentica che sia stata data ad ogni
essere umano, la libertà di essere, di pensare, di sentire.
Daniel Barenboim, musicista israeliano, ha portato nel suo paese la
musica di Wagner, simbolo del Nazismo (tanto da ispirare a Woody Allen
la celebre battuta di Misterioso omicidio a Manhattan: "Ogni volta che
sento la musica di Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia), ma
soprattutto antisemita egli stesso. Eppure Barenboim - il primo e unico
cittadino israeliano ad avere anche il passaporto palestinese - ha
detto che, pur rispettando il dolore di chi associa la musica di Wagner
agli orrori del Nazismo, da musicista ritiene che la musica vada al di
là delle meschinità di chi l'ha scritta.
Dalla sua lezione capisco che devo aggiustare il tiro. Non posso
costringere nessuno a leggere le meravigliose parole di Oz, Grossman,
Yehoshua, di coglierne il profondo messaggio di pace e di tolleranza.
Posso solo sentirmi profondamente offesa da quanti pensano ancora oggi
di bandire un libro, o uno scrittore.
Tratto dal sito www.danicl2007.splinder.com e gentilmente concesso dall'Autrice.
Nella foto in alto a sinistra David e Uri Grossman
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