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15 febbraio 2008

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana/Stranieri in Italia e musica per i

di Dario Cordovana



In quel 1965 non c’erano solo Mina, Celentano, Bobby Solo, Gianni Morandi e Rita Pavone…non bisogna dimenticare che Fabrizio De Andrè (all’epoca “Fabrizio” e basta) lanciava due dei suoi pezzi più celebrati, “La guerra di Piero” e “La canzone di Marinella” e che il ’65 era anche l’anno di “Vedrai…vedrai” di Luigi Tenco; di quell’anno sono anche le prime puntate di “Bandiera gialla”, programma radiofonico di Arbore e Boncompagni dedicato alla musica per i giovani, specie quella che in televisione e in radio a quel tempo non aveva diritto di cittadinanza. Non bisogna dimenticare infatti che a quell’epoca non era facile ascoltare i successi dei gruppi inglesi o americani; molti erano quelli che si sintonizzavano sulle radio estere che trasmettevano sulle onde corte. Il programma del duo che negli anni settanta creò “Alto gradimento” lanciò tanti cantanti italiani e stranieri che in breve diventarono dei beniamini del pubblico italiano: solamente per rimanere in Italia si possono fare i nomi di Rocky Roberts (la sigla, “T Bird” era sua), Patty Pravo, i New Dada, i Corvi, Ricky Shayne, i Sorrows, i Nomadi, i Primitives di Mal Ryder (poi soltanto Mal), i Rokes e naturalmente l’Equipe 84 del “principe” Maurizio Vandelli.
Nel 1965 questa scena giovanile era ancora agli inizi: c’erano i primi timidi successi, ed anche nelle gare canore c’era qualche piccola novità (nel Cantagiro di quell’anno una travolgente ed ancora sconosciuta Caterina Caselli tradurrà la “Baby please don’t go” dei Them di Van Morrison in “Sono qui con voi”), ma la vera esplosione ci sarà l’anno seguente.
Alla televisione va anche peggio: a parte un bel servizio di Gianni Bisiach sui Beatles per il telegiornale, i quattro di Liverpool verranno “ospitati” nel 1966 con un loro filmato (“Help!”) nel programma “Aria Condizionata” con Tino Buazzelli. Grazie soprattutto alla tournèe che per la prima volta li portava in Italia i Beatles entrarono nella classifica dei dischi più venduti con il brano summenzionato. Non era la prima volta: “Please please me” e “She loves you” erano andate in classifica l’anno precedente, ma circondate da canzoni cantate rigorosamente in italiano dovevano fare una ben strana impressione. Non che in Italia e nelle classifiche italiane mancassero i cantanti stranieri, che anzi mai come nel 1965 saranno numerosi. Per lo più francesi (Richard Anthony, Dalida, Alain Barriere, Françoise Hardy) o di lingua francese (Adamo, Les Surfs), con qualche inglese (Petula Clark, Gene Pitney) e qualche americano (ri)lanciato da Sanremo (Paul Anka, New Christy Minstrels), per ricordare solo quelli che entravano in classifica. Tutti comunque, ripeto tutti, fortissimamente TUTTI cantavano in italiano: per piazzare un brano in inglese in classifica bisognava chiamarsi appunto Beatles o, al massimo, Shirley Bassey, che per altro sfruttava la popolarità dei film sull’agente 007.
Comunque tutti questi erano cantanti che nei loro paesi d’origine erano o erano stati delle star; il loro successo in Italia fu solo un’estensione del successo in patria. Poi però negli anni seguenti ci saranno dei cantanti che, da perfetti sconosciuti, troveranno l’America nel nostro paese: i Rokes, i Primitives, Rocky Roberts & The Airedales (con Wess Johnson, in arte primaWess e basta e poi Wess del noto duo Wesseddorighezzi) , Ricky Shayne, i Motowns e tanti altri; molti torneranno in patria al termine della loro stagione di successi, alcuni resteranno in Italia, ancora legati al mondo dello spettacolo: Rocky Roberts, Shel Shapiro, Mal, Lally Stott, lo stesso Wess…
Frattanto come al solito alla fine dell’anno c’era “Canzonissima”, che quell’anno si chiamava “La prova del nove”. Anche quel programma mostrava nelle canzoni grossi segnali di rinnovamento: dopo il vincitore Gianni Morandi con “Non son degno di te”, si piazzavano infatti “Tu sì ‘na cosa grande” (Modugno – Vanoni), “La canzone dell’amore” (Claudio Villa), “Viva la pappa col pomodoro” (Rita Pavone), Vecchia Roma (ancora Claudio Villa), “Roma nun fa’ la stupida stasera” (Lando Fiorini, Gloria Christian e Bruno Martino), “Lasciati baciare col letkiss” (Alice ed Ellen Kessler) e “C’è una chiesetta” (Betty Curtis)…

La grande Shirley Bassey in "Goldfinger"

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